Cambiare il paesaggio relazionale dei percorsi di formazione
Il 31 maggio si è tenuto presso Sapienza Università di Roma l’evento “Dare corpo alla conoscenza e Voci alle diversità”, una giornata dedicata alla presentazione di iniziative educative modulari, competence-based, orientate all’inclusività dei contesti formativi. Questo evento ha offerto l’occasione per riflettere sulle trasformazioni apportate da tali iniziative su studenti, partecipanti con disabilità, docenti e comunità locali.
La visione della filosofa e fisica Karen Barad e il suo concetto di intra-azione ispirano questo approccio educativo. Secondo Barad, i fenomeni e le identità non sono entità preesistenti, ma emergono dalle relazioni in cui sono immersi.
“Existence is not an individual affair. Individuals do not preexist their interactions; rather, individuals emerge through and as part of their entangled intra-relating.”
(Barad, 2007, p. 7)
In questo contesto, l’apprendimento è un processo di co-costruzione.
L’apprendimento diventa così un viaggio di scoperta reciproca, dove ogni elemento contribuisce alla costruzione della conoscenza in modo unico e irripetibile e coinvolge studenti, docenti, comunità e ambiente.
“Knowing is a material practice, a specific engagement of the world where part of the world becomes differentially intelligible to another part of the world in its differential accountability to or for that of which it is a part. […] knowing is a physical practice of engagement.” (ivi., p. 342).
Un esempio concreto di questa visione è rappresentato dal progetto degli Open badge EDU Sapienza. Questi badge digitali riconoscono gli apprendimenti non formali e informali, integrando esperienze acquisite nel tempo libero, nelle interazioni sociali o tramite esperienze lavorative. Questo sistema di certificazione incoraggia gli studenti a esplorare e valorizzare le proprie competenze, rendendole visibili e riconoscibili anche in contesti professionali.
Gli open badge EDU non si limitano a riconoscere le competenze, ma promuovono un dialogo “diffrattivo” tra diverse forme di conoscenza, contesti e livelli di intervento.
Molteplici prospettive si intrecciano e si arricchiscono a vicenda in questo dialogo, valorizzando le differenze individuali e culturali.
La maggiorità dei laboratori creato nell’ambito di questo progetto promuove l’utilizzo di linguaggi artistici, manuali e corporei in ambito educativo. Questi linguaggi non sono solo strumenti per facilitare l’apprendimento di altre materie, ma rappresentano un modo per trasformare e arricchire l’esperienza educativa. Attraverso laboratori di attività espressive e teatrali, di narrazione o di arti visive e manuali, gli studenti sviluppano competenze trasversali e scoprono nuovi modi di esprimersi e interagire con il mondo.
Un altro pilastro dell’approccio educativo adottato nelle nostre iniziative è il service-learning. Questo metodo integra l’apprendimento accademico con il servizio alla comunità, creando connessioni tra teoria e pratica e promuovendo l’apprendimento esperienziale e contestualizzato. Gli studenti sono coinvolti in attività che li mettono in contatto con problemi reali, li incoraggiano a sviluppare soluzioni creative e innovative e permettono loro di sentirsi capaci di contribuire al miglioramento della società. Per contrastare il senso di sopraffazione, disorientamento e impotenza, generato dal sovraccarico di informazioni frammentarie, drammatiche e globali, è necessario un approccio che coniughi una riflessione critica sul panorama educativo globale con un impegno concreto a livello locale.
Un esempio concreto di service-learning è il Laboratorio inclusivo “Coltivare cura e conoscenza”, che sensibilizza gli studenti alla sostenibilità ambientale e accoglie persone con disabilità visive. Offre ai partecipanti l’opportunità di ampliare le proprie capacità percettive e di apprendere attraverso esperienze sensoriali diverse, di scoprire nuovi modi di interagire con l’ambiente e gli altri.
Quando utilizziamola parola inclusione intendiamo, in pratica, un atto di considerazione. Questo concetto, che deriva dalla parola latina “sidus, sideris” (stella o costellazione), significa letteralmente “osservare le stelle”. La considerazione ci invita a guardare alla nostra stessa essenza di “figli delle stelle” (come diceva Margherita Hack), a riflettere le costellazioni che siamo e leggere nel cielo un destino condiviso.
La collaborazione tra università e territorio è fondamentale per il successo delle iniziative educative proposte. Insieme a enti locali, associazioni e istituzioni, lavoriamo a creare percorsi formativi che rispondano alle reali esigenze della comunità. Questo dialogo continuo permette di sviluppare programmi di formazione multiformi, aperti in alcuni casi anche a persone non diplomate e di attivare percorsi di valutazione e certificazione che siano rilevanti e utili sia per gli studenti che per i professionisti già in servizio.
L’evento Sapienza ha dimostrato come dare spazio alle differenze, alla collaborazione, all’incertezza e alla co-costruzione di nuovi significati sia la chiave per un’educazione trasformativa.
Il lavoro all’interno di gruppi eterogenei, guidati da esperti con competenze complementari e in cui si accoglie una molteplicità di punti di vista e di esperienze, genera dialogo e nuovi paradigmi e può portare a una trasformazione profonda dei principi che organizzano gli spazi sociali e di formazione e lavoro.
L’università, in questo scenario, è chiamata a assumere un ruolo centrale come organismo vivo e pulsante, capace di dialogare con la società e di offrire formazioni che rispondano alle esigenze mutevoli degli individui lungo il corso della loro vita, genera senso e produce saperi e significati sempre nuovi.
I nostri partner per queste iniziative:
Federazione Italiana Teatro Amatoriale-FITA con Matteo Corbucci che guida il laboratorio di narrazione EDUtell;
Onlus Oltre le Parole con Pascal La Delfa per il laboratorio di attività espressive e teatrali EDUact;
Io Se Posso Komunico (I-SPK) con Valentina Colozza per il laboratorio sulle disabilità comunicative e la LIS EDUsign;
L’ASP Sant’Alessio MdS con Carmen Pirro per il percorso sulle disabilità visive EDUsign;
INSUPERABILI S.S.D.R.L e Ostia surf adaptive per i laboratori integrativi al corso di Scienze Motorie della prof.ssa Maria Chiara Gallotta e il rilascio del badge EDUsport
Parole chiave: inclusività, diversità, Karen Barad, intra-azione, arte, LIS, sport, open badge, service-learning, corpo, collaborazione, università
Riferimento:
Barad, K. (2007). Meeting the universe halfway: Quantum physics for chemical philosophers. Durham, NC: Duke University Press.
https://sites.google.com/uniroma1.it/badgedu/badge-sapienza-education
https://www.uniroma1.it/it/pagina/open-badge-valutazione-delle-competenze-pregresse
Emiliane Rubat du Mérac, Professore Associato di Pedagogia Sperimentale presso il Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione di Sapienza Università di Roma