BioWeek 2009, per scoprire la nuova biologia
Una settimana dedicata alla nuova biologia attraverso numerosi appuntamenti per specialisti, studenti, insegnanti e cittadini. 5-11 ottobre 2009 a Trento.
Se leggiamo il sottotitolo dell’evento promosso dal Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento “BioWeek, la Nuova Biologia per la salute della persona e del pianeta”, e cerchiamo di capire di cosa si tratta, di primo acchito “Nuova Biologia” non sembra essere una formula ostica né incomprensibile: l’aggettivo “nuovo” ci rassicura sul fatto che stiamo parlando di qualcosa di attuale e il termine “biologia” designa una materia che avviciniamo già alle scuole medie: niente di impossibile, quindi, pur se complesso. Se però proviamo a darne una definizione puntuale, posto che non siamo specialisti della materia, da profani ci accorgiamo che ne sappiamo poco, e che con grande difficoltà riusciamo a tradurre il senso corretto corrispondente al contenuto di tale termine.
L’occasione per avvicinarsi e capire meglio l’argomento è data da BioWeek, la settimana dedicata alla Nuova Biologia attraverso numerosi appuntamenti per specialisti, studenti, insegnanti e cittadini.
Cerchiamo di capire cos’è questa proposta direttamente dalle parole dei suoi ideatori. Secondo Michele Lanzinger, che dirige il museo di Trento, BioWeek nasce da una diversa interpretazione del ruolo del museo nei confronti della società contemporanea, alla quale cerca di offrirsi come spazio di incontro e dialogo per affrontare le questioni più dibattute del vivere contemporaneo.
“Per i musei – spiega Lanzinger – è giunta l’ora di cambiare la loro freccia del tempo. Solitamente infatti i musei vengono considerati i luoghi dove si accumulano i saperi del passato e in questo si esaurisce la maggior parte della loro funzione: di accumulazione e divulgazione di un sapere acquisito. Ciò è vero soprattutto per i musei scientifici e per la loro impostazione tradizionale, ma oggi è importante che i musei imparino anche e soprattutto a riflettere sulla scienza contemporanea, sulle sue nuove sfide e sui suoi avanzamenti, per dare possibilità di comprensione, idee e opinioni su quanto accade nella ricerca”.
Allora il meccanismo di comprensione e di consapevolezza dei fenomeni e delle ricerche in atto è uno degli strumenti principali che mettono il museo, oggi, di fronte ad un compito specifico, che non può essere svolto in solitudine proprio perché non lavora più e solo su saperi acquisiti. Le scienze sono molto più ampie e complesse di un tempo e le nozioni scientifiche di un museo tradizionale non sono sufficienti per capire la contemporaneità.
BioWeek vuole essere proprio questo: un’iniziativa di collaborazione corale con gli istituti di ricerca trentini, che si mettono a disposizione per una discussione collettiva, per interrogarsi e dialogare con i cittadini sulle sfide della Nuova Biologia nel presente e nel prossimo futuro.
“La percezione sia dei benefici sia dei rischi connessi alle nuove ricerche della biologia, soprattutto nel campo del genoma umano – spiega la curatrice scientifica di BioWeek, la biologa Patrizia Famà – nonché i rapporti non semplici fra ricerca biomedica e decisioni politiche legate a temi etici fondamentali, rendono il tema di grandissima attualità ma presentano le insidie di facili travisamenti. Per questo è indispensabile che scienziati e ricercatori sappiano far comprendere ai cittadini i fondamenti della Nuova Biologia, in rapporto anche con i forti mutamenti in atto sia nella scienza medesima sia nel quadro socio-culturale.”
L’obiettivo che si propone BioWeek è proprio quello di favorire l’interscambio fra scienziati e cittadini, per rendere più chiare e comprensibili le linee di ricerca in atto e consentire in futuro la formulazione di posizioni e scelte più consapevoli e documentate in merito agli orizzonti della nuova scienza biologica.
Antonia Caola