Centocinquanta e più
I riflettori sulle celebrazioni e sui festeggiamenti per l’anniversario dell’unità d’Italia si sono spenti da poco, ma il movimento di idee e le numerosissime esperienze realizzate nel nostro paese e nel resto del mondo hanno germogliato tanti frutti e la voglia di continuare i percorsi intrapresi è tanta. È questo il caso del progetto biennale “150 anni Grande Italia” promosso da La Fabbrica srl in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e con il Ministero degli Affari Esteri. Negli anni scolastici 2010/11 e 2011/12 sono stati coinvolti nel progetto migliaia di studenti dagli otto ai diciannove anni in quaranta Paesi del mondo. L’idea di fondo era di raccontare l’Italia attraverso le fotografie, sia come testimonianza dell’italianità che per stimolare gli studenti a confrontarsi con la storia, le persone, i prodotti che in tutto il mondo parlano di valori italiani.
“Sono arrivate più di quattromila fotografie, le migliori già pubblicate nel primo volume ‘150 foto per 150 anni’” afferma Mirella Adamo, responsabile del progetto “e quasi millecinquecento lavori di ricerca. Studenti e insegnanti hanno voluto proporre, a partire dalla storia degli ‘italici’, la loro visione di un mondo solidale e capace di dare valore alle diversità, nel presente e nel futuro”.
La seconda pubblicazione “Centocinquanta e più”, da poco uscita, si può considerare, come sostengono i promotori dell’agenzia “La Fabbrica”, una dichiarazione di intenti per il terzo millennio, sottoscritta a Roma dai ventidue ragazzi provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado che hanno partecipato dal 20 al 25 settembre 2011 al meeting di Roma delle “Scuole 150 anni Grande Italia”. Dalla lettura e dalla visione delle bellissime fotografie emerge un modello di integrazione tra culture diverse. Scrive Marco Aime “Gli studenti che hanno partecipato al concorso hanno intrapreso strade diverse, scegliendo ciascuno uno di questi fili. Alcuni fili, nell’immaginario dei ragazzi e grazie al loro lavoro di ricerca e creazione, sono diventati sempre più solidi e robusti, imponendosi sugli altri. Non può non colpire la forte attenzione rispetto al tema dell’emigrazione passata di tanti, troppi forse, nostri connazionali. In un’epoca in cui a volte sembra che si perda la memoria di quel nostro passato, e che ci si disegni sopra un nuovo immaginario, quello in cui gli stranieri sono pericolosi a prescindere e vanno pertanto respinti, è significativo, importante e bello che siano proprio queste nuove generazioni a ricordarci come eravamo” (“Centocinquanta e più”, MIUR/MAE, La Fabbrica 2012).
La pubblicazione vuole anche essere un chiaro e inequivocabile segnale della volontà di proseguire la strada iniziata lo scorso anno da parte delle scuole e degli studenti coinvolti e, al tempo stesso, un invito alle forze politiche, sociali ed economiche affinché sostengano nel futuro il progetto.
Ada Maurizio