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Acqua, aria, terra, fuoco a teatro

Pubblicato il: 05/03/2012 17:17:00 -


Uno spettacolo teatrale per far stare bene i bambini e insegnare loro ad amare e a rispettare la natura. Il progetto della scuola Carlo Poma di Milano.
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Tutto è nato da una filastrocca che si ripeteva musicalmente e riproduceva un ritmo che seguiva il battito del cuore: “tum tum… (ritmo due)” il più semplice, il più antico, quello della nascita.
Veniva danzato in cerchio e cantato…
“sento un suono che arriva da lontano/
è il battito di un cuore che chiede il nostro amore/”
“tum tum… tum tum…”
Nella nostra scuola (Carlo Poma, in Via Airaghi a Milano) quest’anno ci siamo dati un obiettivo: cercare di stare bene insieme nel nostro ambiente.

Siamo partiti dalla MUSICA, dal ritmo, perché sentivamo che stare bene per noi voleva dire prima di tutto conoscersi e andare alle radici della nostra esistenza sulla terra:il battito del cuore è la nostra prima musica, il ritmo con il quale siamo nati e abbiamo cominciato a esistere.

Poi il CERCHIO, che significa stare con gli altri, condividere.

È molto difficile fare un cerchio: c’è chi tira, chi non si muove, chi va troppo veloce, chi pensa ai fatti suoi, chi non entra, bisogna guardarsi, rispettarsi, muoversi al ritmo nostro e degli altri, ancora una volta conoscersi.

Infine l’IMMAGINAZIONE, la fantasia: abbiamo immaginato che la terra sulla quale viviamo avesse un cuore che ci parlava e chiedeva di essere amata e rispettata; per noi è stato l’inizio dell’educazione all’ambiente e alla salute.

Nel nostro progetto (“Conviviamo”) abbiamo considerato il mondo composto dai suoi elementi: la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco come ci hanno insegnato gli antichi.

Così abbiamo dedicato ai quattro elementi le parti del nostro spettacolo.

Ancora una volta la musica ha fatto da canovaccio: c’era la danza dei bambini che, trasformati in prodotti della terra (le verdure), nascevano e crescevano.

Poi i bambini finivano dentro un pentolone e mimavano il fuoco, l’energia.

Dopo veniva l’acqua, che era prima di tutto il mare dove è nata la vita: i bambini facevano le onde, poi c’erano le gocce della pioggia che cadevano sulla terra sbattute dal vento che, con la sua forza, spazzava e vivacizzava tutto.

Infine una danza al ritmo di una canzone, questo volta, più complesso:

“(ritmo quattro)… Uno, due, tre, quattro – pausa – e ancora uno, due, tre, quattro…”

È lo schema base delle danze, dove si sta insieme, quando si è imparato a muoversi e si vuole andare nel mondo.

Il ritmo quattro non è soltanto due più due (lì ci siamo, noi nella nostra essenza) è qualcosa di più: è un andare verso gli altri è costruire rapporti, è la socializzazione.

Riprodurre ritmi, giocare con questi, è molto facile e quasi immediato; e di sicuro divertimento per i bambini, ad esempio come inizio si può usare il ritmo due che è conosciuto e su di esso si innesta la novità, qualcosa che cambia e sul quale si può costruire il ritmo quattro.

È la routine che va dal conosciuto da sempre (il ritmo base) che rassicura, toglie l’ansia e prepara alla novità (il ritmo della danza). In fondo, lo sappiamo, l’educazione alla salute è qualcosa di nuovo per gli educatori siano essi insegnanti, genitori o cittadini e non è una disciplina che si possa insegnare con metodologie tradizionali, richiede innovazione perché parla di noi e a noi.

Fare educazione ambientale e alla salute utilizzando una rappresentazione, la musica e la danza, costituisce un modo per insegnare senza frasi precostituite, lezioni, schemi ed è più efficace per arrivare al cuore dei bambini e lasciare un segno nel tempo.

Come la pubblicità che è tanto più immediata quando utilizza immagini, emozioni, musiche e metafore, anche noi dovremmo usare i linguaggi non verbali per poter far passare i nostri messaggi.

Emma Giuliana Grillo

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