ARTNETWORK, una rete sociale per l’arte
Una rete territoriale che unisce docenti, imprese e istituzioni per rilanciare l’educazione formale e informale all’arte.
Numerose esperienze in Europa dimostrano come si stia lavorando nella direzione della socializzazione artistica attraverso una sorta di “maieutica della creatività”. A queste esperienze e alle nostre coincidenti intuizioni guardiamo con interesse, cercando di apprendere ed esportare buone idee e pratiche che diano gambe ad altre buone idee e pratiche. L’educazione e l’istruzione in campo artistico in Italia sono un sistema dal passato glorioso ma dal presente in via di estinzione per mancanza di progetto organico e di risorse e per i danni prodotti da una serie di riforme insensate. Altrove, al contrario, si stanno costruendo percorsi che imitano il nostro passato superandoci anche nelle prerogative di eccellenza. L’educazione alle arti è un percorso di formazione, anche informale, che si dovrebbe sviluppare per tutte le età dell’uomo perché rappresenta l’esigenza umana di produrre e fruire arte nelle sue svariate forme come completamento della conoscenza e delle abilità.
Per superare le mode e il mercato del consumo, educare i cittadini all’arte è una missione importante sia per chi si occupa istituzionalmente di formazione ed educazione sia per il cittadino che mira ad un investimento culturale indispensabile anche in funzione del momento in cui fruisce di prodotti artistici, per poterli comprendere e successivamente produrne esso stesso disinteressatamente. Persino il mondo dell’impresa può essere interessato al progetto, purché intenda operare con fini di sostenibilità ed equità, cioè superando l’obsoleto e iniquo concetto del profitto per abbracciare l’idea innovativa che vede, una volta assicurati i giusti ed equilibrati compensi (in proporzione alla preparazione e al lavoro svolto) a chi intraprende, dirige e lavora, reinvestire tutti gli utili in innovazione, ricerca e sviluppo. I modelli studiati e praticati all’estero offrono spunti per un valore aggiunto alle mere attività dei singoli aderenti a una rete che si occupi di formazione, educazione e promozione.
Così sta nascendo ARTNETWORK. Il plusvalore della connessione in rete sta infatti nella capacità comunicativa e organizzativa e nelle forti sinergie tra competenze e risorse diversificate per tipologia e territorio. Il territorio, network di educazione e produzione artistica, prova a coinvolgere soggetti pubblici e privati, associazioni e personalità che si occupano di arte, cultura, creatività, istruzione e formazione, nuove tecnologie, turismo e tempo libero anche a livello interregionale. Tutto ciò nell’intento, già accennato, di riempire quei vuoti nella scuola pubblica in campo di educazione artistica dovuti alle azioni di riscrittura dei programmi scolastici che hanno, di fatto, cancellato la formazione artistica in tutto il percorso educativo dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole specialistiche (Istituti e Licei d’Arte), privati dei loro indispensabili laboratori e persino di intere storiche materie insostituibili per alcune figure professionali in campo artistico. Le attività della rete sarebbero destinate prevalentemente ad anziani, bambini, giovani, associazioni di volontariato, turismo sociale e a basso costo in un’accezione di educazione permanente a un linguaggio che non ha pari dignità rispetto ad altri (la scrittura, la logica etc.) e in stretta partnership con la scuola pubblica (che se ne gioverebbe).
Tra gli enti invitati vi sono, infatti, molti istituti superiori e di alta formazione a indirizzo artistico, nell’intento di avviare un solido discorso di sussidiarietà nel territorio.
La sorpresa è stata, invece, che sono state rare, da parte degli enti, delle scuole e delle istituzioni cui è stata proposta l’idea, le manifestazioni di entusiasmo o per lo meno di interesse. Molti hanno risposto con un diplomatico “no grazie”, accampando le solite motivazioni di carenza di fondi, crisi, spending review, senza accorgersi, tra l’altro, che nessuno aveva chiesto un euro! Numerose invece (sorpresa opposta!) le imprese e i soggetti privati interessati e disponibili (Gallerie d’Arte, Scuole di alta formazione, Tour operators, Associazioni di docenti, singoli docenti ed artisti).
Nel nostro gruppo promotore ci sono già insieme anziani che desiderano continuare a offrire la loro esperienza, giovani che vogliono mettersi alla prova, artisti che faticano a sbarcare il lunario nonostante i loro talenti, docenti della scuola pubblica che si sono visti svilire la loro materia con accorpamenti di classi di concorso, soppressioni tout court di insegnamenti, stravolgimento di programmi e contenuti, classi intere che partecipano al di là dell’adesione formale della loro scuola!
Forse c’è ancora una piccola speranza di ritornare a educare i cittadini all’arte.
ABSTRACT:
Forte dell’esperienza di docente (direttore di istituti artistici, architetto ed esperto) nonché della conoscenza, anche diretta, di buone pratiche in corso in Paesi europei che certamente non vantano il nostro patrimonio di arte e professionalità in campo creativo, ho contribuito a mettere a punto un’idea, caratterizzata da spiccata valenza sociale e culturale, come contraltare al vuoto spaventoso creatosi dopo le ultime riforme scolastiche nel campo dell’educazione e dell’istruzione alle arti, alla storia delle arti e alle arti applicate. Che l’arte debba essere appannaggio di pochi eletti, di ristrette élite culturali o di dilettanti che diventano artisti quotati grazie solo alla fortuna e a un mercato incolto ed effimero è un tabù che occorre assolutamente sfatare, nel contesto più generale dell’equità sociale che, oltre ad esprimersi nell’economia, deve rappresentare le pari opportunità dell’apprendere lungo tutto l’arco della vita.
Giuseppe Campagnoli