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ClanDESTINI (diciottesima puntata)

Pubblicato il: 19/11/2010 14:31:16 - e


“Immaginava di sapere come erano andate le cose: Valaci non aveva potuto uccidere Didier davanti a suo figlio... s’era pentito, questo era importante, una cosa che Hansen aveva progettato da tempo ma che arrivava ora in modo da creare con le opportunità desiderate... un conflitto d’interesse? Nonostante tutto sorrise.”
Il giallo a puntate di Education 2.0 ambientato nella scuola in ospedale. La storia di Didier, bambino soldato sfuggito alla guerra e alla morte.
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Il maggiore Hansen vedeva dalla finestra la piazza di Roma piena di autobus e macchine parcheggiate, il ponte sulla ferrovia si intravedeva appena.

“No” disse il Generale con un sorriso “la sua promozione sconta solo i normali tempi tecnici. Lei continui, per ora, a seguire le sue piste e le sue ipotesi sul mandamento del Ragioniere.”

“Mi fa troppo onore chiamandola mia ipotesi… solo frutto della gestione degli informatori. L’ultima volta mi aveva detto che era in firma.” Si permise di dire Hansen.

L’altro fece una smorfia, guardando lo schermo del suo pc “Appunto, solo che non firma. Viene ogni tanto e ha altro da fare. Non l’ho chiamata, però, per la nomina. C’è qualcuno, oltre atlantico, che è interessato alle sue indagini, tanto da venire in Sicilia.”

“I federali?” Chiese Hansen.

“No, sull’onda emotiva della domanda di sicurezza dopo l’attacco alle torri gemelle negli Stati Uniti sono cresciute come funghi le agenzie informative… in circa 10.000 diverse località lavorano all’intelligence e alla raccolta di informazioni in funzione anti terrorismo circa 1200 organizzazioni statali e 200 organizzazioni private.”

“Le avessimo noi tutte queste risorse!”

“È una macchina ipertrofica, tentacolare di costo ignoto, o meglio non calcolabile…”

“Ho letto delle stanze scif di cui tutti gli edifici di quelle organizzazioni sono dotati… ci farebbero comodo anche a noi stanze impermeabili alle intercettazioni, con i muri in metallo, praticamente inespugnabili…”

“La stanza scif non è niente. Più fumo che arrosto. Prima che se ne vada le farò vedere la nostra… non è un caso che le abbia chiesto di venire qui e non al Forte o al Ministero… quello di cui le volevo parlare sono le organizzazioni private. Perché negli USA un quarto di tutto il personale che lavora nell’intelligence dipende da contractors privati.”

Hansen si finse interessato. “Un quarto?”

Il Generale sospirò. “Forse anche un terzo, si potrebbe dire… I contractors svolgono attività delicatissime, anche fuori del paese, reclutamento agenti in Iraq, pagamenti ai signori della guerra in Afghanistan, armi, droga e tutto il resto.”

“… e tutto il resto, capisco. Potrebbero essere armi e rifiuti tossici, come da noi…”

Il Generale continuava a fissare lo schermo del pc: era comparsa una e-mail che lo aveva ammutolito. Guardò Hansen e poi digitò un nome su Skype “È il coronamento del suo lavoro… lo sentirà direttamente dalla nostra stazione in Sicilia occidentale.”

Sullo schermo comparve il volto di un uomo sorridente, stempiato e con i baffi a manubrio di bicicletta da corsa “Generale, il fatto è avvenuto solo pochi minuti fa: Calogero Valaci si è consegnato a noi… veniva direttamente dall’Ospedale di Montelusa, vestito da clown! Doveva avere qualche contratto criminale all’ospedale e alla fine non l’ha portato a termine e s’è pentito! Ho cercato di contattare il maggiore Hansen, ma ha il cellulare spento.”

“È qui da me e la sta ascoltando… però è meglio non prolungare questa conversazione con altri dettagli” il Generale guardò l’orologio sulla scrivania “Hansen riparte subito per la Sicilia… intanto provvedete a mettere don Calogero in una casa sicura, preallertate, con discrezione e senza fare nomi, quelli del programma di protezione dei pentiti, ma non avvisate ancora la Procura, non prima che Hansen abbia completato il primo interrogatorio, mi sono spiegato?”

“Prenderò l’aereo per Palermo tra due ore” assicurò Hansen “ora l’importante è chiudere il gioiello in cassaforte.”

Il Generale annuì sorridendo “Ha sentito cosa ha detto il suo maggiore?”

“Si, certo” l’uomo sul video si lisciò i baffi “e la cassaforte è in un luogo sicuro, stia tranquillo maggiore, verrò a prenderla a Punta Raisi e poi ci recheremo direttamente sul sito. Complimenti da parte di tutta la squadra.”

Si sentì l’eco di un applauso e poi l’immagine scomparve.

