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Le competenze socio-culturali e trasversali nella certificazione

Pubblicato il: 30/10/2012 10:25:31 -


Si parla molto di competenze trasversali, ma non si rimettono in discussione gli aspetti organizzativi, le pratiche lavorative, che la sociologia dell’organizzazione ha invece individuato come il punto nevralgico attraverso il quale si rende possibile (oppure no) un riposizionamento reale delle logiche di produzione, nel nostro caso, di competenze. Un saggio in PDF di Fabio Di Pietro
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Le competenze trasversali sono uno dei nodi fondamentali del discorso sull’istruzione e formazione al livello internazionale, soprattutto nel momento in cui la cosiddetta società della conoscenza, che ha ispirato la Strategia di Lisbona, si trova a fare i conti con la difficile congiuntura economica che investe l’Europa.
Di fronte alle urgenze socio-economiche che, in diverso modo nei singoli Stati, coinvolgono di fatto l’intero sistema Europa, diventa ancora più urgente “ripensare le competenze trasversali”, così come diversi studi hanno sollecitato a fare in quest’ultimo decennio.
Fondamentale è stata al riguardo la riflessione di Rey (1999), il cui contributo continua ad essere ristampato, perché di grande attualità e chiarezza.

Che cos’è una competenza trasversale in estrema sintesi? Prevedibilità, che significa competenza comprovata, capace prevedibilmente di essere esercitata in vari contesti e, conseguentemente, trasferibilità della stessa in situazioni autentiche e differenziate.
Nel mondo della formazione e dell’istruzione, ma anche in quello dell’apprendimento continuo nei luoghi di lavoro, la competenza trasversale è in azione nel momento in cui la si ha.
In questo senso Rey ha chiaramente spinto verso una rottura dei frame consolidati nella scuola e in tutti gli altri ambiti: cornici di senso e di definizione delle situazioni date per scontate da una organizzazione.
Si parla molto di competenze trasversali, ma non si rimettono in discussione gli aspetti organizzativi, le pratiche lavorative, che la sociologia dell’organizzazione ha invece individuato come il punto nevralgico attraverso il quale si rende possibile oppure no un riposizionamento reale delle logiche di produzione, nel nostro caso, di competenze. Per Rey questo può avvenire, se a livello istituzionale si arriva a coniugare l’idea di competenza con l’esito finale di un’intenzionalità, che non può che muoversi trasversalmente, ovvero operare sui diversi piani dell’esperienza autentica.

PER APPROFONDIRE:

Scarica il pdf dell’articolo di F. Di Pietro “Le competenze socio-culturali e trasversali nella certificazione: tra primo biennio del II ciclo d’istruzione, EQF ed alta formazione”.

Fabio Di Pietro

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