Perché cinque domande ai dirigenti scolastici?
Ai dirigenti scolastici che vorranno offrire il loro contributo al dibattito in atto proponiamo cinque domande sulle principali questioni emerse.
La discussione sul documento sulla buona scuola, dopo un avvio scialbo, si è arricchito di toni po-lemici, ma è rimasto poco convincente per quanto attiene al merito delle proposte. Il Miur non ha saputo approfittare dell’opportunità, che la conclusione della consultazione gli offriva, per riprendere in mano un progetto, che si caratterizza troppo come “azione di governo” e quasi per niente come prodotto di elaborazione, riflessione e proposta di un asse di politica culturale e di scelte in ambito formativo.
Il governo presenta l’ammontare di investimenti e un piano occupazionale, giusto, e non potrebbe essere altrimenti, ma, mancando un’elaborazione di prospettiva rivolta a individuare contenuti, fina-lità e obiettivi, si è arrivati al dibattito parlamentare in uno stato di opaca e sguaiata confusione, in cui le diverse lobby getteranno il proprio peso sulla bilancia instabile delle decisioni, sia quelle che subito il Parlamento metterà in atto, sia quelle che saranno poi oggetto di delega. Opacità dei fini e dei mezzi per raggiungerli hanno, alla fine, scontentato tutti e alimentato una protesta dura, ma ge-nerica e confusa.
A questo punto molte sono le soluzioni possibili, nessuno ha la palla di vetro per leggere il futuro, ma la decretazione per stralcio delle normative sull’immissione in ruolo e l’allungamento del “brodo” delle deleghe è un rischio reale.
Per questa ragione Education 2.0 ritiene utile puntare l’attenzione sulla nuova figura del dirigente scolastico, novità che, comparsa quasi di colpo al momento della definizione del disegno di legge, ridimensionata, e soprattutto legata alla formulazione di una delega specifica, appare tuttavia un punto di snodo non solo per la governance amministrativo/organizzativa, ma per la qualità stessa di una scuola che agisca in vista, si spera, di produrre efficaci azioni educative.
Per esprimere in modo semplificato un nodo molto complesso si potrebbe dire: l’autonomia scola-stica, fino ad ora, è rimasta sulla carta per una serie di ragioni che sarebbe stato utile elencare al fine di trovare strumenti adeguati per realizzarla, allora; nell’urgenza di intervenire, si è scelta una scor-ciatoia, la creazione di una figura di dirigente che metta in moto una macchina cui mancano però almeno due ruote.
Cerchiamo di nominare queste due ruote: la responsabilità collegiale dei docenti nel proporre, pro-durre e gestire con continuità offerte formative efficaci e il diritto/dovere degli studenti di essere corresponsabili del proprio percorso formativo; non si tratta di fumoserie pedagogiche, ma di di-mensioni culturali che hanno bisogno di strumenti per essere realizzate.
Ai dirigenti scolastici che vorranno offrire il loro contributo al dibattito in atto proponiamo cinque domande sulle principali questioni emerse. Non è necessario rispondere a tutto, siamo coscienti di aver ecceduto nel domandare.
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Immagine in testata di I feel Bloog
Giuseppe Fiori e Vittoria Gallina