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L’aula virtuale di Arte per un’ecologia dei media

Pubblicato il: 10/04/2013 10:35:27 - e


Un’aula “al di qua e al di là dello specchio”, un habitat che integra presenza e virtualità sollecitando negli alunni un approccio critico e consapevole ai media. E dove l’apprendimento cooperativo e attivo costruisce senso e significato. L’esperienza è stata presentata al III Convegno di Education 2.0.
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L’IC di Cadeo dedica da molti anni un’attenzione particolare all’utilizzo delle tecnologie nella didattica attraverso l’attivazione e la partecipazione a numerosi progetti: è scuola ordinante LIM, ospita uno dei cinque Centri Territoriali Servizi nuove tecnologie per integrazione dell’Emilia Romagna, si occupa di editoria digitale, nell’anno scolastico 2011-2012 ha concluso il primo ciclo di sperimentazione con una classe 2.0 nella Secondaria di primo grado di Pontenure.

Da quest’ultima esperienza, dalla formazione e dal lavoro in aula, è nata la necessità di avviare una più approfondita riflessione sull’integrazione delle tecnologie nella didattica come forma di mediazione e di relazione.
L’impiego efficace della tecnologia nella didattica non richiede infatti, solo la padronanza tecnica.
Per esempio, nel caso della LIM, raggiunta la competenza tecnica – che è ovviamente indispensabile, ma che è anche quella più facile da ottenere – restano i problemi del “perché”, del “quando” e, soprattutto, del “come” usare le tecnologie.
Il che vuol dire sollecitare un atteggiamento critico, creativo, consapevole dinanzi ai media per saperli valutare nel proprio contesto, saperli adattare alle proprie esigenze, in sostanza avanzare un ulteriore passaggio in direzione dell’ecologia dei media: “Educare nei media (…) e ai media” (Calvani, 2001).

A partire da queste considerazioni, nell’ambito di Arte e immagine, durante l’anno scolastico 2011-2012, in due classi prime è stata realizzata un’esperienza educativa e didattica finalizzata ad avviare gli alunni alla comprensione critica dei media, alla costruzione di messaggi e all’utilizzo dei linguaggi specifici.
L’esperienza ha dato origine a un processo a lungo termine che si è inaugurato concretamente con la realizzazione del sito internet “I Arte” (con relativo QR code, nell’immagine qui sotto, e accessibile anche dal sito dell’IC di Cadeo), cioè la trasposizione virtuale dell’aula di Arte e immagine.
L’aula “al di qua e al di là dello specchio”, si potrebbe dire, un ambiente di comunicazione e informazione non troppo formale proprio come appaiono le pareti dell’aula sulle quali sono appesi i lavori dei ragazzi, appunti visivi, lavori che non si possono dimenticare, oggetti che sollecitano meraviglia.


L’insegnamento di singoli media è già stato attuato, nel recente passato: si è fatta educazione al cinema, alla lettura dei giornali, alla comprensione del linguaggio televisivo. Ma ogni medium è stato studiato separatamente, identificato in un’area di studio che precede l’accostamento ai singoli media.

Nel caso attuale, invece, avendo a che fare con una generazione di nativi digitali, si pensi per esempio alla stanza dove essi vivono, sempre più simile a una piccola centrale multimediale nella quale si comportano come abili registi, si è scelto di considerare i media, nello specifico il web, non come rappresentazione attraverso metadiscorsi che sarebbero potuti risultare anche controproducenti, ma come ambiente nel quale muoversi, orientarsi, perlustrare per comprenderne le esigenze, nel quale entrare e dal quale uscire. Quindi, a piccoli passi, esplorare e acquisire conoscenze da generalizzare attraverso l’esperienza.

L’IPad con il quale è stato realizzato un piccolo progetto interdisciplinare sul tema del ritratto, la casella di posta attraverso la quale gli attori del lavoro hanno potuto comunicare e scambiare materiali, la LIM essenziale per coordinare l’intero lavoro e le esperienze in esso contenute, le tecniche grafico-pittoriche e plastiche tradizionali, la scrittura, la fotografia, nonché il sito e il QR code (cartaceo!) posto al di fuori dell’aula hanno delineato un habitat dove muoversi in gruppo e in grado di integrare la presenza e la virtualità, le basse e le alte tecnologie e vari ambiti dell’educazione come la Famiglia e il Territorio.

L’attività di ideazione, di progettazione e di immissione dei contenuti nel sito è stata gestita dalle classi usufruendo di due ore curricolari al mese, mentre l’esperienza con l’IPad è stata attuata da una sola classe utilizzando anche ore curricolari di italiano. Il lavoro è stato condotto, in prevalenza, attraverso una didattica laboratoriale, utilizzando software e app gratuiti.

Al prodotto si è privilegiato fortemente il processo, per cui si sono accettati fin dall’inizio positivamente anche gli insuccessi o la lentezza.

L’interazione e la negoziazione tra i partecipanti si sono rivelate le azioni più efficaci, significative e produttive, e hanno consentito anche d’integrare un’alunna diversabile.

L’esperienza ha permesso di ripensare fortemente la didattica in direzione dell’apprendimento cooperativo e al contempo, quasi paradossalmente, rafforzare la centralità dei contenuti che, solo se costruiti attivamente, divengono senso.

Alessandra Bruzzi e Giovanna Camia

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