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Adolescenti e lavoro: un progetto condiviso

Pubblicato il: 02/05/2013 10:52:00 -


Come aiutare gli adolescenti a sviluppare le capacità utili per inserirsi al meglio nel mondo del lavoro? È importante sostenerli nel superare i conflitti che si trovano oggi a vivere, perché possano costruirsi una sana identità sociale e lavorativa.
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Chi si occupa di educazione, oggi più che mai affronta la seguente sfida: come aiutare gli adolescenti a sviluppare le capacità che consentano loro di inserirsi nel mondo del lavoro?

I giovani da un lato vivono i modelli lavorativi trasmessi dai propri genitori e dall’altro percepiscono la presenza e la possibilità di nuovi approcci alla vita offerti dalle nuove tecnologie.
La società di oggi è infatti focalizzata sull’utilizzo quotidiano di strumenti digitali, che modificano i tempi e i modi dell’apprendimento rispetto a quanto succedeva in passato: la creatività individuale, se pur appare facilitata dall’immediato accesso a qualunque tipologia d’informazione, non sembra evolvere se non diversificando gli approcci e le strategie comunicative quali la possibilità di crearsi una propria identità sul web, di condurre ricerche e studi in tempo reale e di conoscere pressoché tutto ciò che accade nel mondo.

Gli adolescenti di oggi, pur imparando molto rapidamente a utilizzare strumenti sempre più evoluti, conservano un’insicurezza di fondo, dettata da un futuro che sentono incerto e dal disagio più generale della società attuale: le scelte che i giovani affronteranno nel mondo del lavoro sono condizionate da alcuni elementi tutt’ora concepiti come conflittuali e non armonici.

A tal proposito è importante l’apporto di genitori, insegnanti ed educatori, che dovrebbero essere per i ragazzi modelli di riferimento per l’apprendimento di abilità davvero realizzanti, aiutandoli anche a superare serenamente le seguenti dicotomie: scelte proprie/scelte altrui, isolamento/partecipazione, specializzazione/integrazione.

Scelte proprie/scelte altrui
Quando l’adolescente si chiede “chi è” e quale strada intraprendere, la risposta è in bilico: è meglio seguire ciò che si desidera o è più opportuno realizzare quanto voluto dagli altri?
Spesso la scelta si risolve con soluzioni di comodo, poco lungimiranti per la propria individualità oppure, per non rischiare, si attende sperando che le cose possano cambiare, che la famiglia possa definire le proprie ambizioni e risolvere, un giorno, i dilemmi sul proprio futuro. La scuola e la famiglia dovrebbero, invece, offrire regole e modelli al cui interno è possibile trovare spazi di crescita individuale che consentano di superare quel conflitto che i giovani (ma anche i meno giovani) percepiscono tra ciò che vorrebbero essere e fare e ciò che è deciso dal sistema sociale; tra ciò che potrebbero essere e fare e i miti a volte irraggiungibili, ma tanto ambiti.

Isolamento/partecipazione
La seconda dicotomia riguarda l’isolamento e la partecipazione: le relazioni tra i ragazzi, sul web, sono molto più dirette di quelle reali, e i social network offrono l’occasione, a volte illusoria, di sentirsi meno soli, vicini agli altri e parte di un progetto sociale, anche non voluto.
Le nuove tecnologie sono percepite così affascinanti che incoraggiano al piacere di chiudersi davanti a uno schermo e, in qualche caso, al piacere di isolarsi.
Risulta necessario, senza tralasciare le potenzialità creative e stimolate da pc e tablet, creare strumenti di lavoro e modalità di progettazione condivisa in cui far confluire idee, soluzioni e competenze di gruppo.

Specializzazione/integrazione
Nel pensare al lavoro si presenta spesso un dilemma: è meglio costruirsi un mestiere a fondo, saper far bene ed essere specializzati o conoscere un po’ di tutto?
Ovviamente dipende anche dai ragazzi, dai loro desideri e dal carattere, ma per prepararli a un mercato del lavoro competitivo e variegato è fondamentale sostenere un percorso formativo che li alleni a un sapere specialistico e integrato: insegnare ad acquisire la “padronanza” di un mestiere insieme alla conoscenza di aspetti anche indirettamente legati ad altre discipline che possono essere utili per avere una visione d’insieme.

Sono questi i binari su cui viaggia la crescita dei ragazzi del XXI secolo, e da qui bisogna partire per riflettere su come aiutarli a progettare il futuro, a renderli sicuri delle proprie capacità e a costruirsi una sana identità lavorativa, che segua ambizioni personali forti e stabili nel tempo, ma sempre integrate in un sapere condiviso e mai solitario.

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Alessandro Simoncini è attualmente impegnato nell’attuazione di un ciclo di conferenze dal titolo: “Progettare il futuro con gli Adolescenti”: il prossimo incontro si terrà a Roma il 18 Maggio presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio.

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Immagine in testata di pixabay (licenza free to share)

Alessandro Simoncini

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