Quale futuro per il sistema natura-cultura?
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Il Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (DESS), partito nel 2005, si chiuderà nel 2014. I principi dettati dall’UNESCO, che ne ha elaborato il progetto, sono definiti dai seguenti parametri: interdisciplinarità, acquisizione di valori, sviluppo del pensiero critico e ricerca della risoluzione di problemi, molteplicità di metodologie, decisioni condivise e partecipate, importanza del contesto locale.
Uomo e ambiente hanno sempre rappresentato un binomio inscindibile nel senso che entrambi hanno avuto il reciproco bisogno di interagire, di stabilire relazioni necessarie per trasformare la società e renderla migliore, una dimora in cui la specie umana ha apportato continui cambiamenti che hanno modificato la sua struttura.
Questo percorso in cui la storia della civiltà ha segnato le tappe più importanti si trova ormai davanti a un bivio che pone a tutti una domanda: come conciliare e riequilibrare il rapporto uomo-ambiente che nel corso degli ultimi decenni ha subito una profonda e inevitabile trasformazione?
È possibile ridisegnare un panorama diverso in cui il sapere e le conoscenze siano alleate e compagne di una natura spesso dimenticata e impoverita?
Il problema si ripropone spesso in ambito economico, politico e comunicativo e molti esperti fanno previsioni catastrofiche se non si mettono in atto interventi mirati, programmi globali di salvaguardia della natura che non riesce più a essere per l’uomo una casa accogliente e comoda, una dimora in cui non ci siano spesso continue devastazioni dovute all’incuria e alla scarsa responsabilità di ognuno e di tutti.
Il progresso ha fornito agli uomini gli strumenti per utilizzare le risorse in campo, le conoscenze sempre più raffinate e tecnologiche hanno modificato il panorama sociale ed economico del mondo intero mettendo a dura prova lo sviluppo sostenibile, il contesto in cui la natura e l’uomo possono convivere senza danneggiarsi in modo spesso irreparabile.
L’entropia e il disordine primario sembrano diventare sempre più vicini, uno scenario apocalittico che i film di fantascienza ci propongono, lontani ma possibili scenari critici in cui la vita dell’uomo e della natura si contrappongono e rivelano il loro bisogno di affermazione e di sussistenza.
Se esiste un modo per rallentare o invertire questo processo bisogna attuare un piano di condivisione, un progetto di interesse comune che possa riconsegnare alla cultura la funzione di ago della bilancia in cui i pesi e le misure siano calibrati per gli interventi necessari nell’ottica del percorso di globalizzazione che interessa il mondo intero.
In questo contesto lo sviluppo sostenibile rappresenta l’incontro e la sinergia tra la sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale.
PER APPROFONDIRE:
Il Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile sul sito dell’UNESCO
Laura Alberico