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Come funziona (male) un progetto tipo su fondi europei…

Pubblicato il: 25/06/2012 16:07:50 -


Dopo circa dieci anni di esperienze progettuali sui Fondi Strutturali Europei, alcuni “punti fissi” essenziali, del sistema di riferimento culturale “globale”. Introduzione e saggio in PDF.
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Facciamo un progetto di formazione. Bene. Ci piace il tema. Ma è complicato metterlo su. Non c’è problema, c’è chi li fa, o meglio chi ne ha fatto uno simile. Bene, prendiamone uno già fatto e adattiamolo. Facciamocelo dare da un Consorzio. Perfetto, è stato accettato e finanziato dall’Ente Locale (ci hanno pensato loro a farlo approvare). Bene. È il momento, ora, di avviare il progetto. Chi lo avvia? Chi l’ha fatto, ovviamente… il Consorzio. Manco per idea. Il Consorzio ci chiede il pagamento della progettazione, ma non ha tempo per avviare il progetto. L’Ente locale dice: “pagate tutto quel che spendete e fatturate subito, altrimenti i soldi non arrivano…”. Ok, pago subito. Cosa? Ma, ad esempio, la pubblicazione del bando, la commissione di esame per il reclutamento e la stesura delle graduatorie. Ops! Come pago se chi ha fatto il progetto non ha messo come costo iniziale la commissione d’esame? Se non c’è in progetto allora non si può pagare. La Commissione lavora gratis?. E, sì! E la pubblicazione? Mica c’è la spesa in progetto, perché la pubblicazione su un giornale non è obbligatoria per l’Ente. Ma lo è per la Regione. Oh…! Quella poi…

Ok, allora, passiamo oltre.

Convocate i docenti del corso e fate un incontro di coordinamento. L’abbiamo fatto, ma i docenti in elenco non sanno di essere docenti di questo corso. Come? Bè, il progetto era già fatto e lo abbiamo presentato tutto di corsa. Non c’è stato tempo di sentire i docenti che erano in elenco prima che fosse approvato. Ora, sostengono che non possono accettare da un giorno all’altro (visto che il corso comincia, almeno dovrebbe… la prossima settimana). Ok, allora, sostituiamo i docenti. E no, bisogna chiamarli tutti e fargli firmare una lettera di rinuncia. Poi, comunicare la variazione all’Ente affinché lo accetti. E qual è il problema, ora è tutto telematico. Abbiamo pure la firma digitale. Si è vero, ma l’Ente non è d’accordo. La variazione ex-ante si deve firmare in digitale e spedire anche in forma cartacea. Perché non è detto che l’invio telematico venga ricevuto in tempo. Anzi, anche il cartaceo e consegnato a mano… E non vi racconto il resto!

Ehi, attenzione, il corso non è ancora iniziato, perché l’avvio del corso non è l’inizio dello stesso. Non vi preoccupate, siamo in Italia, dice il Consorzio… tutto si aggiusterà.

La salute no, però! Capito perché non li vuole fare più nessuno?

PER APPROFONDIRE:
Progettare. Passione e professionalità”, saggio in PDF.

Arturo Marcello Allega

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