Elogio dell’educazione lenta
In ambito pedagogico esiste una corrente di pensiero “slow” che sostiene la valenza educativa dell’apprendimento basato su processi naturali in cui i ritmi temporali abbiano i tempi giusti. Il modello istituzionale e didattico attuale si inserisce in un contesto tecnicistico e quantitativo che considera la rapidità e la competizione gli strumenti necessari per arrivare a risultati attesi significativi e culturalmente efficaci. Si pensi ai voti e alle prove Invalsi che rappresentano un sistema di valutazione ministeriale unico calato nelle varie realtà locali, senza tener conto delle diverse condizioni in cui le istituzioni scolastiche si trovano a operare.
Nel libro “Elogio de la educación lenta” (edit. Grao, Barcellona, 2009) Joan Domènech Francesc si propone, in controtendenza, la visione di un tempo educativo rispettoso della tranquillità, della lentezza e della pazienza, strumenti necessari per uno sviluppo formativo naturale e permanente. Il “tempo globale e diffuso” consente di assecondare e metabolizzare i processi apprenditivi di ogni singolo alunno. Devono essere le stesse attività a definire il tempo occorrente e non il contrario in modo che a ogni alunno sia dato lo spazio necessario per portarle avanti. L’“educazione lenta” tende a ridefinire i tempi e gli spazi non solo scolastici ma sociali, quelli in cui si intessono le relazioni interpersonali minacciate oggi da una eccessiva superficialità e rapidità. Per questo motivo si parla di un processo educativo sostenibile cioè capace di sviluppare una pedagogia “ecologica” fondata sull’impiego razionale delle risorse dell’individuo e della collettività, in contrasto con le leggi dettate dal consumismo e dal mercato. Il decalogo dell’educazione lenta ci mostra in dettaglio come orientare gli obiettivi educativi:
• DECIDERE: dove vogliamo andare, perché vogliamo educare, cosa chiediamo e condividerlo con gli alunni e le famiglie.
• COINVOLGERE: l’intesa fra insegnanti, alunni e famiglie è la condizione chiave per il successo di un processo educativo.
• STABILIRE LE PRIORITÀ: analizzare quali sono gli aspetti importanti e urgenti.
• SAPER PERDERE IL TEMPO: con attività non organizzate e non preordinate.
• DARE IL TEMPO SUFFICIENTE: perché l’alunno possa essere creativo.
• COLTIVARE LA PAZIENZA E LA PERSEVERANZA: basarsi sul fatto che gli alunni avvertano l’importanza delle attività che si propongono.
• SAPER VIVERE: essere positivi, testimoniare il rispetto e il buon umore.
• SFRUTTARE IL MOMENTO: non farsi condizionare dal programma da svolgere e dai risultati da raggiungere.
• SEMPLIFICARE: limitare gli obiettivi in modo da approfondire quello che si fa.
• CONOSCERE: proporre le innovazioni sulla base della conoscenza approfondita di tutti i settori della comunità scolastica.
I ragazzi di oggi sono spinti sempre di più al consumismo inteso come processo di “sfruttamento” delle risorse messe a loro disposizione dalla avanzata tecnologia; i canali della comunicazione verbale e scritta sono diventati poveri e spesso contratti per un uso particolare e anomalo della lingua italiana. Tutto questo porta spesso a ignorare i contenuti strutturali e simbolici di un testo, il senso della comunicazione come trasmissione di messaggi di un certo spessore culturale. Nella pratica dell’insegnamento i ragazzi si trovano in difficoltà quando devono ascoltare, tendono quasi sempre a rispondere soltanto a semplici ordini di esecuzione come in fondo accade quando hanno in mano giochi elettronici all’ultima moda. L’abitudine alla riflessione è un esercizio che necessita di tempo, quel compagno invisibile che spesso diventa un nemico perché logora i rapporti sociali e diffonde nell’animo un senso di inadeguatezza e fragilità. L’educazione lenta può essere definita un mosaico artigianale in cui la pazienza, la dedizione, l’attenzione al processo educativo rendono il cammino un percorso costante di piccole conquiste personali e della collettività.
Per approfondire:
• Cesare Scurati, “Lanci d’attenzione: elettricità e lentezza”, Scuola e didattica 1/12/2010
• Joan Domènech Francesc, “Elogio de la educación lenta”, edit. Grao, Barcellona, 2009
• Gianfranco Zavalloni, “Un movimento, una rete per una ‘slow school’”, su Education 2.0
Laura Alberico