Qualità dei processi formativi e valutazione dei docenti
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La competizione tra docenti ridurrebbe, invece di ampliare e favorire, la collaborazione e la condivisione delle prestazioni migliori; un approccio cooperativo può far leva sul valore dell’esempio, della diffusione e sostegno, delle pratiche formative più efficaci. Invece che individuare i “migliori” docenti andrebbero individuate le pratiche di eccellenza.
MIGLIORARE IL SERVIZIO FORMATIVO
Se si vogliono migliorare i risultati degli studenti, è evidente che occorre intervenire proprio sugli studenti meno motivati e con risultati peggiori. La prima strategia di intervento dovrebbe aiutare questi studenti a diventare protagonisti del proprio percorso culturale, attivando forme di controllo e di affiancamento che richiedono il rientro pomeridiano a scuola, ovvero il tempo prolungato. L’organico di ogni istituto dovrebbe essere poi dimensionato per consentire ai docenti di ruolo di dedicare parte del loro orario cattedra alla sostituzione dei colleghi assenti. Questo richiederebbe un incremento del numero dei docenti di ruolo, a parità di spesa, con l’assunzione di nuovi docenti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, e porrebbe virtualmente fine alla condizione di docente precario. Infine, un intervento efficace dovrebbe andare in una direzione completamente opposta a quella seguita dalla riforma del ministro Gelmini, che ha incrementato il numero di alunni per classe, invece di diminuirlo.
COSTRUIRE UN SISTEMA DI VALUTAZIONE, ESTENDERLO E RINNOVARLO
La competizione tra docenti ridurrebbe, invece di ampliare e favorire la collaborazione e la condivisione delle prestazioni migliori; un approccio cooperativo può far leva sul valore dell’esempio, della diffusione e sostegno, delle pratiche formative più efficaci. Invece che individuare i “migliori” docenti andrebbero individuate le pratiche di eccellenza. I dipartimenti dovrebbero individuare per ciascuna area disciplinare le migliori prestazioni, nelle diverse forme in cui si articola l’attività di insegnamento, e ne dovrebbero curare la diffusione con uno spirito di servizio e di sostegno. Si potrebbero così stabilire degli standard comuni a livello di istituto, documentati da un manuale a circolazione interna, che potrebbero poi essere confrontati con standard analoghi elaborati da altri istituti. Ci sarebbe quindi l’individuazione delle pratiche migliori, non necessariamente proposte dagli stessi docenti (il miglior comunicatore potrebbe ad esempio essere il peggiore nella elaborazione dei supporti didattici). Il tempo dedicato alle attività di formalizzazione e implementazione degli standard comuni e della loro condivisione andrebbe retribuito e accompagnato da misure di riduzione dell’orario di lavoro svolto nelle classi da parte dei docenti referenti, altrimenti il tempo dedicato a questa funzione andrebbe a detrimento dell’attività didattica curricolare ordinaria. Per questa attività di realizzazione, verifica ed elaborazione degli standard comuni andrebbe stabilito un ciclo di riferimento almeno triennale. In una seconda fase, i docenti referenti dovrebbero curare l’elaborazione di strumenti di misurazione e certificazione dei risultati conseguiti dai colleghi, individuandone eventualmente il fabbisogno formativo, elaborando proposte di supporto didattico e di valorizzazione delle diverse esperienze di insegnamento. Gli standard di istituto dovrebbero essere perseguiti in base ad un approccio positivo, mirando a individuare i miglioramenti possibili e non usando lo scarto dagli standard per disprezzare il lavoro svolto. In una terza fase, i docenti referenti dovrebbero formare altri colleghi che li possano sostituire nell’attività di monitoraggio della qualità e manutenzione degli standard di valutazione, in modo tale da favorire il ricambio e la partecipazione di tutti i docenti alla fase di controllo del lavoro svolto. Il collegio dei docenti di ciascun istituto dovrebbe individuare un nucleo di controllo dell’implementazione e manutenzione del sistema di valutazione. Docenti particolarmente versati nella gestione dei gruppi di lavoro e nella capacità di documentare il lavoro svolto dovrebbero costituire un piccolo gruppo di staff, quattro o cinque elementi, e insieme al Dirigente scolastico monitorare e sostenere il lavoro svolto dai docenti di riferimento scelti per le diverse aree disciplinari. All’interno di questo gruppo andrebbe individuato il Referente del sistema di valutazione (con esclusione del Dirigente scolastico). Questo gruppo potrebbe inoltre occuparsi del sistema di valutazione di attività prioritarie individuate dal POF di istituto o indicate a livello nazionale; ogni scuola potrebbe aggiungere alcune priorità specifiche, i licei linguistici potrebbero inserire il monitoraggio delle attività di stage all’estero, gli istituti tecnici potrebbero considerare le attività di realizzazione degli stage di scuola lavoro. Le figure professionali, rinnovate a rotazione, che avessero contribuito a elevare la qualità complessiva del servizio di formazione dell’istituto, avrebbero diritto ad un incremento retributivo permanente, a meno di una verifica su un eventuale decadimento nello standard delle loro prestazioni, proprio perché avrebbero acquisito nello svolgimento del proprio ruolo delle competenze professionali di livello superiore.
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Guido De Marco