eTwinning: quando la scuola diventa community
Il primo portale pubblico di social network “reale” che cambia le regole dell’insegnamento tradizionale. Un’esperienza presentata al III Convegno di Education 2.0.
Nata nel 2005 come innovativa e “avanguardistica” azione europea (dal 2007 parte del Lifelong Learning Programme), in pochi anni eTwinning è diventata un piccolo fenomeno di successo della scuola italiana, ritagliandosi un ruolo di primo piano come metodo alternativo e di supporto alla didattica tradizionale, sempre più al centro del lavoro di quei docenti in costante ricerca di nuovi stimoli, metodi e strumenti di insegnamento.
eTwinning rappresenta una risorsa reale basata su un processo tipico del social networking: vero e proprio “luogo” virtuale di comunione e incontro di competenze e passioni del singolo, che sfociano in una vera e propria community europea. Ma è la capillarità, forse, l’aspetto più interessante di questa comunità telematica. Questa è, infatti, scandita al suo interno da innumerevoli gruppi di “eTwinners” a livello nazionale, regionale e provinciale, fino ad arrivare agli “school team”, ossia gruppi di docenti del medesimo istituto che collaborano quotidianamente per portare avanti progetti interdisciplinari di gemellaggio elettronico.
L’Italia è, ad oggi, il secondo Paese europeo (dopo la Polonia e prima della Francia) come numero di gemellaggi elettronici tra docenti. Si tratta di una vera novità nel campo della scuola e del mondo dei social network: il portale non presenta infatti alcun aspetto commerciale, come Facebook e affini, ma ha uno scopo di pubblica utilità, ovvero l’istruzione.
Tramite il Web, i docenti di tutta Europa possono concentrarsi sugli strumenti da condividere con gli altri, permettendo ai ragazzi di “fare un passo” nelle culture altrui, nell’obiettivo di creare e alimentare nelle nuove generazioni quel sentimento di unione e comunione per i cittadini europei del domani.
Ecco, quindi, che in eTwinning le attività di “sharing contents” e lavoro collaborativo si affermano come veri pilastri di una concretezza didattica che altro non è se non l’apprendimento tramite le nuove tecnologie social del portale e la comunicazione tra docenti iscritti. Si denotano, quindi, altri due livelli di comunicazione orizzontale grazie all’uso delle nuove tecnologie, che si affiancano al tradizionale rapporto docente/insegnante, ossia la condivisone “virtuale” di senso tra le community di docenti e quella degli alunni, sia in ottica autoreferenziale che di scambio reciproco. Alla luce di questo, diventa d’obbligo assegnare ad eTwinning anche una capacità indiretta di creare e mettere in comunicazione reti intergenerazionali internazionali all’interno di una community di soggetti sociali con aspettative e bisogni simili (i docenti) ma anche diversi (docenti-alunni), facendoli relazionare sulla base di approcci didattici innovativi. Questo tramite la costruzione di prodotti reali nel campo dell’esperienza, utili allo sviluppo dell’identità del singolo e alla ridefinizione delle regole e dei confini di ciascun gruppo, ossia dei ruoli scolastici ed educativi nel loro complesso.
Ecco, quindi, che l’ambiente scolastico può subire, come conseguenza, una completa metamorfosi dei suoi punti cardine, tramite il connubio di tecnologia e nuove modalità di reti sociali, instaurate su canoni di apertura, inclusione e scambio attivo.
Oltre al network “ufficiale”, esistono anche alcune reti parallele che si snodano in via del tutto spontanea tra i ragazzi, ma soprattutto tra docenti-bloggers e appassionati di social media. Gruppi che, di contesto al lavoro sul portale, hanno saputo sviluppare forme alternative di comunicazione e comunione di intenti, creando gruppi sui già noti social, forum, blog e addirittura materiale scaricabile attraverso l’utilizzo dei numerosi tools presenti in rete.
La premessa di tutto questo è quella di guardare al Web 2.0 soprattutto come a un “luogo” di conoscenza e ascolto, con il social networking che deve essere considerato un processo evolutivo (e tecnologico) tuttora in atto. Viviamo in un’epoca in cui, in tutto il mondo, la libera impresa sta investendo sui social networks per accrescere le proprie capacità relazionali, considerando tali strumenti come occasione di business. Bisogna tenere presente che, in passato, la nostra capacità comunicativa è stata sempre sviluppata e alimentata dalla tecnologia, attraverso un’evoluzione mediale che, prima del Web – ultimo tassello evolutivo della catena – ha visto nella scrittura, radio, televisione, cinema e fotografia i mezzi fondamentali per la crescita sociale e relazionale dell’uomo, mezzi che hanno saputo sommarsi l’un l’altro senza, tuttavia, mai escludersi. La tecnologia, quindi, è sempre stata supporto o “strumento” di un processo evolutivo sociale che si riflette poi nel nostro modo di comunicare. Se poi consideriamo la comunicazione come ulteriore processo per lo scambio informativo naturale atto a modificare, migliorare ed evolvere le nostre relazioni sociali, è chiaro che il fenomeno dei social network diventa piuttosto complesso da interpretare.
Ma proprio perché la tecnologia è solamente supporto o strumento di una vocazione naturale, non possiamo dire che il social networking è “virtuale”. Infatti, la nostra esperienza di fruitori del Web attuale ci suggerisce che il social network è immensamente reale, con riflessi e ripercussioni che impattano concretamente nella nostra vita e nelle nostre abitudini quotidiane. Gli scambi informativi tra le persone avvengono realmente, indipendentemente dal tipo o dalla qualità dell’informazione scambiata. Questo è valido ovviamente anche per il contesto scolastico, con l’aspetto didattico che assume i connotati di una novità altamente affascinante perché “sociale”, ed eTwinning non è altro che lo strumento più adatto per comprendere e, soprattutto, rendere fattiva questa nuova, strepitosa opportunità.
ABSTRACT:
Nata nel 2005 come “avanguardistica” azione europea, eTwinning è diventata un piccolo fenomeno di successo della scuola italiana, capace di mettere in comunicazione reti intergenerazionali internazionali all’interno di una community di studenti e docenti, facendoli relazionare sulla base di approcci didattici innovativi ed esperienze reali, utili allo sviluppo dell’identità del singolo e alla ridefinizione delle regole e dei confini di ciascun gruppo, ossia dei ruoli scolastici ed educativi nel loro complesso.
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Lorenzo Mentuccia