Alunni stranieri a scuola: linee guida 2014
Il 19 febbraio u.s. l’ex ministro Carrozza ha firmato una nuova versione delle “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, attesa da qualche tempo perché negli otto anni dalla prima redazione sono cambiate molte cose.
Le più evidenti riguardano il raddoppio degli studenti di provenienza straniera (dai 430.000 del 2006 agli attuali 830.000); il fortissimo incremento delle “seconde generazioni” (i nati in Italia sono il 48%) e, invece, la riduzione al 3,7% dei cosiddetti “neo arrivati”. Nelle scuole del secondo ciclo e nei percorsi di IeF l’ingresso è in rapida crescita e ormai consistente, sebbene ancora minoritario rispetto alle scuole per l’infanzia e primarie.
Altrettanto importante, per il lavoro degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, è il riferimento sia alle esperienze scolastiche più evolute e collaudate – a partire da quelle che riguardano lo sviluppo delle competenze linguistiche – sia al ricco patrimonio d’indagini, studi e proposte cui hanno contribuito diversi attori istituzionali: università, centri di ricerca ed esperti.
Nel testo, elaborato dall’Ufficio “Immigrazione, orientamento e lotta all’abbandono scolastico” della Direzione Generale dello Studente (Miur), sono messi – in particolare rilievo – alcuni temi che nella versione precedente erano assenti o solo accennati:
• l’importanza strategica dell’italiano lingua 2, anche nel secondo ciclo, per l’acquisizione degli strumenti linguistici “per lo studio” e relativi alle diverse discipline e, più in generale, per il raggiungimento di una piena padronanza della lingua. Le difficoltà linguistiche, che sussistono anche per i nati in Italia che nelle relazioni familiari e amicali comunicano in lingue diverse dall’italiano, sono la causa principale degli insuccessi scolastici e contribuiscono in forte misura a ritardi che incoraggiano gli abbandoni (nella scuola secondaria superiore gli studenti in ritardo di uno o più anni sono il 67%, ma il fenomeno ha una forte consistenza fin dalla scuola primaria e si acuisce progressivamente nei livelli scolastici successivi);
• la necessità di un orientamento scolastico, partecipato dalle famiglie, attento sia a scongiurare gli abbandoni precoci che a favorire scelte d’indirizzo libere da condizionamenti sociali o pregiudizi, e coerenti con le effettive capacità e vocazioni degli studenti. Ci sono le connotazioni tipiche della “segregazione formativa”, infatti, nella fortissima polarizzazione (80%) degli studenti stranieri nell’istruzione professionale e tecnica, e nella loro sovra rappresentazione nei percorsi di IeF;
• il ruolo decisivo dei CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) nella promozione di percorsi integrati tra istruzione, qualificazione professionale e stage di orientamento al lavoro per i giovani adulti stranieri privi di titoli di studio e di qualifiche formali. Un ruolo sostenuto dalla tradizionale esperienza di molti CTP (Centri Territoriali Permanenti) nella formazione linguistica e sociale degli adulti stranieri, e rafforzato recentemente dai nuovi compiti sulla predisposizione dei test linguistici finalizzati alla regolarizzazione;
• la centralità, per gli insegnanti e i dirigenti scolastici, di una formazione professionale specialistica mirata all’acquisizione delle competenze di tipo organizzativo e delle strumentazioni metodologico-didattiche necessarie al superamento delle numerose criticità che connotano la scolarizzazione degli studenti stranieri e allo sviluppo dell’educazione interculturale.
Se questi sono i punti di maggiore novità, nel loro insieme le nuove “Linee” ripercorrono piuttosto fedelmente l’impostazione politico-culturale della versione precedente.
Tra gli elementi di maggiore interesse c’è però un’attenzione – maggiore che in passato – a offrire alla riflessione e alla progettazione piste operative che sono state effettivamente collaudate dalle scuole e che, anche quando si tratti di esperienze molto innovative come quelle ispirate alla “Peer Education”, presentano un alto indice di trasferibilità.
A questo punto sarebbe utile che l’amministrazione scolastica promuovesse iniziative di discussione e di approfondimento nei diversi ambiti territoriali e con riferimento alle specificità dei diversi settori; e che ricostituisse, come in passato, un Osservatorio per il monitoraggio e lo studio delle esperienze, capace di fornire utili supporti all’evoluzione del nostro sistema educativo. È noto che anche in questo campo le performance medie della scuola italiana, se comparate a quelle di altri paesi, non sono particolarmente brillanti.
Per approfondire:
– “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”
Correlazioni:
• Fiorella Farinelli, esperta di politiche scolastiche ed ex dirigente generale del MIUR, ci spiega in ClanDESTINI, giallo a puntate di Luigi Calcerano e Giuseppe Fiori
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Fiorella Farinelli