La mia casa è Education 2.0
Una lettera sul convegno di Education 2.0, “La scuola nuova nasce dal basso. Esperienze concrete di innovazione educativa”, dalla Community.
“La scuola è la mia casa” esordisce Berlinguer; viene detto in chiusura: “oggi la scuola non era a Roma ma a Firenze”; ergo: la mia casa è Education 2.0! Perdonatemi, ma il mio entusiasmo era alle stelle. Ora accendo il mio canale razionale: nelle conclusioni si è detto che dai contributi presentati non è emerso un “modello”. Forse no, ma vorrei suggerire alcune caratteristiche che ho riscontrato nella maggior parte degli interventi. La prima è la cura per l’apprendimento degli allievi: ci sono loro, poi il nostro rapporto con loro infine gli argomenti affrontati. Non c’è apprendimento senza cura, anzi, “la cura è apprendimento”. La seconda è che gli allievi sono parte attiva nel processo di insegnamento/apprendimento: l’insegnante diventa tutor e magicamente spariscono la lezione frontale e l’ansia del “programma” da svolgere. La terza è che i contenuti oggetto di apprendimento sono affrontati da un punto di vista pluridisciplinare: in questo modo non solo si predispone un “contesto di senso” per gli allievi, ma si promuove anche l’acquisizione di competenze trasversali. Penso che Education 2.0 debba coinvolgere direttamente le istituzioni scolastiche per attivare processi didattici che abbiano le caratteristiche sopra elencate e quelle che altri partecipanti al convegno riterranno opportuno segnalare alla redazione. A noi insegnanti spetta il compito di tenere duro e di fare da apripista. Buon lavoro a tutti.
Per coloro che volessero rivedere alcuni dei momenti del convegno, sono reperibili delle registrazioni alla seguente pagina:
/ustream.shtml
Inoltre, nelle prossime settimane pubblicheremo i contributi inviati alla redazione per il convegno, in modo da condividere le esperienze delle scuole con tutti i lettori di Education 2.0.
Antonello Pesce