Disabilità e bisogni educativi speciali
“È sempre opportuno guardarsi dal ristretto orizzonte che spesso vede l’alunno disabile e l’insegnante di sostegno come una sorta di diade: il concorso non può e non deve che essere plurimo, se si vuole che l’intervento, o meglio l’insieme di più interventi articolati, abbiano successo”.
– Antonia Carlini (a cura di), “Disabilità e bisogni educativi speciali nella scuola dell’autonomia”, Tecnodid, Napoli, 2012, p. 336, € 30,00.
“È sempre opportuno guardarsi dal ristretto orizzonte che spesso vede l’alunno disabile e l’insegnante di sostegno come una sorta di diade: il concorso non può e non deve che essere plurimo, se si vuole che l’intervento, o meglio l’insieme di più interventi articolati, abbiano successo”.
Com’è noto, la nostra scuola si fa carico, ormai da decenni, dell’integrazione degli alunni con particolari difficoltà. E da qualche anno anche degli alunni stranieri. Le nostre scuole primarie e medie sono ormai piene di alunni che per mille ragioni presentano ciascuno caratteristiche più che “particolari”, cosa che rende ancora più difficile il lavoro della progettazione educativa e didattica. In effetti, quando si è in presenza di livelli di partenza eccessivamente diversificati, non è facile impostare un lavoro programmaticamente ineccepibile. Tuttavia, le nostre scuole e i nostri insegnanti, nonostante queste difficoltà e quelle di cui alla situazione politica e organizzativa esistente, riescono sempre a fare del loro meglio. Ovviamente, non c’è un “meglio” che non dovrebbe essere debitamente sostenuto, ma la situazione finanziaria delle nostre scuole, soprattutto del primo ciclo, è tale che non sempre un’integrazione positiva e definitiva possa avere il meritato successo.
È in tale contesto che è quanto mai importante dare ai nostri insegnanti tutti gli strumenti necessari per affrontare tale difficile situazione. E in questa direzione si muove il volume curato da Antonia Carlini, in cui vengono presentati e debitamente descritti a più mani “modelli, risorse e strumenti per una didattica inclusiva”, come leggiamo nel sottotitolo. Si tratta di interventi particolarmente mirati ad alunni portatori di bisogni educativi speciali. Va subito sottolineato che il volume non raccoglie saggi teorici di studiosi della materia ma riflessioni condotte dagli insegnanti sulla base di esperienze concrete da loro stessi realizzate. Ciò costituisce un unicum in quanto non solo tutte le esperienze realizzate si muovono sulla base delle opportune indicazioni teoriche e pratiche che la ricerca e la pratica in tale campo mettono oggi a disposizione in larga misura, ma la loro puntuale descrizione costituisce a sua volta l’occasione per ulteriori riflessioni teoriche e approfondimenti.
Particolare rilievo assume la prima parte del volume in cui Antonia Carlini ripercorre tutte le difficili tappe che la ricerca educativa in materia di disabilità ha condotto in questi ultimi anni sia sul terreno scientifico che su quello delle indicazioni normative, anche di respiro internazionale. In effetti, la Convenzione dell’Onu del 2006 sui diritti delle persone in difficoltà impegna i Governi “ad assicurare e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo”. E a tal fine li impegna, tra l’altro “a prendere tutte le misure appropriate, compresa la legislazione, per modificare o abrogare qualsiasi legge esistente, regolamento, uso e pratica che costituisca discriminazione nei confronti di persone con disabilità”. Com’è noto, il nostro Paese ha, per certi versi, preceduto la stessa risoluzione dell’Onu quando, con la legge 517 del 1977, ha sancito che, “al fine di agevolare l’attuazione del diritto allo studio e la piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare… ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati… Sono previste forme di integrazione e di sostegno a favore degli alunni portatori di handicap”. In effetti con tale dispositivo si realizzava quel principio costituzionale che così recita: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art. Cos. 3).
Pertanto, la strada che nelle nostre scuole abbiamo percorso è stata ed è ancora lunga e difficile. Ma è proprio da questa esperienza pluriennale che possono nascere esperienze di cui il volume parla con abbondanza di particolari. Alla base delle esperienze effettuate vi è un itinerario di ricerca, elaborato nel 2007 dall’Istituto per la scuola e l’eterogeneità dell’Alta Scuola Pedagogica di Lucerna che la Carlini riprende nel suo saggio di apertura. Si tratta delle cosiddette Quattro stagioni dell’integrazioni scolastica: 1) l’esclusione, quando il disabile è considerato non educabile; 2) la separazione nelle scuole speciali; 3) l’integrazione del disabile nella scuola “di tutti” attraverso un intervento mirato; 4) l’inclusione nella scuola “per tutti” attraverso l’individualizzazione e la personalizzazione dell’intervento in risposta ai concreti bisogni educativi rilevati.
Nella seconda parte del volume si affrontano le diverse componenti che sono a monte e che veicolano l’intervento educativo: la dimensione sociologica, quella psicologica, quella pedagogica e infine quella metodologico-organizzativa. I richiami scientifici agli autori che hanno affrontato le singole tematiche sono assolutamente significativi ed esplicativi. Nella terza parte l’attenzione è centrata sulle tipologie dei soggetti coinvolti nell’operazione educativa. In effetti, l’intervento sull’alunno disabile implica azioni multiple e convergenti che sono sia degli insegnanti di disciplina e di quelli di sostegno che delle famiglie. È sempre opportuno guardarsi dal ristretto orizzonte che spesso vede l’alunno disabile e l’insegnante di sostegno come una sorta di diade: il concorso non può e non deve che essere plurimo, se si vuole che l’intervento, o meglio l’insieme di più interventi articolati, abbiano successo.
Nelle due ultime parti, dedicate ai percorsi e agli strumenti, vengono affrontati i diversi momenti degli interventi finalizzati all’interazione e all’inclusione sia sotto il profilo delle diverse metodologie che sotto quello dei supporti normativi che li sostanziano e li legittimano.
Il volume è dotato in ciascuna parte di una ricca bibliografia scientifica: dal nostro Andrea Canevaro ad Hannah Arendt e ad Amartya Sen; da Maria Montessori a Lev Vygotskij (pensiero e linguaggio), a Jerome Bruner (la cultura dell’educazione), ad Howard Gardner (le intelligenze multiple) e a Daniel Goleman (l’intelligenza emotiva); fino ai nostri Dario Ianes (l’integrazione scolastica e sociale), Michele Pellerey (la progettazione didattica), Benedetto Vertecchi (didattica e valutazione). In appendice sono pubblicati i riferimenti normativi fondamentali, dalla legge 517 del ’77 alla legge 104 del ’92 ed altri, fino alle recenti “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA” del 2011 e al “Protocollo di intesa Tra Miur e Ministero della salute” del luglio 2012 per il diritto alla salute e allo studio degli alunni con disabilità.
Il volume costituisce quindi quanto di meglio il mercato librario oggi ci possa offrire in materia di disabilità e dei compiti che il nostro Sistema Educativo Nazionale di Istruzione e Formazione ha voluto assumere nel corso degli ultimi anni, segnalandosi, a confronto con altri Paesi, per la sensibilità avvertita in materia di diritti dei disabili e della necessità di opportuni interventi mirati. Le indicazioni teoriche e pratiche che se ne ricavano sono assolutamente di prima mano!
Maurizio Tiriticco