Web 2.0: integrare la didattica in classe
Quali sono le specificità del web 2.0? Come possano influenzare in modo positivo la didattica tradizionale fatta in classe? Molte osservazioni nascono dall’esperienza personale di chi scrive, basata anche sull’uso didattico di un blog tematico sulle nanotecnologie.
La diffusione del web 2.0 ha permesso un salto di qualità non solo nella formazione a distanza, ma anche nella classica lezione di tipo frontale fatta in classe, che grazie a mezzi innovativi quali web 2.0, blog, social network diventa un ambiente di approfondimento flessibile e informale che riesce ad abbattere, attraverso la rete internet, lo spazio e il tempo, amalgamando conoscenze e competenze di territori geograficamente lontani. Si può dire che il web 2.0, evoluto dal cosiddetto web 1.0, è l’unione di tutte quelle applicazioni online atte a sviluppare meccanismi di interazione attiva sito-utente, in altre parole un web remixabile in cui il valore aggiunto è il trasferimento e la modifica di dati e informazioni.
La differenza tra il web 1.0 e quello 2.0 sta nell’approccio con il quale gli utenti si rivolgono alla rete, passando dalla semplice consultazione del primo alla proposta tematica con i propri contenuti del secondo, quindi il web 2.0 opera come una sorta di regolatore di processi generati dal basso, impreziosendo il ruolo del docente quale attore della formazione.
La formazione scolastica, in questo nuovo contesto, ha l’obbligo di cambiare per venire incontro alle esigenze dei “digital native”, ovvero di quelle persone (gli studenti) cresciute con le tecnologie digitali quali computer, internet, e dispositivi portatili quali smartphones e tablet pc.
Un adeguato uso delle tecnologie digitali consente di accelerare e ottimizzare la diffusione delle informazioni e della conoscenza, mentre nello stesso tempo non si può ignorare il problema del digital divide (divario digitale), sia tra distretti territoriali tecnologicamente diversi che tra digital native e digital immigrant (gli adulti che hanno imparato recentemente a usare le tecnologie) residenti nello stesso luogo. Inoltre non tutti i docenti sono formati sull’utilizzo delle tecnologie e pedagogicamente informati sulle loro potenzialità in ambito didattico, ed è per questo motivo che l’e-learning potrebbe ampliare il digital divide, generando nuove forme di esclusione sociale.
Il web 2.0 nella didattica è un qualcosa che si aggiunge alle attività di una scuola sistemica dove le innovazioni non distruggono, ma integrano le pratiche didattiche consolidate nel tempo dalla esperienza professionale del docente. L’ottimizzazione di questa integrazione didattica si ha nel momento in cui coincidono le professionalità di docenza e di comunicatività nel web, in altre parole nel binomio docente-blogger, possibilmente quando il docente amministra un blog di rilevanza nazionale, condividendo un know-how specifico con il maggior numero possibile di utenti.
I blog, infatti, sfruttando la familiarità dei giovani con i forum e i social network, aprono le porte dell’aula al mondo esterno, permettendo, tra le altre cose, la condivisione di contributi, conoscenze e interventi simultanei da parte dei lettori interessati ai contenuti proposti.
L’esperienza personale di chi scrive è stata vissuta didatticamente con il sito web “Dieci alla meno nove”, blog tematico sulle nanotecnologie. Il gruppo classe (IV classe di un IIS) ha assistito alla crescita di visibilità del blog nella rete, partecipando a tutte le dinamiche di scrittura, web marketing, operazioni di supporto informatico (linguaggio html). Il blog “Dieci alla meno nove” nel giro di un anno scolastico è passato da semplice progetto didattico a media partner di eventi scientifici come il NanotechItaly 2010 organizzato da colossi della innovazione tecnologica italiana quali Veneto Nanotech, CNR, Airi-Nanotec IT.
Un modo efficace e concreto per far capire ai giovani studenti come la cultura, l’informazione e la passione verso i contenuti scientifici possono creare opportunità di lavoro e impegno per far crescere competenze e conoscenze di settore.
In conclusione si riporta il risultato di un’ indagine statistica, svolta dall’Associazione Italiana per l’Information Technology, che ha indagato sul livello di diffusione generale delle tecnologie informatiche fra i docenti. I numeri evidenziano che la quasi totalità degli insegnanti utilizza gli applicativi di Office automation, grazie ai progetti ECDL proposti in Italia da AICA, mentre scarso è il livello di conoscenza delle potenzialità offerte dal web, infatti, a oggi, tranne qualche eccezione, le nuove tecnologie del web 2.0 sono ancora relegate al solo supporto della didattica tradizionale.
Il blog del professor Ficara:
http://chiacchieresulnano.blogspot.com/
Aldo Domenico Ficara