Il sapere digitale. Pensiero ipertestuale e conoscenza connettiva
La recensione di “Il sapere digitale. Pensiero ipertestuale e conoscenza connettiva”, di Annalisa Buffardi e Derrick de Kerckhove.
Nel tempo in cui lo sviluppo delle tecnologie e della Rete ci sottopone a una continua introduzione di innovazioni, è sempre maggiore l’esigenza di confrontarsi con le trasformazioni delle abitudini personali e di massa.
Quali sono le possibili connessioni tra le tecnologie e la mente umana? Come si modificano le propensioni dei singoli utenti, della società e della comunità scientifica? “Come nella mente umana, tutto si incrocia con tutto”.
Con un volume snello ed esaustivo, Annalisa Buffardi e Derrick de Kerckhove delineano il processo e le dinamiche della costruzione delle conoscenze in Rete, a partire dall’impatto cognitivo dei nuovi strumenti che rivoluziona l’approccio alla conoscenza stessa. “Il sapere digitale. Pensiero ipertestuale e conoscenza connettiva” risulta, così, una riflessione a due voci per capire come si è trasformata la mente umana con la diffusione delle nuove tecnologie e sulle implicazioni che ne derivano.
Due voci “accomunate nel bisogno di pensare la Rete in rete”, due percorsi di ricerca che si intrecciano, segnati da tensioni comuni, sebbene dettate da storie generazionali diverse.
I due autori ragionano su come, sempre più, le memorie personali siano organizzate da strumenti tecnologici, su come “la Rete trasferisca ad ogni singolo utente una dimensione ipertestuale, attraverso la socializzazione dei nostri processi cognitivi on line”.
“Oggi la conoscenza è passata dal dominio privato al dominio pubblico. Con la Rete, si esprime attraverso un’interazione che mette insieme la comunità d’accesso con l’impatto individuale. Tale intreccio tra accesso condiviso e soggettività crea nuove condizioni d’interazione tra gli individui, nuove modalità che rappresentano la grammatica della Rete. Il nostro pensiero è ipertestuale. Attraverso il web, noi proiettiamo all’esterno tale modalità del pensiero. La Rete porta la connettività dentro la collettività e, contemporaneamente, dentro l’individualità. Essa trasferisce a ciascuno di noi una dimensione ipertestuale: siamo noi strumenti di ricerca, motori di ricerca e cursori per noi, e anche per gli altri. Con la diffusione delle tecnologie digitali, stiamo vivendo il passaggio che accompagna l’emergenza della società ipertestuale”.
Non mancano riflessioni sul futuro delle Università e sulle istituzioni dedicate alla formazione, per affrontare e superare la cosiddetta Third Mission.
Per quanto riguarda la comunità scientifica, “se pensiamo alla conoscenza scientifica, è interessante interrogarsi su come cambia il brainframe del ricercatore anche in relazione ai recenti sviluppi della Rete, sempre più aperta e sempre più strumento di connessione tra persone, tra pensieri, tra contesti, tra spazi che si collocano “oltre il senso del luogo”.
Nel saggio introduttivo Buffardi presenta il pensiero scientifico di de Kerckhove, docente di Sociologia della cultura digitale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università Federico II di Napoli erede intellettuale di Marshall McLuhan e oggi tra i principali studiosi dell’impatto delle nuove tecnologie sulla mente umana.
Annalisa Buffardi, già autrice, tra le altre pubblicazioni, di “Web Sociology. Il sapere nella Rete”, edito nel 2006 da Carocci, è docente di Tecniche di e-learning presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Napoli Federico II, e si occupa delle nuove frontiere della conoscenza in Rete.
Il volume, ricco di riferimenti bio-bibliografici, offre un continuo dibattito tra i due autori e fa il punto sulle condizioni attuali dei progressi determinati dal Web e dalle nuove tecnologie, dalla memoria storica e collettiva alla gestione degli archivi del Web, dall’information overload all’autorevolezza e la validità delle fonti del web scientifico, dal big bang dell’e-research alla condivisione come fonte di nuovi stimoli e portatrice di nuove opportunità allo sviluppo del pensiero: una via per una democrazia partecipativa e una cittadinanza scientifica.
IL LIBRO
Annalisa Buffardi, Derrick de Kerckhove, “Il sapere digitale. Pensiero ipertestuale e conoscenza connettiva”
Ilaria Merciai