Talent killer
Perché l'Italia non riesce a valorizzare le eccellenze?
È molto facile e sport nazionale dare giudizi sull’operato degli insegnanti. Claudio Gentili, dalla sua posizione di vicepresidente della Confindustria (Messaggero del 5 luglio), se la prende con gli insegnanti che, a suo dire, demotivano i potenziali talenti di cui c’è bisogno per riscattare l’immagine dell’Italia nel mondo. Ora, Gentili dimentica quello che avviene sistematicamente nel nostro Paese dove “le eccellenze” devono migrare in altri lidi per vedere riconosciuta la loro professionalità.
Questo è sicuramente uno dei fattori che incide sulla demotivazione dei nostri giovani. Le scarse opportunità di lavoro e la politica delle clientele messe in atto, spesso, dal nostro sistema politico-economico-finanziario scoraggiano i giovani e la “casta” degli imprenditori, che fa capo alla Confindustria, privilegia nel complesso il merito. Certo la scuola ha un compito centrale, quello di appassionare, educare, istruire e orientare tutti i giovani nella cultura, nelle arti e nelle professioni per il bene della società intera.
La scuola deve potenziare questo compito, migliorando le metodologie educativo-didattiche messe in campo per consentire a tutti i discenti di essere persone uniche, ognuna con la propria identità, la propria tipicità biopsichica, antropologica e culturale.
Saverio Fanigliulo