Numero 120

Pubblicato il: 11/09/2024 02:01:11 -


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Indice

Fiorella Farinelli, Tra riforme mancate, inefficienze e fantasmi del passato

Giuseppe Fiori, Autonomia differenziata, la legge che non vogliamo

Mario Dutto, La scuola e la formazione nella “quarta via” di Keir Starmer

Mario Fierli, Il punto sul PNRR-istruzione. Criticità di investimenti e riforme

Rita Bramante, La scuola schiacciata dal peso di un approccio clinico

Presentazione

L’articolo Tra riforme mancate, inefficienze e fantasmi del passato di Fiorella Farinelli evidenzia i problemi persistenti nel sistema scolastico italiano, aggravati dalla mancata attuazione di riforme cruciali previste dal PNRR. In particolare, sono stati rinviati o compromessi il nuovo modello di carriera per i docenti e la riforma della formazione iniziale abilitante per la scuola secondaria. L’inefficienza nel bandire e gestire concorsi per l’assunzione di insegnanti ha aumentato il precariato. Le riforme annunciate, come il Liceo del Made in Italy, si sono rivelate fallimentari. Infine, si evidenzia il tentativo del ministro Valditara di modificare il profilo culturale della scuola, con un focus su nazionalismo e identità patriottica.

L’articolo Autonomia differenziata, la legge che non vogliamo di Giuseppe Fiori analizza la legge n. 86 del 2024 che introduce l’autonomia differenziata, permettendo alle Regioni a statuto ordinario di ottenere maggiore autonomia anche  nell’istruzione. La legge preoccupa in particolare per i possibili effetti sull’equità nella distribuzione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) su tutto il territorio nazionale. L’articolo mette in evidenza le difficoltà nel definire i LEP, che dovrebbero garantire servizi omogenei su tutto il territorio nazionale, ma la complessità finanziaria e normativa rende questo obiettivo arduo. Inoltre, l’autonomia differenziata potrebbe compromettere il sistema nazionale d’istruzione e aumentare le disuguaglianze tra le Regioni, specialmente in un contesto di scarsità di risorse finanziarie.

L’articolo di Mario Dutto La scuola e la formazione nella “quarta via” di Keir Starmer analizza il recente successo del Labour Party nel Regno Unito, paragonandolo alla vittoria del New Labour di Tony Blair nel 1997. La vittoria porta un cambiamento nella composizione del governo, con un forte focus sull’educazione, e avviene in un contesto economico difficile, segnato da stagnazione, disoccupazione e debito pubblico elevato. Il Keir Starmer ha delineato cinque “missioni” per la ripresa del Paese, tra cui la crescita economica, la promozione dell’energia pulita e la riforma del sistema educativo. Le priorità del governo includono migliorare le competenze e l’accesso all’educazione per tutti, eliminando le disuguaglianze e garantendo pari opportunità. Vengono menzionate diverse proposte per l’educazione, come l’abolizione delle agevolazioni fiscali per le scuole private e il reclutamento di nuovi insegnanti. Il governo intende anche introdurre riforme per migliorare il benessere degli studenti e promuovere una formazione integrata tra competenze accademiche e pratiche. Il successo del Labour sarà valutato sulla capacità di realizzare una crescita economica significativa e risolvere i problemi legati all’istruzione, in un contesto politico incerto e segnato dall’instabilità economica e sociale.

In Il punto sul PNRR-istruzione. Criticità di investimenti e riforme  Mario Fierli commenta alcuni dati  pubblicati dalla Fondazione Agnelli sullo stato di attuazione Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito  dell’istruzione. Al 31 dicembre 2023, la spesa era ancora molto bassa, con solo il 16,8% delle risorse destinate all’istruzione effettivamente spese. La complessità dei progetti, la molteplicità degli attori coinvolti e i diversi livelli decisionali influiscono sulla velocità di spesa. Manca una sinergia tra riforme e finanziamenti. Un esempio è la formazione dei docenti, considerata la parte più critica. Il modello previsto dalla Legge Draghi per lo sviluppo della carriera è bloccato dalla necessità di affrontare il permanente precariato. Anche la riforma dell’istruzione tecnica e professionale è problematica, per la lenta crescita delle ITS Academy e del nuovo percorso quadriennale. Tre misure principali riguardano lo sviluppo delle tecnologie digitali: Scuola 4.0, nuovi linguaggi e competenze digitali. C’è un ritardo nella formazione dei docenti, con il rischio di sprechi a causa dell’accelerazione negli acquisti di attrezzature tecnologiche senza un’adeguata sperimentazione didattica. L’articolo solleva il problema di un disallineamento tra la formazione e l’attuazione degli investimenti tecnologici, con preoccupazioni sull’impatto reale e la diffusione di queste innovazioni tra i docenti.

L’articolo di Rita Bramante La scuola schiacciata dal peso di un approccio clinico affronta la crescente diffusione delle diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) in Italia, evidenziando un significativo aumento di certificazioni negli ultimi anni, soprattutto nelle scuole del Nord. Questa tendenza ha sollevato preoccupazioni tra esperti come Daniele Novara, che vede un eccesso di diagnosi legato a interessi economici e al rischio di etichettare i bambini, limitando il loro sviluppo scolastico. Alessandra Condito, nel suo libro “Il tempo e la cura”, critica il sistema scolastico per aver perso di vista l’importanza del tempo disteso in educazione, schiacciato dalla pressione di diagnosi e certificazioni. Condito invita a una riflessione più pedagogica, promuovendo un approccio più attento ai tempi di apprendimento e alla crescita individuale degli alunni, al fine di invertire una tendenza che danneggia la scuola.

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