Non è mai troppo tardi
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Come progettare un percorso didattico per vincolare un gruppo classe a uno studio multidisciplinare sulla scienza e sull’innovazione tecnologica.
Negli anni Sessanta una trasmissione televisiva dal titolo “Non è mai troppo tardi”, che aveva il fine di insegnare a leggere e scrivere agli italiani oltre l’età scolare, garantiva tecniche didattiche multimediali, poiché integrate da filmati e supporti audio. Nel 2004 la storia si ripete, un programma di Rai Educational con finalità educative ha ripreso il titolo della trasmissione tv, modificato in “Non è m@i troppo tardi”, usando il moderno simbolo della “chiocciola” per anticipare l’argomento del programma: l’alfabetizzazione informatica.
Oggi la multimedialità è rappresentata da processi molto complessi, infatti bisogna tener conto di aspetti multidisciplinari che comprendono la comunicazione, i contenuti informativi, gli algoritmi ingegneristici, il project management, l’organizzazione del lavoro.
Attualmente quando si crea un blog scientifico come progetto didattico, quindi, si evidenzia una didattica multidisciplinare che si esplica quando una disciplina nella sua attività di esplorazione, di studio, di soluzione di problemi, si avvale necessariamente di un’altra.
Questa forma di sperimentazione didattica sul web 2.0 acquista una valenza particolare, se coinvolge un Istituto professionale per l’industria e l’artigianato residente nel sud d’Italia o nel sud-Isole.
Si parla di valenza particolare, perché molti operatori scolastici, dirigenti, ispettori, professori, esperti, espongono in convegni, forum tematici, collegi docenti, assemblee studentesche dell’indagine OCSE-PISA, prendendola a riferimento per formulare soluzioni più o meno efficaci atte a ottimizzare il rendimento e la qualità della scuola dell’autonomia, anche nell’ambito dell’innovazione tecnologica e scientifica.
In scienze la media OCSE 2006 è di 500 punti mentre la media degli studenti italiani è 475 punti evidenziando un relativo ritardo. Se, però, scomponiamo il risultato italiano nelle 5 macroaree geografiche osserviamo che: il nord-est ottiene 520 punti, il nord-ovest 501 punti, il centro 486 punti, il sud 448 punti, il sud-isole 432 punti. Una scomposizione per indirizzi di studio rivela che a livello nazionale i licei ottengono 518 punti, gli istituti tecnici 475 punti, i professionali solo 414 punti.
Analizzando il dato degli istituti professionali del meridione d’Italia comprendenti le aree geografiche del sud e sud-isole, si può verificare che per le scienze i professionali del sud arrivano a un punteggio di 387 punti mentre quelli del sud-isole a 373 punti.
Dai numeri esposti, osserviamo come la situazione peggiore sia nel sud-isole, dove la differenza rispetto alla media nazionale dei professionali è, per le scienze, di 41 punti (414-373).
Da quanto detto, secondo OCSE PISA 2006 (per OCSE PISA 2009 le cose migliorano di poco), gli studenti sud-isole sono sotto un livello di competenze così definito: “Uno studente possiede conoscenze scientifiche tanto limitate da poter essere applicate soltanto in poche situazioni a lui familiari. È in grado di esporre spiegazioni di carattere scientifico che siano ovvie e procedano direttamente dalle prove fornite”.
Parlando di web 2.0, di social network, è indispensabile, per adeguarsi all’innovazione multimediale, non solo di una infrastruttura a banda larga, ma anche di una corretta formazione all’uso consapevole di tali tecnologie. Le nostre scuole però sono state pensate e organizzate con caratteristiche diverse da quelle che avrebbero dovuto avere per entrare in sintonia con i digital native.
“They like to parallel process and multi-task”. La capacità del digital native di fare più cose contemporaneamente deve essere lo spunto per creare una didattica innovativa basata, per esempio, sul sistema Moodle, un acronimo che sta per Modular Object-Oriented Dynamic Learning Enviroment (Ambiente di Apprendimento Dinamico Modulare e Orientato ad Oggetti), ovvero una piattaforma web open source per l’e-learning (Learning Management System) scritta in PHP e Javascript, progettata per permettere agli insegnanti e agli educatori di creare e gestire corsi on-line con ampie possibilità di interazione tra studente e docente.
Nel progetto “Leggere, scrivere ed interpretare la scienza nel web” si è iniziato gradualmente con la produzione di un video sull’autotrazione a idrogeno, il filmato è stato caricato con adeguato commento su Youtube e condiviso su Facebook.
Il risultato di questo primo step progettuale è stato il riscontro nelle condivisioni di Facebook, con particolare riguardo a quelle provenienti dalle università di Firenze e Roma, e da alcune associazioni culturali, che hanno incentivato e gratificato l’impegno degli studenti coinvolti.
Concludendo, possiamo affermare che attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione, anche per i professionali del sud-isole, non è mai troppo tardi.
Aldo Domenico Ficara