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Prepariamoci!

Pubblicato il: 01/09/2010 14:20:00 -


Auspico che nelle scuole, finalmente, venga concepita una funzione strumentale che rivesta il ruolo di favorire e stimolare il dialogo, la relazione interpersonale e la comunicazione tra gli insegnanti e gli altri protagonisti implicati, per superare quella “solitudine umana e culturale” che spesso buona parte dei docenti vive dentro la scuola.
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La scuola sta attraversando un periodo veramente difficile, i docenti ne avvertono per primi i segnali di incipiente decadenza e precarietà. È davvero molto sconfortante e demotivante lavorare in contesti scolastici dove si respira grande incertezza sul futuro educativo e formativo dei discenti. Gli insegnanti, in questo nuovo anno scolastico, sono chiamati a resistere potenziando il proprio impegno professionale per cercare di attutire i colpi che vengono inferti da più parti per colpire al cuore la scuola pubblica.

Nelle singole istituzioni scolastiche è bene “chiarirsi”, in sede di Collegio dei Docenti, su ciò che si intende fare per garantire ai discenti una formazione umana e culturale adeguata.

Elaborare, definire e gestire il progetto identitario della scuola (POF) è, ancora per poco (vedi ddl Aprea), competenza esclusiva del Collegio dei docenti (DPR 275/99), per cui la componente docente può e deve condizionare le scelte, le azioni e gli obiettivi da conseguire.

I dirigenti scolastici, pur nelle ristrettezze economiche e in presenza di norme ostative, dovranno riscoprirsi buoni educatori, avendo il compito di creare un clima favorevole, di orientare, collegare, mettere insieme sforzi, azioni dei gruppi e dei singoli, di coinvolgere tutto il personale della scuola e le famiglie, di fare in modo che tutti gli obiettivi siano conseguiti e condivisi, di riconoscere ed elogiare il lavoro altrui.

Per costruire rapporti positivi di interazione all’interno della scuola e tra scuola e società, penso che sia necessario implementare un sistema integrato di comunicazioni, relazioni, documentazione e di informazione in grado di sollecitare la partecipazione e il consolidarsi di un clima collaborativo in cui le varie prospettive culturali possano incontrarsi e fondersi. Il clima organizzativo, le relazioni interpersonali e lo stile gestionale di una scuola influenzano notevolmente la motivazione del personale che deve trovare nell’ambiente di lavoro le spinte giuste per investire le risorse di cui dispone, il proprio entusiasmo e la propria creatività in un processo di cambiamento e di innovazione.

Uno stile relazionale, improntato all’affettività, cordialità e attenzione verso gli interlocutori, garantisce in buona parte il successo di ogni attività.

Anche la gestione della classe e della didattica va rivisitata secondo criteri nuovi che prevedano l’introduzione di nuove unità di apprendimento e nuove metodologie didattiche che incidono positivamente sulla soddisfazione degli studenti e sulla loro motivazione allo studio, la condivisione degli obiettivi, il costruire insieme i percorsi didattici personalizzati, il concertare modalità di gestione dei tempi e dell’ambiente classe.

Auspico che nelle scuole, finalmente, venga concepita una funzione strumentale che rivesta il ruolo di favorire e stimolare il dialogo, la relazione interpersonale e la comunicazione tra gli insegnanti e gli altri protagonisti implicati, per superare quella “solitudine umana e culturale” che spesso buona parte dei docenti vive dentro la scuola.

Le competenze socio-relazionali del docente che ricoprirà l’istituenda figura di funzione strumentale nell’area “Relazioni interpersonali e comunicazione”, devono essere messe in campo e valorizzate per gestire la comunicazione e le relazioni interpersonali, per condurre produttivamente i gruppi di lavoro, per coinvolgere gli altri operatori scolastici, gli studenti, i genitori e tutti i soggetti interessati a partecipare alla vita della scuola, per prevenire eventuali conflitti o risolverli.

Penso a una scuola in cui tutte le attività educative e didattiche messe in campo siano dotate di senso e valore, siano ben collegate tra loro, esprimano risposte congruenti alle domande che provengono dai ragazzi, dalle famiglie e dalla società nel suo complesso.

Un collegio dei docenti che, in un rinnovato spirito di servizio, sia in grado di individuare i ruoli e quindi le persone giuste per attivare e attuare il progetto educativo e formativo d’istituto.

Per ridare libertà di espressione, autonomia e prestigio culturale al collegio, riprendere la propria capacità di iniziativa ed esplicitare l’offerta formativa bisognerà individuare alcune aree di intevento strategiche, variabili in funzione dei luoghi e dei contesti in cui riconoscersi e attivarsi.

In sintesi, io ho pensato a queste:

• PROGETTO EDUCATIVO E FORMATIVO D’ISTITUTO
• RISORSE INFORMATICHE E INTRODUZIONE DELLE NUOVE TECNOLOGIE NELLA PRATICA DIDATTICA
• RELAZIONI INTERPERSONALI E COMUNICAZIONE
• VALORIZZAZIONE MERITO, ECCELLENZE, PROGETTI, CONCORSI
• ACCOGLIENZA, DISAGIO, RECUPERO, PARI OPPORTUNITÀ FORMATIVE, PERCORSI PERSONALIZZATI

Ho la consapevolezza di non dire nulla di nuovo e che è più facile dire che fare, spero però che la mia analisi, che può essere approfondita, contribuisca a far ricordare agli smemorati quanto sia importante riscoprire il ruolo del Collegio dei Docenti, senza il quale la libertà di insegnamento nella scuola pubblica, sancita dalla nostra Costituzione, potrebbe essere messa in discussione.

Non si dimentichi mai che “la libertà di insegnamento sta alla funzione docente come l’indipendenza sta alla funzione del giudice!”.

Infine, le mie riflessioni sottolineano l’importanza del dialogo autentico che deve instaurarsi fra gli insegnanti per generare un clima relazionale positivo che consenta a tutti, dirigenti, docenti, personale ATA, alunni e famiglie di star bene a scuola, essere fiduciosi e fare fronte comune per resistere ai reiterati tentativi di affossare la scuola pubblica.

Saverio Fanigliulo

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