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Competenze nell’integrazione per l’integrazione

Pubblicato il: 09/03/2009 14:22:56 -


Ridisegniamo i curricoli per l’accesso, la formazione e il reclutamento delle professioni orientate all’integrazione per gli studenti con “bisogni educativi speciali”. Definiamo e aggiorniamo le linee della formazione di professionisti altamente qualificati nel campo della disabilità.
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L’integrazione scolastica degli alunni disabili è un cardine del nostro sistema educativo: non si tocca!

E da quando essa è iniziata – ormai più di trent’anni fa – molti traguardi sono stati raggiunti. Ma possiamo fermarci a questi? Ritengo proprio di no. In effetti, gli strumenti all’uopo approntati, seppur modificati ed adattati alle mutate esigenze, rivelano oggi la loro non completa adeguatezza. Il che è tanto piu’ grave se si pensa al fatto che ricevere una idonea educazione, istruzione e formazione significa disporre di tutto il know-how costituito non solo da conoscenze e competenze, ma anche da strumenti, strategie, metodologie indispensabili per “sapere, saper fare, saper essere”. Attiro l’attenzione sugli strumenti. Tutto ciò è fondamentale per chiunque ed a maggior ragione per le persone disabili, per le quali un inserimento nel mondo lavorativo è certamente piu’ difficile rispetto a coloro, che si sogliono denominare “normodotati”.

Sono infatti fermamente convinta, dalla mia esperienza di vita, che se ad una persona “normale” è richiesta una certa preparazione, professionale e culturale, una persona “disabile” deve essere sempre un passo più avanti. Essa infatti troverà spesso sulla sua strada – piu’ di quanto potrebbe a prima vista apparire – chi penserà che valga meno degli altri…

Ecco che, allora, l’integrazione è un traguardo sul quale è sempre necessario concentrare i maggiori sforzi, in termini di risorse materiali ed umane. Lo scopo è di dar modo di crescere, di evolversi, sia – ed anzitutto – alle persone “in situazione di handicap”, sia alla società tutta.

Quanto i ragazzi disabili di oggi sono “un passo più avanti”? La risposta non è così facile ed immediata. Da un lato il loro inserimento nella scuola di tutti ne ha favorito la crescita personale e la socializzazione; dall’altro non sempre sono stati approntati – come poc’anzi si diceva – tutti gli strumenti adeguati, i necessari presupposti e le condizioni operative indispensabili per una sua efficace realizzazione. Occorre infatti sopperire a ciò che, specie sul piano metodologico e didattico, le scuole speciali e gli istituti sapevano indubbiamente dare. Prendiamo, ad esempio, il metodo Braille, di cui è stato favorito tantissimo – e opportunamente – l’insegnamento. Oggi invece esso rappresenta un illustre sconosciuto, abituati come sono ormai quei ragazzi ad avere a che fare solo con le sintesi vocali e le tastiere dei pc.

Se poi teniamo presente che insegnanti di sostegno, educatori, mediatori alla comunicazione… poco o per nulla conoscono questo sistema di letto/scrittura, tutto si complica: chi potrà insegnare a un bimbo non vedente a leggere e scrivere? Non propongo, attenzione, di tornare indietro; ma non buttiamo ciò che è necessario, complementare ed efficace.

Questo è solo un esempio della pressante necessità di ridisegnare i curricoli concernenti l’accesso, la formazione ed il reclutamento alle professioni coinvolte nel processo di integrazione degli studenti con “bisogni educativi speciali”. Obbiettivo prioritario, quindi. su cui invito a discutere in concreto, è definire ed aggiornare le linee della formazione di professionisti altamente qualificati nel campo della disabilità. In caso contrario non potremo pensare di offrire ai nostri ragazzi di oggi e uomini di domani strumenti veramente efficaci per la loro vita e la loro cultura piena. Per renderli cioè individui autonomi nel saper gestire la propria vita quotidiana, le proprie relazioni interpersonali e sociali, le proprie decisioni e scelte…

Se non partiamo da tutto questo, il processo di integrazione (non solo) scolastica subirà – io ritengo – una involuzione ed un arresto non da poco. Temo cioè che tutti gli sforzi finora profusi potrebbero rivelarsi, se non del tutto inutili, largamente inadeguati.

Lorenza Vettor

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