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Educazione alla cittadinanza e storia locale

Pubblicato il: 30/07/2009 19:40:00 -


Una breve riflessione didattica su memoria, territorio e integrazione.
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I recenti interventi legislativi in materia di educazione alla cittadinanza e alla Costituzione (D.L. 137/08) e i successivi documenti ministeriali, per quanto intendano porre l’attenzione sulla necessità di rivalutare l’insegnamento dell’educazione civica con riguardo anche alle nuove tematiche sociali e di sostegno alle categorie dei più deboli, comportano in effetti un ripensamento complessivo delle finalità educative e trasversali dell’insegnamento della storia che in epoca recente sembra risentire di un distorto rapporto tra i giovani e la memoria di ciò che è passato.

Il progressivo venir meno dell’alleanza tra la dimensione cognitiva e quella etica dell’insegnamento della storia, così come invece avveniva in precedenza, ha profondamente modificato la funzione educativa della disciplina, alimentata nel contempo da una distorta percezione del tempo, dilatato in un continuo presente, e da un pericoloso e a volte dicotomico sradicamento dal contesto di appartenenza.

Un mediazione didattica della storia adeguata alle nuove generazioni e centrata sull’attuale condizione umana e culturale dovrebbe così promuovere l’acquisizione di strumenti cognitivi e soprattutto operativi finalizzati allo sviluppo di una nuova cittadinanza vissuta in maniera consapevole e adeguata alle nuove istanze socio-culturali.

Il modello della ricerca storiografica, per il rigore e il rispetto delle procedure di analisi dei testi, riteniamo che rappresenti un approccio metodologico praticabile soprattutto nella scuola secondaria di II grado, mentre la pratica della didattica del laboratorio con il suo ordito complesso, nato dall’intersezione dei diversi livelli della storia (locale, settoriale, di genere) potrà esser considerato la chiave di volta di un insegnamento profondamente e complessivamente rinnovato.

Per quanto concerne l’individuazione dei contenuti, l’attenzione nei riguardi della dimensione locale, avvalora la riscoperta di una storia che con tracce visibili sembra concretizzare quanto osservato e analizzato su scala mondiale.

La consapevolezza che ciò che è accaduto appartiene al passato di ogni singolo individuo e al passato della comunità di cui si dovrebbe essere parte attiva, lungi dall’idea di voler creare pericolosi steccati ideologici, contribuisce alla formazione di un moderno concetto di cittadinanza, in cui la scoperta dell’intrinseco valore educativo del patrimonio culturale ne comporta non solo la salvaguardia ma anche la possibilità di innescare un virtuoso meccanismo di promozione sociale del contesto che lo tutela.

Un’attività didattica del genere, non più limitata al lavoro in aula, dovrà essere connessa con lo studio del territorio, considerato un laboratorio di storia a cielo aperto in cui gli studenti avranno modo di mettere in campo competenze e conoscenze complesse legate alle grammatiche dei diversi linguaggi utilizzati.

Il focus sulle vicende locali agevola di fatti il passaggio a un canone didattico e formativo non codificato aprioristicamente e che risulta centrato sull’apporto della ricerca inter e pluri-disciplinare. La progettazione di un curricolo in cui siano evidenziate diverse categorie concettuali promuoverà allora la scoperta di una rinnovata identità culturale fondata, come ad esempio nel caso della storia italiana, su un melting pot culturale che nel corso del tempo si è distinto per una continua tensione e interazione con gruppi diversi. Riteniamo infatti che accompagnare le giovani generazioni nel processo di inserimento nella società significhi partire da una conoscenza del contesto in cui si vive per costruire insieme a essi un nuovo modo di vivere la cittadinanza, consapevoli del fatto che le proprie radici sono la risultante di innumerevoli incontri e di reciproci scambi con altri uomini e con altre comunità.

Marina Usala

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