Il futuro della scuola: legami autentici e nuove prospettive per i docenti di domani
In Italia, così come in gran parte del mondo occidentale, la Scuola non detiene più il monopolio di possessore di cultura. L’accesso diretto al sapere, o ad informazioni di ogni genere, hanno portato ad una sfiducia verso la scuola come istituzione che, per oltre un secolo, ha assunto il ruolo di principale protagonista nella formazione umana, sociale e culturale delle nuove generazioni. Nonostante ciò, i giovani necessitano di bussole e strumenti per orientarsi in un mondo sempre più complesso. Chi, se non gli insegnanti, possono donare loro questi strumenti? In che modo i docenti, devono entrare in relazione con giovani, che, come dice Bauman, vivono in un mondo dove “i legami sono stati sostituiti da connessioni” le quali non richiedono impegno, ma che “con un click” possono essere improvvisamente e spesso unilateralmente, interrotte? A queste domande si è cercato di rispondere in occasione del Seminario Internazionale dell’Associazione Docenti e Dirigenti Scolastici Italiani (Adi) dal titolo: “Scuola: l’audacia di volare alto”, svoltosi a Bologna, il 21 e 22 Febbraio 2025. Punto di partenza per dotare gli studenti di bussole e strumenti è stato il concetto di Scuola come cuore pulsante di un territorio e di una comunità che vuole insegnare la cura e l’impegno. Ne è un esempio, il concetto di “cerchio esperienziale” presentato da Kai- Ming Cheng (Principi e finalità della relazione educativa) che racconta come nella scuola primaria cinese, i bambini vivano un’esperienza che va oltre i banchi e le aule. Nonostante la società ci spinga ad educare alle competenze tecniche, le doti relazionali e il consolidamento di valori quali la cura, il rispetto, la socialità, sono fondamentali per crescere individui in grado di affrontare cambiamenti continui e veloci che caratterizzeranno sempre più le esistenze delle nuove generazioni. Vedere gli studenti non per le loro fragilità, o come imbuti da “riempire” di nozioni, è sottolineato anche da Daniela Marzana (Il desiderio degli studenti di contare), che ribadisce, presentando in anteprima i risultati dello studio sui giovani dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, quanto gli studenti sentano la necessità di essere riconosciuti dalla società. In un Paese dove il numero di giovani cala sempre di più, la loro voce si ascolta sempre meno. Per tale ragione ci si chiede: come può stare la scuola dentro la comunità, partecipando alla crescita di cittadini consapevoli e fiduciosi nel futuro? Questi interrogativi costituiscono la base della riflessione di Maggie MacDonnell, (Dal nord del Canada: la mia esperienza con gli Inuit). Insegnare in un contesto sociale tra i più difficili ed incredibili presenti sul nostro pianeta è possibile solo se si sceglie di affrontare la crisi, utilizzando l’ascolto, l’osservazione del contesto e trasformando la scuola in uno spazio accogliente e sicuro. La passione, l’energia e l’impegno dimostrati dalla docente durante il seminario hanno suscitato grande coinvolgimento nella platea, portando persino alcuni giovani Dirigenti scolastici, categoria sempre più provata, a una standing ovation al termine del suo intervento. È stato ribadito quanto sia fondamentale la creatività per sviluppare quotidianamente nuove strategie educative e relazionali, adattandole al contesto e alle esigenze del momento vissuto dagli alunni e dalla comunità scolastica. Inoltre, è emerso come gli insegnanti abbiano bisogno di maggiore flessibilità e autonomia per creare legami autentici con il territorio e il contesto in cui la scuola è inserita. Creatività e sogni che diventano possibilità sono elementi che in una scuola non dovrebbero mai mancare. Ce lo sottolinea Nick Chambers, (Portare il mondo del lavoro dentro la scuola per “ispirare il futuro”). Tramite la sua affermazione “non puoi diventare ciò che non puoi vedere” si evidenzia l’importanza di abbattere le distanze tra le professioni ed il genere e di creare un’immagine di sé e delle proprie possibilità, non influenzata dal contesto di origine. Ancora una volta, si riflette e si ribadisce l’importanza per gli insegnanti e la scuola di creare spazi protetti, in cui i sogni possano prendere forma e in cui ogni studente possa sviluppare appieno le proprie potenzialità, senza limitarsi esclusivamente a ciò che è funzionale ad un determinato sistema. Solo in questo modo sarà possibile rispettare le individualità, promuovere l’innovazione autentica e formare individui autonomi, capaci di orientarsi nel mondo con consapevolezza e partecipazione attiva. È fondamentale che la scuola e gli insegnanti adottino un approccio basato sull’ascolto e su una visione olistica dell’individuo in apprendimento, riconoscendo che l’acquisizione delle conoscenze e la costruzione delle relazioni sociali non avvengono esclusivamente all’interno dell’ambiente scolastico. Una scuola profondamente legata al territorio e agli altri ecosistemi educativi, capace di operare su più dimensioni con energia, fiducia e slancio, rappresenta un elemento chiave per un’educazione in grado di accompagnare i giovani nel complesso compito di confrontarsi con realtà, contesti e sfide sempre più diversificati e articolati.
Maria Elena Tassinari, PhD, assegnista di ricerca in pedagogia sperimentale – Arianna Antoni, insegnante e dottoranda di ricerca in pedagogia sperimentale – Università di Bologna.