Mecenate cercasi
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Se ogni crisi è un’opportunità, allora è il momento di passare dalle querimonie per i tagli alla scuola pubblica alle contromisure. Si cerchino mecenati disposti a finanziare i progetti delle scuole come già fanno teatri lirici e festival letterari e come sta facendo con successo a Tokyo l’Istituto italiano di cultura per finanziare un manuale di Italiano L2. È una missione possibile!
“Ogni crisi è un’opportunità” è il refrain che rimbalza con la regolarità di un metronomo dalla pagina economica a quella culturale di importanti quotidiani. È un’occasione di cambiamento, di evoluzione, di ripensamento, di ristrutturazione; non una trappola verso il ripiegamento e le querimonie. Applicare tale slogan alla scuola pubblica sembra una mission impossible e richiede uno scatto d’orgoglio e di autostima in una congiuntura in cui non sono solo i tagli appiattenti e indiscriminati a colpirla ma anche giudizi tranchant indiscriminati e privi del conforto di dati reali e di stime realistiche. È soprattutto la scuola pubblica di ogni ordine e grado a secernere senza tregua cervelli in fuga verso occasioni più vantaggiose di ambiente ed economiche nei paesi più disparati. Docenti e dirigenti che nonostante le pastoie burocratiche sono e sono stati capaci di tenere alta la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento (come i dati scorporati di OCSE Pisa dimostrano) sono e sono stati capaci di inventarsi in pressoché totale solitudine progetti e strategie di rinnovamento (come dimostrano per esempio le pagine di Education 2.0) sono e saranno all’altezza di questa mission impossible. Forti di questa consapevolezza è necessario passare dalla fase della protesta, legittima e doverosa, ad azioni concrete per cui è necessario infrangere qualche tabù. Innanzitutto accettare la mission impossible non significa sottrarre lo Stato ai suoi doveri definiti chiaramente dalla Costituzione e innanzitutto rilanciare l’immagine di una scuola perennemente in attesa, immagine coltivata da molti perché comodo alibi soprattutto per la politica. I teatri d’opera, i musei, le biblioteche, i festival della letteratura piuttosto che della filosofia non si vergognano di “questuare” sostegni a privati o ad altre istituzioni, perché dovrebbe vergognarsene la scuola? Ogni scuola ha progetti grandi e piccoli che arrancano ogni anno sempre più faticosamente: dai corsi di recupero ai viaggi d’istruzione, dai cori alle attività sportive, dalle Biblioteche all’orientamento ecc. ecc. Perchè non chiedere risorse e investimenti a realtà economiche locali che hanno o dovrebbero avere tutto l’interesse a operare in un territorio arricchito dal valore aggiunto di una buona qualità dell’offerta formativa?
Un esempio in corso d’opera: a Tokyo presso l’Istituto italiano di cultura si sta portando a termine un manuale di lingua straniera innovativo sicuramente su questo punto. Le pagine delle attività su cultura e civiltà dalla pasta alle Dolomiti dalle terme alla moda, dal vino al caffè sono sponsorizzate con grande entusiasmo da mecenati di oggi. Gli accordi economici sottoscritti tra l’istituzione pubblica e le varie aziende private e non permetteranno di recuperare le tante spese sostenute per la realizzazione del volume (autori, illustratrice, grafico, stampa ecc.), ma soprattutto dimostrano che un atto culturale ha una valenza economica, quindi vale la pena di sostenerlo e di investirvi.
Si obietterà che non tutte le realtà italiane rendono percorribile questo connubio. Incontestabile ma perché non cominciare a sondare il terreno prima di gettare la spugna? In fondo tutte le mission impossible sono poi andate a buon fine!
English abstract: If it is true that every crisis is an opportunity, it is now time to stop complaining about state school budget cuts and take appropriate counter-measures. Let us look for sponsors willing to finance our school projects, as opera theatres and literary festivals do on a regular basis. The Italian Cultural Institute of Tokyo has already taken the first successful step in this direction so as to raise funds for the publication of an Italian coursebook for second language learners. It is a “Mission: Possible!”
Maria Katia Gesuato