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Lo stop dei supervisori SISS: un grave errore strategico

Pubblicato il: 04/03/2011 12:12:00 -


Creare competenza per sospenderla dopo soli 10 anni di attività è stato un grave errore di strategia didattica? La risposta sarà data dal tempo che testimonierà sull’efficacia e la resa, in termini di qualità didattica, delle scelte fatte.
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La scelta politica di chiudere l’esperienza didattico organizzativa delle SISS (Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario) non doveva includere la sospensione della figura professionale del supervisore del tirocinio, perché così facendo è andata dispersa tutta la conoscenza e competenza acquisita in oltre 10 anni di lavoro, faticosamente costruita attraverso una innovativa copresenza tra scuola e università.

Questa copresenza di competenze nasce dalla necessità di progettare una formazione degli insegnanti qualitativamente ineccepibile, in grado di competere con i migliori standard europei dell’istruzione, che, di conseguenza, doveva e deve obbligatoriamente presupporre un dialogo efficiente tra le capacità di ricerca e di approfondimento tipiche dei dipartimenti universitari e l’esperienza del saper insegnare attraverso opportune metodologie e pratiche didattiche realizzate direttamente in classe nel vissuto quotidiano.

Su queste linee guida si è coltivato e incrementato di anno in anno, all’interno del suddetto connubio di competenze la professionalità di un gruppo di oltre 1500 docenti delle scuole superiori, potenzialmente utile sia alla formazione iniziale che di quella in servizio dei docenti italiani.

Il supervisore di tirocinio (SVT) era un docente, in servizio presso una scuola secondaria in regime di semiesonero, utilizzato presso le università nell’ambito delle SSIS, con compiti di supervisione del tirocinio e di coordinamento del medesimo con altre attività didattiche, e rappresentava una figura la cui professionalità è stata accertata e documentata in ingresso, accresciuta nel corso dell’attività e attestata da pubblicazioni e lavori di ricerca scientifica.

I requisiti necessari per il reclutamento dei SVT, attraverso un concorso per titoli ed esami, sono stati il servizio di ruolo per almeno sette anni, le pubblicazioni di ricerca didattica, l’insegnamento e/o conduzione di gruppi di insegnanti in attività di aggiornamento, la partecipazione a gruppi di ricerca didattica gestiti dalle Università o da enti pubblici di ricerca, la partecipazione a progetti di sperimentazione ai sensi degli art. 277/278 del Decreto Legislativo n. 297/94, e infine gli incarichi di coordinamento educativo e didattico.

I compiti di quella che per molti esperti di questioni di formazione iniziale degli insegnanti rappresentava una figura professionale didatticamente innovativa erano centrati sulla progettazione, programmazione e coordinamento dei contenuti e dei metodi delle attività di tirocinio, sul raccordo del progetto della SISS con la programmazione didattica delle singole istituzioni scolastiche nelle quali si svolgeva il tirocinio, interagendo con gli insegnanti delle medesime chiamati tutor, sul supporto e organizzazione degli specializzandi nel lavoro di preparazione, svolgimento, riflessione della concreta attività di tirocinio, sulla partecipazione alle riunioni di verifica e di valutazione intermedie e finali delle attività di tirocinio, e sulla proposta rivolta alla ricerca universitaria, riferita a tutte quelle argomentazioni che potevano essere affrontate sul campo dai docenti della scuola.

È particolarmente esplicativo riportare un “botta e risposta”, fatto nel dicembre 2009 tra chi scrive e il prof. Giorgio Israel, presidente della commissione di studio sulla formazione iniziale degli insegnanti, visibile al seguente indirizzo web: http://gisrael.blogspot.com/2008/12/il-modo-pi-sicuro-per-rinviare-la.html, che può essere molto esaustivo nel comprendere le condizioni al contorno di questa trasformazione strutturale della formazione iniziale degli insegnanti.

Pertanto è auspicabile che la struttura organizzativa idonea a formare un professionista capace di mettere in pratica quanto ha acquisito in teoria sia nella disciplina sia nella gestione dei rapporti con tutti gli attori sociali non possa fare a meno dell’equivalente professionale del supervisore SISS, evidenziando quel fatale errore strategico del sospendere una figura didattico-organizzativa utile ai processi di una formazione di qualità.

Risulta, quindi, evidente, soprattutto in relazione allo scenario futuro in cui l’abilitazione verrà conferita dalla laurea specialistica e la conferma in ruolo avverrà solo alla fine di un percorso di formazione – lavoro, la necessità di una stretta cooperazione tra docenti universitari, e l’equivalente professionale dei soppressi supervisori di tirocinio.

Creare competenza per sospenderla dopo soli 10 anni di attività è stato un grave errore di strategia didattica? La risposta sarà data dal tempo che testimonierà sull’efficacia e la resa, in termini di qualità didattica, delle scelte fatte.

Aldo Domenico Ficara

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