… ma l’INVALSI è solo una prova di apprendimento? Il progetto VALES chiarisce il dubbio
L’intervista a Donatella Poliandri, responsabile del progetto INVALSI-VALES, mette in luce il punto di forza del progetto e i risvolti positivi per migliorare l’offerta formativa. Ecco alcune riflessioni sul tema.
Education 2.0 ha intervistato Donatella Poliandri, la responsabile del progetto INVALSI-VALES (Valutazione e Sviluppo della Scuola), il progetto sperimenta una modalità d’integrazione tra la rilevazione degli apprendimenti, l’autovalutazione e un punto di vista esterno, per aiutare le scuole a interpretare il lavoro svolto e per migliorare l’offerta formativa.
Nella prima parte dell’intervista si ragiona sulla proposta di arricchimento della cultura della valutazione, che VALES propone alle scuole, attraverso la predisposizione e il supporto di strumenti e di pratiche per l’autovalutazione.
Nella seconda parte dell’intervista si affronta la questione delle figure che supportano il processo di autovalutazione e le possibili ricadute sui profili professionali di chi opera nella scuola a vari livelli, dal dirigente al corpo docente nel suo insieme.
Nell’anno scolastico 2012-2013 ha preso avvio il progetto VALES, promosso dal MIUR e affidato a INVALSI, che sperimenta percorsi di autovalutazione e di valutazione esterna delle scuole. Il progetto coinvolge 289 istituzioni scolastiche del territorio nazionale che, volontariamente, hanno deciso di partecipare (fra le 800 scuole che avevano inviato la domanda di partecipazione ne sono state individuate, dal MIUR, 200 nelle Regioni Obiettivo Convergenza e 100 nelle Regioni del Centro Nord).
VALES è stato progettato come “luogo” in cui si sperimenta un modello di “valutazione volto al miglioramento”, e recepisce le indicazioni comunitarie in merito alla necessità di accelerare la costruzione e il rafforzamento del sistema nazionale di valutazione del nostro Paese.
L’obiettivo è di stimolare le scuole a costruirsi percorsi valutativi attraverso procedure, protocolli e rapporti che potranno essere utilizzati dal Sistema Nazionale di Valutazione (Regolamento del DPR 80 del 2013), e quindi d’individuare e formare quelle figure che potranno compiere le visite di valutazione esterna, previste dal Regolamento stesso.
L’impianto complessivo del progetto pone al centro l’integrazione e il raccordo fra autovalutazione e valutazione esterna, in una prospettiva di confronto, secondo la logica del “benchmarking”, finalizzata a fornire elementi conoscitivi utili per innescare processi interni di cambiamento.
VALES sviluppa sperimentazioni INVALSI già attuate nel nostro Paese, come il progetto VM (Valutazione e Miglioramento) e il progetto VSQ (Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole), e propone un modello valutativo che:
– integra un’autovalutazione strutturata;
– favorisce l’apprendimento organizzativo per il governo interno dell’istituzione formativa, con la valutazione esterna;
– rappresenta il sostegno metodologico all’autovalutazione stessa perché fornisce il punto di vista con cui confrontarsi.
Elementi rilevanti di questo progetto sono l’elaborazione di un quadro di riferimento teorico, che rappresenta un modello interpretativo di un insieme di aspetti ritenuti rilevanti per delineare la qualità di “una buona scuola”, definendo quindi ciò che deve essere osservato e valutato, e l’individuazione delle competenze che i valutatori devono possedere; l’INVALSI pertanto ha selezionato e formato dei team di valutazione per compiere le visite presso le istituzioni scolastiche, e ha messo a disposizione delle scuole e dei valutatori dati provenienti da differenti fonti e strumenti elaborati, “fare” utilizzando metodi misti di rilevazione e di analisi quali-quantitativa.
A ciascuna scuola è già stato restituito un rapporto con i risultati della valutazione esterna e l’indicazione di ambiti di criticità sui quali concentrare gli interventi di miglioramento. Il passaggio è molto delicato: la comunità professionale si trova a doversi confrontare sia con i punti di forza emersi dall’analisi dei Team, sia con i punti di criticità individuati.
Le scuole dovranno misurarsi anche con la propria capacità di sapere accogliere e interpretare il cosiddetto “punto di vista esterno”, che non sempre corrisponde a ciò che gli attori pensano del proprio lavoro.
La riflessione per il miglioramento può scaturire quindi sia dalla concordanza fra interno ed esterno, degli eventuali elementi di difficoltà emersi, sia dalle differenze fra questi. E qui sta la sfida per le scuole.
L’autovalutazione, infatti, sollecita ciascuna scuola a interrogarsi sulla qualità del servizio offerto al fine di migliorarlo/cambiarlo, e il confronto con l’esterno “provoca” la comunità professionale in un processo costante di miglioramento e di perfezionamento; la libertà delle scuole di compiere scelte autonome dovrebbe, infatti, essere sempre connessa alla responsabilità d’intraprendere processi di qualificazione del servizio nel suo complesso. In questo modo, la valutazione può diventare uno strumento efficace per la gestione strategica dell’istituzione scolastica, superando così l’accezione tipica che si attribuisce al concetto di “valutazione”, nel nostro Paese, ossia quella del controllo amministrativo che spesso, nelle nostre scuole, si traduce nell’ennesimo adempimento burocratico cui si deve assolvere.
La sfida attuale per l’INVALSI, fra le tante, è comprendere come la valutazione interna/esterna guidi e indirizzi il miglioramento delle scuole, quali siano gli approcci più efficaci e in che modo il feedback fornito nei Rapporti di valutazione e, in particolare, quello sui punti valutati come maggiormente insoddisfacenti, possa contribuire a orientare la comunità professionale.
Correlati:
– Autovalutazione dei singoli istituti: la direzione per una qualità della scuola, di V. Gallina
– Il Progetto VALES (parte I), la video intrvista di Vittoria Gallina e Carlo Nati a Donatella Poliandri, responsabile dell’Area valutazione delle scuole (Invalsi) e del Progetto VALES
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Vittoria Gallina