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La filosofia come pratica educativa nella scuola primaria

Pubblicato il: 27/10/2010 15:40:00 -


La filosofia non in una logica di mera aggiunzione di “materie”, bensì come metodo. Il dialogo come spazio aperto in cui si confrontano e si negoziano le diverse prospettive interpretative della realtà, si co-costruisce conoscenza. L’esperienza nella primaria a Frattamaggiore (NA).
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La scuola Mazzini di Frattamaggiore ha da anni avviato esperienze di filosofia con i bambini. L’esperienza che qui raccontiamo è stata presentata anche alla Città della Scienza il 14 ottobre, nell’ambito di 3 Giorni per la Scuola, e fa riferimento a un percorso dal titolo “Uno spazio per affermarsi cittadino” che vede coinvolti alunni delle classi terze e quarte.

Si tratta di assumere la filosofia non in una logica di mera aggiunzione di “materie”, bensì come metodo, per più alti sguardi conoscitivi e nuove interazioni. Si tratta di assumere il dialogo come spazio aperto in cui si confrontano e si negoziano le diverse prospettive interpretative della realtà, si co-costruisce conoscenza:
• Elevare all’ordine di un problema ciò che risulta ovvio per il pensiero del senso comune.
• Smontare le impalcature che sorreggono il nostro quotidiano per svelarne i punti di crisi.
• Avviare i bambini e i ragazzi a pensare in profondità, a prendere posizione autonoma e motivata nei confronti delle questioni considerate.
• Vivere insieme ai bambini il lavoro di confronto con idee e pensieri, lo sforzo di individuare con chiarezza i problemi, di delimitare le questioni, di stabilire connessioni, di creare ipotesi alternative non arbitrarie, di ricercare soluzioni.
• Vivere la parola e/o gesto dell’altro come fonte di ispirazione dei propri pensieri.
• Saper ammirare il punto di vista dell’altro, quantunque l’altro non sia il mio compagno di banco.

Il pensiero, attraverso il ragionare insieme, si fa capacità di scegliere, di esporsi, di sostenere le ragioni di chi è lontano da noi come stile di vita, come modo di sentire le cose. Qualcosa di più di un semplice modo di pensare: esso è bensì un modo di essere all’altezza delle sfide che porta con sé lo stare insieme.

La filosofia nasce dalla meraviglia. Non una generica meraviglia o sorpresa, quanto piuttosto il percepire un problema. La filosofia nasce da questa meraviglia che tutto problematizza, senza nulla presupporre. La meraviglia che sa farsi ribellione e quindi impegno morale di resistere. Questo è l’atteggiamento fondamentale della filosofia, quanto mai attuale in un’epoca in cui l’opinione comune, la chiacchiera, il generico “così si dice”, è incapace di arrestare i propri passi in una riflessione che continuamente dovrebbe porsi la domanda: “qual è la ragione per cui devo fare proprio così e non in un altro modo”?

Imparare a pensare con la “propria” testa. Imparare a dissequestrare la parole quando, smarrendo la loro vocazione di dare luogo a nuovi inizi, diventano cliché. La novità che emerge da questa esperienza riqualifica la relazione educativa: l’educatore non è solo colui che educa, ma colui che, mentre educa, è educato nel dialogo con l’educando, il quale a sua volta, mentre è educato, anche educa. La disponibilità a insegnare come strettamente legata alla massima disponibilità a imparare.

L’educazione comincia dalla consapevolezza che cambiare è difficile, ma è possibile. La rassegnazione di fronte alle offese che ci distruggono nel nostro essere, l’immobilismo di chi è stato messo a tacere, l’elogio all’adeguarsi, inteso come fatalità o destino da cui non si può sfuggire, sono la negazione dell’umanizzazione e dell’educazione. Soltanto attraverso l’impegno di formare ogni essere umano alla coscienza critica si potrà determinare un reale cambiamento. Quando l’educazione si fa problematizzante assume l’intima caratteristica della dialogicità, che reimposta creativamente e in modo sempre nuovo sia la relazione interpersonale-sociale sia il rapporto con il mondo e con i contenuti che devono essere guardati, letti, interpretati.

Non esiste parola autentica che non sia prassi. Pronunciare la parola autentica significa trasformare il mondo. Diventare artigiani del pensiero, del proprio pensiero, nella consapevolezza che è nella dimensione pubblica che si co-costruiscono i significati.

Ma lo spazio del discorso, della parola, del dibattito, della libera iniziativa umana, in cui ognuno esprime il proprio punto di vista e si confronta con gli altri, in spirito di compartecipazione, di condivisione, non è un bene garantito per sempre, non è un bene stabile e acquisito. Occorre allenare il senso di giudizio dei bambini e il nostro, la capacità di giudicare, di pensare liberamente, di svincolarci dal conformismo e dal pensiero dell’uomomassa, per affermare il nostro essere persone singolari, distinte, in modo che tra noi si instauri un’uguaglianza per reciprocità.

La scuola Mazzini di Frattamaggiore è socio fondatore di AMICA SOFIA, associazione nata nel 2002 a Perugia e che negli anni, attraverso una intensa attività editoriale e di ricerca, ha promosso l’incontro di esperienze di filosofia con i bambini e i ragazzi nelle scuole e in altre realtà educative presenti su territorio nazionale, con l’intento di dare voce all’impegno di chi è capace di lasciarsi ispirare dalla parola dei bambini, di vivere insieme ai bambini e ai ragazzi nuove possibilità.

AMICA SOFIA è comunità di ricerca, con sede legale presso il Dipartimento di Scienze Umane e della Formazione dell’Università di Perugia, al cui interno le persone impegnate sul piano dell’educazione (e chi non lo è?), pur appartenendo a scuole di pensiero diverse, sono impegnate nel dare un contributo loro a una maggiore comprensione per il passaggio da ciò che potrebbe essere a ciò che insieme possiamo condividere.

Per approfondire:
• Il videoracconto delle sessioni di filosofia in classe
• L’intervento di Pina Montesarchio a 3 Giorni per la Scuola

Pina Montesarchio

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