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Incubi notturni

Pubblicato il: 19/04/2011 17:10:00 - e


Naomi e Sara ci hanno inviato il loro racconto per “La grande fabbrica delle short stories”, l’iniziativa di Education 2.0 per i ragazzi e le ragazze della secondaria di primo grado che si vogliono cimentare con la scrittura di storie brevi. Inviate le vostre a community@educationduepuntozero.it
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In una notte buia e tempestosa, in una piccola casetta abbandonata, dormiva, nel suo lettino ormai corroso dal tempo, Sara. Sara era una ragazza dall’animo dolce e gentile. Era molto agile e snella e aveva due enormi occhi verdi che rispecchiavano l’anima, delle labbra sottili e un nasino piccolino. D’un tratto, per colpa di un tremendo tuono, Sara si svegliò e si ritrovò in un ambiente che non era più piccolo, ma spazioso e gigantesco. Ben presto si accorse che quello non era un castello o una meravigliosa casa, bensì era una stupenda scuola: la “Don Milani”. Cominciò a guardarsi intorno e a vagare senza meta, come un’anima sperduta per la scuola. Dopo aver vagato per molto tempo, Sara incontrò una ragazza, si chiamava Naomi. Ella era una ragazza molto attenta a ciò che le vagava intorno, ma allo stesso tempo era molto gentile ed esile, con occhioni color acqua marina e un nasino piccolino. Sara rimase a fissarla per un po’, assomigliava moltissimo a sua sorella, ma sapeva che non poteva essere lei, così le domandò: ”Chi sei??”. La ragazza rispose: ”Sono Naomi. Ma tu cosa ci fai qui?, Non lo sai che è pericoloso?” Sara turbata disse: ”Non so come ho fatto a capitare in questo posto, ma perché dici che è pericoloso? Mi sembra un posto molto tranquillo!”. Naomi, come stupita, le diede spiegazioni: ”È da un po’ di giorni che nella scuola vaga un serial killer e ancora non si riesce a scoprire chi sia e dove siano finiti i ragazzi scomparsi”. Sara rimase scioccata, ma Naomi la prese per mano e insieme cercarono un luogo sicuro. Camminando, camminando, arrivate alle scale, videro colare da esse una strana sostanza rossa, nello stesso momento Sara urlò: ”Aiutoo… questo è sangue”. Immediatamente Naomi le tappò la bocca dicendole di non urlare, altrimenti sarebbero state scoperte dal serial killer. Continuarono il loro vagare per la scuola. D’un tratto un urlo agghiacciante risuonò nelle grandi aule. Preoccupate, andarono a vedere cosa era successo e lì trovarono una giovane impiccata con una grossa corda alla lampada buia. Impaurite si avvicinarono e trovarono sulla maglietta della ragazza una targhetta con su scritto il nome: ”Flavia”, e sul retro della targhetta un avvertimento da parte dell’omicida: ”Sara, Naomi fermate le vostre ricerche o le prossime sarete voi, ma farete una fine peggiore AHAH”. Erano così preoccupate che pensarono di dar retta a ciò che l’omicida aveva scritto su quell’orribile targhetta, ma poi pensarono e si dissero parlando a voce bassa per paura di essere sentite da qualcuno: ”Per un attimo abbiamo pensato la cosa sbagliata… dobbiamo proteggere la scuola e tutti gli alunni, trovando il serial killer e rinchiudendolo in prigione per fargli pagare ciò che ha fatto!”. Solo così la scuola poteva continuare a migliorare e offrire agli alunni delle lezioni e quindi delle conoscenze. Avevano fatto la scelta giusta anche se mettevano in pericolo la loro giovane vita. Così proseguirono le loro ricerche. Percorrendo il lungo e tenebroso corridoio intravidero una luce abbagliante provenire dalla fine del corridoio. Tremanti si avvicinarono passo dopo passo e sotto i loro piedi si sentiva il pavimento che intonava una paurosa e petulante canzoncina. Entrambe afferrarono una scopa e una pila e si fecero coraggio. Con un bel respiro impugnarono chi la scopa, chi la torcia e … “BAM” trovarono un altro cadavere. Era una scena orripilante. Una persona appesa a testa in giù, con una lampadina in bocca che rifletteva sul muro un altro messaggio: ”Questa volta vi ho risparmiato, ma tra cinque ore morirete, se ancora per la scuola vagherete! AHAH!!”. Le due ragazze guardandosi in faccia, prima sbiancarono, poi scoppiarono in un’interminabile risata nervosa; anche se dentro di loro regnava ancora la paura e l’angoscia e allo stesso tempo vagavano mille domande, come: ”E se ci scova? Se fosse tutto vero? Come possiamo sconfiggerlo?”. Poi diedero uno sguardo più attento al cadavere, e scoprirono che era Riccardo, uno studente. Tenendosi per mano proseguirono, ma precipitarono al piano inferiore perché il pavimento era stato demolito. Si alzò una nube grigiastra, le ragazze cominciarono a tossire, poi la nube scomparve e davanti gli occhi delle giovani fanciulle apparirono delle distese di teli neri, sembrava coprissero degli oggetti antichi e abbandonati. Sara e Naomi incuriosite sollevarono i grossi teli neri pensando di trovare qualche oggetto che le avrebbe aiutate a catturare l’omicida, ma… un brivido le percosse dalla testa ai piedi, ed emisero un urlo acuto; sotto quei teli non c’erano degli oggetti, ma bensì dei cadaveri, uccisi in diversi e spregevoli modi. Erano tutti gli studenti scomparsi dalla scuola. Le ore passavano e per le ragazze rimaneva poco tempo per salvare la scuola con tutti i suoi studenti.

Immediatamente le fanciulle spaventate corsero fuori dalla stanza percorrendo il corridoio e curiosando in ogni angolo delle stanze, dove vi trovarono altri cadaveri, ma questa volta sulle targhette che avevano sopra i vestiti non c’era scritto nulla, soltanto il nome del cadavere. C’era Tonia, Elena, Denise, Melania, Estelle, Rosa, Jessica, Amin, Luca, Alessandro, Simone, Federico, Cristian, Antonio, Melissa, Giulia, Giorgia, Anthony, Luca, e molti altri. Sfortunatamente per le due ragazze le cinque ore erano ormai passate e, come promesso dal serial killer, la morte era alle porte. Ad un tratto un lampo illuminò il volto diabolico dell’omicida che si avvicinava sempre più alle due ragazze. Loro indietreggiavano cercando di sfuggirgli, ma sfortunatamente entrarono in un vicolo cieco. Ormai non avevano più scampo!!! Erano in trappola!! Solo un miracolo poteva salvarle! Il serial killer era sempre più vicino alle ragazze, tanto che esse riuscirono a scoprire il suo volto: era uno dei ragazzi della scuola di nome Amedeo. Era pronto a trafiggerle con un pugnale insanguinato, quando un tuono spaventoso, fece scomparire tutto. Sara e Naomi si svegliarono all’istante con un balzo ed urlarono, credendo di trovarsi ancora in quell’atroce sogno. Si guardarono negli occhi, e si tranquillizzarono, vedendo che tutto era tornato alla normalità, e che tutte quelle atrocità non erano successe veramente, ma era solo un incubo. Eppure lo avevano vissuto così in prima persona! E come mai avevano avuto lo stesso incubo? Ma era stato solo un sogno o…???

***
Rif. progetti Soave Kids: http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=87 e Pinocchio 2.0: http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=275, http://www.facebook.com/group.php?gid=139204519436108

Naomi Consalvo e Sara Consalvo

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