Crisi della scuola media: una via d’uscita
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Per sanare la crisi della scuola media non servono nuove riforme, ma la gestione attenta di un’agenda di priorità. Alcune proposte, da attuarsi senza grossi investimenti economici e senza stravolgere un ordinamento “immutabile”.
In questo inizio di gennaio è partita una “fiammata” verso la Scuola secondaria di 1° grado (media). Anzi, sarebbe il caso di dire, “contro” quel segmento di scuola. Analizzare i problemi della Scuola media italiana è un po’ come “sparare sulla Croce rossa”: si dovrebbe smettere di farlo. Quello che diventa necessario è, probabilmente, indicare le vie d’uscita.
Il messaggio sta arrivando molto forte, ma temo che, come tanti messaggi del genere, sia destinato a non produrre nulla. Non succede tutti i giorni, però, che la Fondazione Agnelli (“Rapporto sulla scuola in Italia”, Laterza, Bari 2011) Luigi Berlinguer (“Le esperienze dal basso e la volontà politica. Ancora sulla crisi della “scuola media”) e Scuola & Didattica (a partire dal n° 9 del 15 dicembre 2011: “Tra ‘forme’ e ‘riforme’: quale identità per la scuola secondaria di primo grado?”) convergano in una descrizione così profonda di un segmento scolastico in crisi.
Mi inserisco nella discussione partendo dalla fine, cioè dando per acquisita, sia a livello politico-decisionale sia a livello pedagogico-educativo, tutta la letteratura sull’argomento relativa all’analisi, ai bisogni, alle cause, agli effetti, al “benchmark” internazionale, alle riforme scritte e non realizzate e a quelle scritte e realizzate. Mi inserisco, quindi, solo nella fase dei “titoli per il futuro” di una Scuola secondaria di 1° grado che possa realizzare quello che finora non ha realizzato.
Di seguito, organizzo un’agenda di lavoro, che potrebbe essere messa in cantiere senza nuove riforme, senza grossi investimenti economici, senza stravolgere un ordinamento che pare immutabile e che le ultime riforme hanno solo reso più rigido e disordinato. Come in tutti gli elenchi, le omissioni sono tante, ma verranno certamente colmate dai molti che continueranno a ragionare intorno alla Scuola “media”.
Questi i “titoli” per un futuro “Convegno sulla scuola media“ che suggerisco.
DIMINUZIONE DEL TEMPO SCUOLA OBBLIGATORIO
1.000 ore annuali obbligatorie per tutti gli alunni sono un elemento utile solo a produrre dispersione, perché i curricoli (o le vecchie programmazioni, per chi ancora le fa) vengono tarati su quel tempo scuola pensato per i vecchi programmi. Credo sia necessario avere un monte ore obbligatorio di 600 ore annue, entro cui inserire le discipline, e, poi, un monte ore di circa 400 ore in cui far convergere il resto (gite, ricreazioni, assenze dei docenti, assenze degli alunni, progetti ecc.). Ogni scuola dovrebbe pensare un curricolo di 600 ore da realizzare “senza se e senza ma” costruendo poi il resto, dopo aver impostato quel nucleo orario fondativo.
VALUTAZIONE PER CREDITI E NON PER MEDIE
La media matematica rende importanti i voti negativi e deboli quelli positivi, e questo porta ad ulteriore dispersione. Il sistema dei crediti e dei punteggi, invece, permette a tutti di validare i percorsi positivi, anche se sono pochi. Inoltre, permette ai migliori di veder realmente considerato il lavoro che fanno, senza perdersi in una “notte indistinta” in cui tutte le domande e le prove sono definite dentro una gerarchia a disposizione del solo docente che la mette in atto. Un sistema di valutazione per crediti permetterebbe di mettere fine allo “sconcio” delle migliaia di insufficienze che ogni Scuola media, a fine anno, trasforma in sufficienze per voto di consiglio.
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Una certificazione delle competenze che produca credito valutativo per l’alunno renderebbe attuale e necessaria una “didattica per competenze”, sempre più importante in una scuola che ha difficoltà a trasmettere anche le nozioni più semplici a molti alunni. Essa metterebbe la scuola davanti all’obbligo di certificare alcune competenze sociali, ma non apprese a scuola (come quella digitale), attualmente private di cittadinanza.
CURRICOLARITÀ
Una diversa valutazione e un tempo scuola ridotto produrrebbero la necessità di una curricolarità reale e fortemente condizionante i percorsi delle scuole.
ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DEL DIPLOMA CONCLUSIVO DEL PRIMO CICLO
Dal punto di vista sociale e sostanziale, già oggi quel titolo di studio ha valore solo per chi non lo possiede (stranieri, soggetti deprivati, disagiati, deviati). Togliendo a esso ogni valore legale, l’esame finale potrebbe essere la giusta conclusione di un sistema di crediti, avere forte valore formativo e qualificare i migliori con una bella soddisfazione orientativa.
VERTICALITÀ E SECONDARIETÀ
È necessario che il curricolo sia sintetico e prenda sul serio sia la verticalità del processo di apprendimento, sia la secondarietà della Scuola media. Solo coniugando didatticamente le due azioni si potrà raggiungere uno scopo migliorativo dell’esistente.
Stefano Stefanel