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La sfiga della riforma

Pubblicato il: 23/11/2010 15:58:06 -


Quando ci succedono cose spiacevoli, possiamo mettere in atto due atteggiamenti: o recriminare per le cose che non vanno come vorremmo oppure farci carico della sfiga che ci è capitata e tentare di trasformarla in una sfida. Io, quando penso alla riforma della scuola, scelgo il secondo atteggiamento, non per sostituirlo alla protesta, ma perché ho a cuore il futuro della scuola.
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Il mio amico e collega Claudio Imprudente, anni fa ha coniato un concetto molto interessante. Lui, gravemente disabile, sostiene che la disabilità sia una grande “sfiga” e che sta a noi cambiare una consonante e trasformare la “sfiga” in “sfida”! Idea rivoluzionaria: di fronte a una sfiga come la disabilità, oltre a protestare si cerchi, anche, di affrontare la situazione con coraggio e creatività.

Anche la riforma della scuola è una grande sfiga. È basata su tagli e non su investimenti, su riduzioni e non su idee costruttive, sull’idea che la scuola sia un peso e non il volano per un futuro più “ricco” per tutti. È una sfiga per i precari, per i bambini e i ragazzi con disabilità, per le classi di 30 alunni, per l’insegnante unica, per i genitori senza servizi, per i dirigenti che devono salvare il salvabile. Insomma, una sfiga per tutti gli attori che partecipano al grande film dell’educazione.

Nonostante questo sia vero, rimango convinto dell’idea che non possiamo rinunciare alle nostre responsabilità, nessun attore può abdicare dal proprio ruolo a causa di scelte svalorizzanti. Credo, invece, che siamo tutti chiamati a produrre un cambiamento, trasformando la sfiga in sfida.

Lo so, è difficile, sono anni che lottiamo, decenni che ci rimbocchiamo le maniche. È difficile continuare a svolgere il proprio lavoro al meglio, ma ciò non toglie che un professionista (e l’insegnante è una professionista dell’educazione), deve affrontare le difficoltà con impegno e creatività come un libero professionista deve affrontare gli ostacoli del proprio lavoro. È una sfida, quindi, che dobbiamo affrontare e vincere.

Ci sono 30 bambini in classe per cui diventa difficile fare lezione e il bambino con disabilità non ha la copertura dell’insegnante di sostegno necessaria? Bene, nonostante ciò ricordiamoci che l’insegnante è insegnante di tutti e che è chiamata a trovare le strategie per far sì che ogni alunno possa imparare, sia che sia disabile, sia che sia straniero, sia che sia particolarmente dotato. Mettiamo, quindi, in atto strategie di tutoraggio, lavoriamo a piccoli gruppi, facciamo sì che sia la classe a imparare, tutta insieme e non il singolo, da solo.

Non ci sono più ore di compresenza? In mancanza di un’insegnante, gli alunni vengono divisi in altre classi? Bene, nonostante ciò proviamo a pensare a plessi scolastici nei quali tutti gli insegnanti si muovono nella stessa direzione, che comunicano, si sostengono e che nel momento in cui si trovano bambini di altre classi nella loro non li lasciano lì a passare il tempo, ma li impegnano in un’attività utile alla loro crescita.

Non ci sono soldi per le fotocopie? Bene, nonostante ciò, invece di consegnare a ogni bambino una scheda, dettiamo, scriviamo alla lavagna e, creativamente, inventiamo e compriamo libri più utili per l’esecuzione dei compiti.

Non abbiamo i soldi per pagare l’esperta di educazione motoria? Bene, nonostante ciò l’insegnante responsabile farà qualche ricerca, metterà in moto la fantasia e preparerà qualche lezione in palestra.

Non ci sono più ore di formazione? Bene, purtroppo o per fortuna il desiderio di formazione non può essere iniettato in modo coatto, ma deve scaturire dalla volontà di crescere professionalmente, dalla curiosità di voler scoprire sempre cose nuove e da un atteggiamento che predilige il cambiamento piuttosto che l’arroccamento su posizioni obsolete.

Insomma, si potrebbe andare avanti, trasformando concretamente la sfiga in sfida, mettendo in moto la creatività che trova risposte personali a problemi singolari, che cambia le carte in tavole e crea sistemi educativi e didattici in risposta alle esigenze di ogni gruppo classe e fa sì che, nonostante tutto, i bambini imparino, crescano e possano vivere la scuola come un luogo interessante.

Se avete voglia, scrivetemi a roberto.parmeggiani@accaparlante.it, le strategie creative attraverso le quali trasformate ogni giorno la sfiga in sfida.

P.S. Ci sono cose che non competono alle insegnanti: gli edifici scolastici pericolosi, un modello di assegnazione del ruolo ormai obsoleto e una precarietà che non consente continuità, la mancanza di strumenti multimediali e tutto ciò che, concretamente, offende il lavoro professionale di tanti insegnanti. In questo caso non si parla di sfiga ma di scelte e di fronte a una scelta, ognuno si assumerà le proprie responsabilità.

Roberto Parmeggiani

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