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Una comunicazione alternativa, per l’integrazione

Pubblicato il: 24/05/2013 10:55:51 -


Libri “su misura”, realizzati con un particolare software, aiutano un bambino disabile a entrare in relazione con gli altri. E i compagni imparano a non aver paura della diversità. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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La nostra esperienza nasce dall’inserimento nella nostra scuola di un bambino affetto da una grave disabilità che lo rende estremamente dipendente dall’adulto: E. non parla e si muove nella scuola con l’ausilio di una carrozzina spinta dall’insegnante. La necessità principale è stata trovare una modalità alternativa di comunicazione e fornire al bambino uno strumento che lo aiutasse a entrare in relazione con gli altri.

In accordo con la famiglia abbiamo intrapreso un percorso di formazione presso il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa della clinica Mangiagalli di Milano che, oltre a offrirci delle conoscenze teoriche di C.A.A., ci ha consentito di conoscere un software chiamato Sym Writer che aiuta studenti e adulti che hanno difficoltà di comunicazione.

Il Sym Writer è un programma innovativo per scrivere testi che vengono automaticamente tradotti in simboli, ed è utile agli insegnanti per la realizzazione di materiale didattico, in particolare per la costruzione di libri “su misura”.

I libri su misura possono essere personalizzati e modificati. Il libro personalizzato è un libro completamente nuovo che viene creato per quello specifico bambino e racconta esperienze per lui emotivamente significative, mentre il libro modificato prende avvio da un libro già esistente che viene modificato per essere reso accessibile.

La famiglia da tempo utilizzava libri modificati, pertanto E. aveva già familiarizzato con questo strumento.

A scuola, E. è inserito in una sezione di bambini di tre anni che ha seguito nel corso dell’anno scolastico un percorso sui colori e le emozioni attraverso la lettura di racconti.

Le storie raccontate le abbiamo tradotte in simboli per creare libri modificati, sia per continuare il lavoro della famiglia sia per far conoscere e fornire ai compagni di E. uno strumento per entrare in relazione con lui.

Oltre ai libri, abbiamo ritenuto necessario riorganizzare l’ambiente scolastico attraverso l’uso di etichettature, cioè il posizionamento di simboli nell’ambiente o sugli oggetti per denominarli o all’esterno di contenitori per indicarne il contenuto; striscia procedure/sequenze attività e cartellini per compiere scelte.

Tutto ciò è stato molto utile nella nostra scuola “Senza Zaino”. Nelle aule, divise per angoli, etichettature, strisce procedure tradotte in simboli si sono rivelati efficaci per tutti i bambini, i quali si muovono negli spazi con più autonomia.

Per E., data la sua impossibilità a muoversi da solo nell’aula, abbiamo realizzato dei cartellini con le immagini relative agli angoli, consentendogli la possibilità di fare una scelta (“E. cosa vuoi fare? Vuoi Leggere? Si o no?”).
Data la gravità della problematica, ed essendo questa esperienza in una fase iniziale, i segnali che lui ci invia (sguardi, piccoli vocalizzi, movimenti delle braccia) non sono sempre facili da interpretare, per cui non possiamo essere assolutamente certi delle sue risposte.

Possiamo, però, affermare con certezza che E. per noi e per i suoi compagni è stata una ricchezza sotto diversi punti di vista: non solo grazie a lui noi abbiamo scoperto un nuovo strumento per migliorare la nostra attività didattica; la sua presenza ha anche permesso ai bambini di imparare a non aver paura della diversità.

L’esperienza si è rivelata del tutto positiva; continueremo, pertanto, a portare avanti questo lavoro, con la consapevolezza di avere ancora la necessità di approfondire le nostre conoscenze al fine di migliorare l’integrazione di tutti i bambini con bisogni educativi speciali.

Serena D'Angelo Paola Saletta e Monica Canini

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