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La “biblioteca” di Alessandro

Pubblicato il: 24/01/2013 18:43:09 -


La classe-laboratorio diventa una sala di registrazione, gli alunni una troupe cinematografica e la conoscenza della materia sviluppa il lessico specifico, la microlingua e le capacità critiche. Un’esperienza presentata al III Convegno di Education 2.0.
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“Oggi si è competitivi se si possiede uno strumento tecnologico e se si hanno idee nuove capaci di sfruttare le suddette tecnologie”. Il divario generazionale con gli alunni cresce ogni anno che passa, creando difficoltà nel processo di insegnamento-apprendimento, per cui adottare metodologie adeguate per motivare gli alunni può essere la sfida da giocare utilizzando il loro terreno. Internet, social network, YouTube, podcast è ciò che la rete offre ai ragazzi per divertirsi e a noi docenti per… insegnare a imparare.

Nella mia esperienza didattica il curricolo incontra l’innovazione, in quanto mi aiuta a dare senso e visione critica alla disciplina, che spesso appare ai ragazzi distante e inutile. Ho proposto così ai miei alunni di realizzare un documentario di storia, basandomi su un dato concreto: gli alunni fanno fatica a stare chini sui libri, con risultati deludenti, sia per l’apprendimento, sia per le valutazioni. Agli insegnanti spetta il compito di parlare una “lingua accessibile” ai ragazzi, in modo da avvicinarli al sapere, le ICT offrono ai docenti un valido aiuto per “incontrarli” scolasticamente e anche se si tratta di strumenti, l’uso intelligente può motivare gli studenti verso un apprendimento consapevole. Il learn by doing avvicina gli alunni al sapere, così l’ora di storia può diventare una “bottega del sapere”. Nel secondo trimestre dell’anno scolastico appena finito, ho avviato una nuova attività didattica: la realizzazione di un documentario di storia, che avrà come argomenti: le guerre persiane, le guerre del Peloponneso, la conquista della Grecia, l’impero di Alessandro. Il metodo di studio è il cooperative learning in ambienti virtuali: blog, webconference, Moodle, chat, Dropbox, WeTransfer, sia per il problem posing, sia per il problem solving. Gli argomenti sono suddivisi in quattro moduli, uno per ogni gruppo, tutti e quattro concorrono alla realizzazione del documentario, propedeutica all’attività sono un’attenta documentazione delle fonti e le ricerche sul web, oltre a bibliografie, siti d’interessi e documentari in rete. Gli alunni scelgono di realizzare il documentario mettendo in atto le loro competenze, con software quali Movie Maker e Pinnacle, “imparare a imparare”. Il nostro è un liceo classico di una città vicina ad aeree archeologiche importanti, Siracusa, Megara Hyblea, Leontinoi, scenari di guerra e di storia. Per un quattordicenne la narrazione è importante, trasferisce il mito alla storia, con la mediazione del docente, che attraverso strategie adeguate, avvicina l’alunno al metodo della ricerca scientifica.

Così la classe-laboratorio diventa una sala di registrazione, gli alunni una troupe cinematografica e la conoscenza della materia sviluppa il lessico specifico, la microlingua e le capacità critiche.

La storia si mette in cammino sulle scarpe da running degli studenti, le parole di Tucidide e di Polibio rivivono grazie ai ragazzi. Nell’aula le risate e le battute dei quindicenni, si trasformano in “professionalità” e impegno utilizzando la macchina da presa. Gli alunni riprendono tutto, studiano i documenti, si trasformano in speaker per raccontare, per parlare di ateniesi, di persiani, della Lega e poi ancora di Alessandro. Alessandro, bell’uomo Alessandro, è il commento delle ragazzine, in netta maggioranza, ma il numero non fa la sostanza, allora i due “uomini” della classe prendono in mano la situazione, filmano le loro compagne, inventano stacchetti pubblicitari tra la bianca roccia del teatro greco di Siracusa, dove Eschilo fece rappresentare per la seconda volta i Persiani. “Eh sì: grande civiltà la Grecia, perché comandavano gli uomini” commentano i ragazzi. Gli alunni hanno imparato che si può studiare divertendosi, ma studiare è anche utile, come quando si sa rispondere alle domande di un turista in visita al teatro greco di Siracusa e ti compiaci, come per un bel voto dopo una interrogazione.

Realizzare il documentario ha permesso agli alunni di capire che YouTube può servire anche per studiare, perché appassiona vedere i filmati di storia, le immagini rendono più chiare le nozioni, realizzare un filmato li fa sentire come Piero Angela, di cui hanno voluto copiare i “trucchi del mestiere”. Gli studenti hanno imparato non solo a mixare le musiche e le immagini, ma soprattutto il piacere di studiare… in fondo la storia può essere bella, racconta di “uomini come noi”. L’esperienza è positiva e certamente trasferibile ad altre scuole e ad altre discipline, perché essa “mette in gioco” le abilità degli studenti, il loro sapere e la peer education, un sapere che dal singolo si trasferisce al gruppo, secondo il metodo del learn by doing.

PER APPROFONDIRE:
La video intervista a Sebastiana Fisicaro a margine del III convegno di Education 2.0

Sebastiana Fisicaro

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