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La relazione tra offerta formativa e professionalità docente

Pubblicato il: 26/07/2010 19:43:58 -


La qualificazione dell’offerta formativa e della professionalità educativa e didattica degli insegnanti nei servizi educativi e scolastici di base del sistema nazionale di istruzione vanno di pari passo e possono trovare un sostegno efficace in nuove modalità di collaborazione con altri profili professionali. Una sperimentazione nella città di Bologna.
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La promozione del benessere/prevenzione del disagio dovrebbe costituire, unitamente alla promozione di apprendimenti significativi in una prospettiva curricolare centrata sulla acquisizione di abilità cognitive e pragmatiche, nonché sulla promozione di competenze relazionali e sociali in termini di consapevolezza e impegno personale, una delle tre dimensioni specifiche e fondanti dell’agire educativo nelle istituzioni formative e scolastiche afferenti al sistema nazionale di istruzione così come è definito nell’ordinamento vigente (mission, in termini aziendali).

Questa dimensione attende ancora di essere tematizzata esplicitamente e coerentemente sia in ordine alla funzionalità macrosociale del sistema scolastico, sia in ordine alla qualità psicopedagogica complessiva dei processi formativi per tutti i soggetti, adulti e minori, che ne costituiscono gli attori primari o secondari.

A un esame analitico del processi socioculturali in atto e della fenomenologia del sistema scolastico nel panorama italiano attuale, risultano evidenti le criticità che il sistema dei servizi educativi e scolastici di base esprimono oggi al riguardo. Occorrerebbe delineare una strategia di formazione di base (a livello universitario) e permanente (in servizio) degli educatori e degli insegnanti coerente con queste premesse e centrata sulla articolazione e la integrazione fra diversi ruoli e competenze professionali (formali e informali). L’ipotesi di riforma del percorso di formazione universitaria degli insegnanti di scuola materna e primaria (un ciclo unico quinquennale indifferenziato per profili di competenza specialistici) così come è stato fin qui proposto sembra semplicemente ignorare questa problematica e la prospettiva di una possibile riorganizzazione ecosistemica dei ruoli e dei diversi profili professionali presenti o prefigurabili nei contesti educativi istituzionali.

Il principio di iniziativa e di responsabilità professionale personale e collegiale a livello locale (competenza e deontologia) nell’attuale contesto culturale e sociale rappresenta il motore e la risorsa primaria di un impegno individuale e collettivo finalizzati a questi obiettivi.

Il Comune di Bologna in questa prospettiva a partire dall’a.s. 2003/04 ha attivato un progetto di sperimentazione che riguarda tutte le scuole d’infanzia comunali (70) e statali (22) cittadine centrata su:
– l’introduzione di attività specifiche dedicate alla promozione del benessere e alla prevenzione del disagio e dei disturbi del linguaggio e della comunicazione, attraverso una progettazione e una destinazione coerente della quota locale del curricolo prevista dall’ordinamento vigente nell’ambito delle norme inerenti l’autonomia e le reti di scuole.
– la definizione di percorsi sperimentali di continuità educativa e curricolare su questi temi a partire dall’ultimo anno del nido e fino al primo biennio della scuola primaria in alcuni quartieri della città.
– l’attivazione di percorsi di formazione in servizio specifici degli insegnanti in questo senso.
– la collaborazione con settori dell’università e associazioni professionali di categoria sensibili all’impegno civico e alla ricerca applicata.
– la finalizzazione dei fondi regionali e locali per la qualificazione dell’offerta formativa previsti nell’ambito del diritto allo studio per la fascia di età 3-5 anni.
– la collaborazione strutturata con le istituzioni scolastiche statali disponibili a organizzarsi in rete su scala cittadina ai fini della qualificazione dell’offerta formativa e forme di collaborazione analoghe con le scuole d’infanzia paritarie private.

Esperienze analoghe si stanno sperimentando in relazione ai processi di qualificazione dei percorsi di integrazione scolastica e sociale dei bambini disabili certificati e dei bambini di nazionalità non italiana.

In tema di sperimentazione di nuove figure di consulenza e di coordinamento pedagogico nell’ambito delle scuole d’infanzia del sistema nazionale di istruzione merita segnalare come in tutte le scuole d’infanzia cittadine (comunali, statali e paritarie private) sia attivo questo servizio da ormai più di cinque anni, grazie a finanziamenti regionali e locali nell’ambito del diritto allo studio.

A oggi si ha notizia di esperienze strutturate analoghe in atto in tema di promozione del benessere e prevenzione del disagio nelle scuole d’infanzia delle città di Torino, di Firenze e di Padova. Analogamente si ha notizie di esperienze simili in ordine alla organizzazione del lavoro e dell’inquadramento contrattuale degli insegnanti nelle città di Firenze e di Verona, nonché di processi di unificazione delle procedure di iscrizione su base territoriale in tutti i comuni capoluogo dell’Emilia Romagna.

Esperienze di sperimentazione di nuove figure professionali di consulenza e di coordinamento pedagogico nelle scuole d’infanzia statali sono attive anche in altre province dell’Emilia Romagna (Parma, Forlì, Reggio Emilia, Ferrara). Resta però da attivare un censimento più ampio e preciso delle esperienze attive in questi campi in Italia; sarebbe possibile collegare in rete diverse realtà locali per scambiare esperienze e attivare confronti su questi temi, attraverso una più efficace iniziativa in questo senso da parte delle Associazioni nazionali dei Comuni (Anci) e delle scuole d’infanzia paritarie private (Fism).

Gabriele Ventura

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