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Perché cinque domande ai dirigenti scolastici?

Pubblicato il: 09/05/2015 07:58:46 - e


Ai dirigenti scolastici che vorranno offrire il loro contributo al dibattito in atto proponiamo cinque domande sulle principali questioni emerse.
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La discussione sul documento sulla buona scuola, dopo un avvio scialbo, si è arricchito di toni polemici, ma è rimasto poco convincente per quanto attiene al merito delle proposte. Il Miur non ha saputo approfittare dell’opportunità, che la conclusione della consultazione gli offriva, per riprendere in mano un progetto, che si caratterizza troppo come “azione di governo” e quasi per niente come prodotto di elaborazione, riflessione e proposta di un asse di politica culturale e di scelte in ambito formativo.

Il governo presenta l’ammontare di investimenti e un piano occupazionale, giusto, e non potrebbe essere altrimenti, ma, mancando un’elaborazione di prospettiva rivolta a individuare contenuti, finalità e obiettivi, si è arrivati al dibattito parlamentare in uno stato di opaca e sguaiata confusione, in cui le diverse lobby getteranno il proprio peso sulla bilancia instabile delle decisioni, sia quelle che subito il Parlamento metterà in atto, sia quelle che saranno poi oggetto di delega. Opacità dei fini e dei mezzi per raggiungerli hanno, alla fine, scontentato tutti e alimentato una protesta dura, ma ge-nerica e confusa.
A questo punto molte sono le soluzioni possibili, nessuno ha la palla di vetro per leggere il futuro, ma la decretazione per stralcio delle normative sull’immissione in ruolo e l’allungamento del “brodo” delle deleghe è un rischio reale.

Per questa ragione Education 2.0 ritiene utile puntare l’attenzione sulla nuova figura del dirigente scolastico, novità che, comparsa quasi di colpo al momento della definizione del disegno di legge, ridimensionata, e soprattutto legata alla formulazione di una delega specifica, appare tuttavia un punto di snodo non solo per la governance amministrativo/organizzativa, ma per la qualità stessa di una scuola che agisca in vista, si spera, di produrre efficaci azioni educative.

Per esprimere in modo semplificato un nodo molto complesso si potrebbe dire: l’autonomia scolastica, fino ad ora, è rimasta sulla carta per una serie di ragioni che sarebbe stato utile elencare al fine di trovare strumenti adeguati per realizzarla, allora; nell’urgenza di intervenire, si è scelta una scorciatoia, la creazione di una figura di dirigente che metta in moto una macchina cui mancano però almeno due ruote.
Cerchiamo di nominare queste due ruote: la responsabilità collegiale dei docenti nel proporre, pro-durre e gestire con continuità offerte formative efficaci e il diritto/dovere degli studenti di essere corresponsabili del proprio percorso formativo; non si tratta di fumoserie pedagogiche, ma di di-mensioni culturali che hanno bisogno di strumenti per essere realizzate.

Ai dirigenti scolastici che vorranno offrire il loro contributo al dibattito in atto proponiamo cinque domande sulle principali questioni emerse. Non è necessario rispondere a tutto, siamo coscienti di aver ecceduto nel domandare.
Scriveteci a: redazione.education2.0@gmail.com

Cinque domande

1) Ritiene che la lunga stagione della partecipazione ai processi decisionali nella scuola, che nel 2000, con il DPR n. 275, ha ricevuto un nuovo e determinante impulso con l’autonomia didattica e organizzativa, possa persistere con l’innesto di funzioni monocratiche attribuite al dirigente scolastico? E, in tal caso, quali sono le condizioni migliori per una potenziale “alleanza” dentro la singola scuola?

2) Come dovrebbe essere strutturato, a suo avviso, il soggetto responsabile dell’azione educativa (insieme dei docenti che hanno responsabilità di una singola classe, cioè il consiglio di classe) per rispondere all’esigenza di lavorare, sostenere, stimolare e costruire basi di com-petenze solide, capaci di innestare in prospettiva saperi sempre più specializzati per gli studenti? Potrebbe essere questo l’unico interlocutore adeguato di un Ds che deve provvedere a gestire l’organico funzionale, auspicando e garantendo nuove assunzioni, ma anche ridimen-sionamenti di organico?

3) Dalla lettura del disegno di legge, relativamente alla figura del preside, ha riscontrato ridondanze rispetto ad attribuzioni e strumenti che già esistono? Ha riscontrato elementi di buon senso che possono essere realizzati anche da subito, vista la legislazione vigente? Ha riscontrato funzioni che non si aspettava e che non ritiene pertanto attribuibili a un preside così come è oggi e come si configura ancora nel testo della buona scuola? Ha riscontrato elementi non accettabili per l’idea che lei, nello svolgimento del suo lavoro, si è fatto dei compiti di un dirigente?

4) Ritiene che la novità del piano triennale dell’offerta formativa – al di là della troppo generica espressione “volto a potenziare e valorizzare le conoscenze e le competenze degli studenti e l’apertura della comunità scolastica al territorio”- possa offrire una prospettiva valida per lo sviluppo dell’autonomia della scuola? E, in tal caso, quali sono gli strumenti necessari per l’attuazione di una programmazione triennale dell’attività didattica?

5) La novità della scelta, da parte del Ds, dei docenti da assegnare all’organico dell’autonomia, con la proposta di incarichi di docenza agli iscritti negli albi territoriali di nuova istituzione, sarà in grado di trovare una rapida attuazione nel quadro dell’attuale sistema dei reclutamento del personale docente?

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Immagine in testata di I feel Bloog

Giuseppe Fiori e Vittoria Gallina

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