Il Generale guardò soddisfatto il maggiore “Certo i risultati che verranno da questa operazione dovrebbero accelerare quella benedetta firma “poi si fermò a riflettere e lo scrutò negli occhi “Già che c’è di strano, oltre al figlio di Valaci, in quell’ospedale? “

Il maggiore Hansen strinse le labbra e non rispose.

Di lì a poco era fuori. Piazza Zama era piena di macchine parcheggiate in seconda fila.

Hansen riaccese il cellulare e chiamò un taxi per Fiumicino. Rimase immobile a fissare l’iPhone, due stranezze lo avevano colpito. Perchè il suo braccio destro, anziché inviargli un messaggio aveva avvisato prima direttamente il Generale? E perchè il Generale, con quel fumoso discorso sulle agenzie statunitensi aveva deciso di inserire elementi estranei nella sua indagine?

Ai controlli era abituato, ma solo quando provenivano da un’altra struttura del Servizio…

Doveva stringere i tempi, altrimenti il suo complesso piano non avrebbe funzionato.

Poi c’era quella suora… all’ospedale di cose strane ce n’erano fin troppe! Doveva inquadrare meglio Suor Annunciazione, era da tempo che aveva chiesto un approfondimento della sua scheda; da una informativa che pochi giorni prima, finalmente, gli era arrivata dal Vaticano aveva saputo che in Africa era stata stuprata ed era tornata in Italia perché, per abortire, aveva preso la pillola del giorno dopo… una donna interessante, coi capelli che qualche volta uscivano fuori dalla cuffia… S’era affezionata moltissimo al bambino soldato, erano inseparabili! E Linda conosceva un personaggio per lo meno discutibile, doveva approfondire la scheda del volontario Natis. Poi, certo, c’erano Didier e Kamal, un problema nel problema. I suoi agenti gli avevano riferito di una visita misteriosa a Didier, avevan visto il visitatore solo da lontano, ma era bianco e forse si conoscevano, perché s’era seduto sul suo letto! Scrutò la strada per vedere se arrivava il taxi che aveva chiamato al cellulare. Quella telefonata su Skype l’aveva turbato. Dunque don Calogero aveva profittato dell’iniziativa molto particolare, la clownterapia, che le due insegnanti rompiscatole, contro il parere di Gemito, avevano messo su. Se Valaci s’era travestito da clown doveva essere per introdursi tranquillamente in ospedale ed uccidere Didier. Al telefono non avevano potuto dire di più, ma alla fine qualcosa gli era successo e non ce l’aveva fatta! Quel giorno aveva visto che c’erano controlli speciali e doveva stare attento. Il Generale bisognava pesarlo anche quando diceva cose che sembravano fuori tema. U lupu di mala cuscenza comu opera accussì penza. Cercò di ricordare le sue parole esatte “I contractors svolgono attività anche fuori del paese, reclutamento agenti in Iraq, pagamenti ai signori della guerra in Afghanistan, armi, droga e tutto il resto.” Aveva fatto cenno alle armi e alla droga, ma non ai rifiuti tossici.

Immaginava di sapere come erano andate le cose: Valaci non aveva potuto uccidere Didier davanti a suo figlio… s’era pentito, questo era importante, una cosa che Hansen aveva progettato da tempo ma che arrivava ora in modo da creare con le opportunità desiderate… un conflitto d’interesse? Nonostante tutto sorrise.

Ma ora doveva mettersi faccia a faccia con don Calogero, il killer che, ora, avrebbe sparato parole come proiettili. La mattanza stava per cominciare?

Il taxi inchiodò a un passo da lui “‘Ndo annamo dottò?”

Il maggiore salì “A Fiumicino, de prescia.”

(continua)

(La storia di ClanDESTINI è frutto della fantasia degli autori: qualsiasi riferimento con la realtà, fatti, luoghi e persone vive o scomparse, è puramente casuale).

Calcerano e Fiori: il viaggio di Didier, un video riassunto che svela scenari inediti sulla storia di Clandestini

È in libreria “Teoria e pratica del giallo“, la nuova fatica di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori per le stampe di Edizioni Conoscenza.

Qui le modalità per l’acquisto del libro.

Le puntate precedenti

Prima puntata

Seconda puntata

Terza puntata

Quarta puntata

Quinta puntata

Sesta puntata

Settima puntata

Ottava puntata

Nona puntata

Decima puntata

Undicesima puntata

Dodicesima puntata

Tredicesima puntata

Quattordicesima puntata

Quindicesima puntata

Sedicesima puntata

Diciassettesima puntata

L’intervista agli autori, Il giallo d’appendice


La video presentazione di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, Un giallo prezioso: ClanDESTINI


Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori, narratori e saggisti, vivono e lavorano a Roma. Hanno scritto insieme numerosi romanzi polizieschi. Per ulteriori informazioni si possono consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calcerano

http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fiori_(narratore)

http://www.luigicalcerano.com

http://www.giuseppefiori.com

Calcerano e Fiori

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