Numero 122

Articoli pubblicati nel mese di Ottobre 2024

Indice

Carlotta Mancini, Alan Pona: La scuola plurale: nuove misure normative 

Gian Carlo Sacchi Lo strabismo valutativo

Raffaele Iosa, Il Tramonto dell’Inclusione 

Claudio Tosi, E’ in gioco il potere 

Fiorella Farinelli, Nuovi asili nido, qual è la domanda sociale? Uno studio a  Torino

 

Presentazione

L’articolo La scuola plurale: nuove misure normative di Carlotta Mancini e Alan Pona  tratta le novità normative introdotte dalla legge n.106/2024, che prevede  l’assegnazione, dal 2025-2026, di un docente specializzato in italiano L2 (Lingua Seconda) nelle classi con almeno il 20% di studenti stranieri senza competenze linguistiche pari almeno al livello A2 del QCER. Si prevede l’accertamento obbligatorio delle competenze linguistiche in ingresso, con il possibile coinvolgimento dei CPIA. Si evidenzia la necessità di strumenti standardizzati per la valutazione linguistica e il ruolo della Certificazione Lingua Italiana di Qualità (CLIQ). Inoltre, la normativa introduce l’insegnante A-23 (italiano per stranieri) nelle scuole secondarie, auspicando che venga inserito anche alla primaria e che l’intera classe venga inserita nelle attività, attraverso co-teaching e supporto didattico. L’articolo auspica un sistema territoriale integrato per favorire l’inclusione, con il coinvolgimento di diversi attori locali (istituzioni, enti sociali, famiglie).

L’articolo di Gian Carlo Sacchi Lo strabismo valutativo analizza le incoerenze e le problematiche delle attuali normative sulla valutazione scolastica. La recente legislazione ha introdotto voti numerici per il comportamento degli studenti e giudizi sintetici nella scuola primaria, accentuando un approccio quantitativo che rischia di vanificare gli obiettivi formativi orientati alla personalizzazione e alla crescita degli studenti. Si sostiene che, mentre una valutazione per competenze supporterebbe la formazione continua e il confronto internazionale, l’uso di voti numerici limita la comprensione reale delle abilità degli studenti. La legge reintroduce anche il voto di condotta riprendendo un approccio punitivo simile al regolamento del 1925 e lontano dallo Statuto degli Studenti. Sacchi conclude che questo ritorno alla sanzione compromette la stessa autorevolezza dei docenti.

 

Nel suo saggio Il Tramonto dell’Inclusione, Raffaele Iosa ripercorre le sue esperienze personali e professionali dagli anni ’70 per proporre una riflessione sui problemi dell’inclusione scolastica in Italia. Ricorda come l’approccio alla disabilità sia cambiato, dalla chiusura delle scuole speciali con la Legge 517/77 alla crescente “medicalizzazione” delle difficoltà scolastiche, con un aumento esponenziale di diagnosi come autismo, ADHD, DSA e BES. Iosa sottolinea come questo incremento di certificazioni, causato anche dai cambiamenti nel DSM (manuale diagnostico per le malattie mentali), abbia trasformato la disabilità in una “grande malattia” sociale. L’autore critica anche il progressivo abbandono della pedagogia umanistica a favore di un approccio behaviorista, che vede l’educazione come condizionamento del comportamento piuttosto che come sviluppo delle potenzialità individuali. Infine, propone alternative come la “cattedra inclusiva,” ovvero una formazione obbligatoria su temi di disabilità per tutti gli insegnanti, che integrerebbe il ruolo del sostegno in un’ottica di inclusione reale.

 

Nel articolo E’ in gioco il potere, Claudio Tosi riferisce del Festival “Cantieri MCE” a Bologna tenuto nel luglio scorso, in cui è stato affrontato il tema del potere insito nel gioco scolastico, evidenziando come il gioco  possa creare spazi di libertà e costruzione sociale all’interno di ambienti strutturati. Secondo l’MCE, il gioco non è solo svago, ma una dimensione complessa che coinvolge emozioni profonde, come pulsioni, paure e desideri, che permettono di esplorare e accettare la propria umanità. In un contesto educativo, il gioco consente la sospensione temporanea dei ruoli gerarchici, promuovendo un’interazione paritaria tra insegnanti e alunni, agevolando il dialogo e la fiducia. Il gioco educativo, inoltre, incoraggia la collaborazione e riduce l’importanza della competizione, offrendo un’esperienza che privilegia il processo piuttosto che il risultato.

L’articolo Nuovi asili nido, qual è la domanda sociale? Uno studio a  Torino di Fiorella Farinelli analizza l’offerta di asili nido in Italia, evidenziando il divario rispetto a molti Paesi europei, dove l’accesso ai nidi è significativamente maggiore. In Italia, la scarsa copertura dei servizi per la prima infanzia è legata a problemi culturali e sociali, oltre che a politiche educative storicamente inadeguate, particolarmente disomogenee tra Nord e Sud. Lo studio condotto a Torino dal Collegio Carlo Alberto, in collaborazione con il Comune, ha esaminato i motivi che influenzano l’utilizzo dei nidi attraverso l’analisi di domande di iscrizione e questionari a famiglie che non hanno scelto i nidi. I dati raccolti mostrano come la partecipazione sia influenzata da diversi fattori, tra cui la nazionalità dei genitori, la composizione familiare e l’occupazione materna. Ad esempio, famiglie di origine asiatica mostrano una minore propensione ad usare i nidi rispetto a quelle dell’Est Europa. Anche la presenza di nonni o altri adulti in casa riduce il bisogno percepito di questi servizi. Inoltre, la scarsa conoscenza dei servizi nido, specialmente tra le famiglie straniere, e la percezione che il nido possa comportare frequenti malattie per i bambini, contribuiscono al basso utilizzo.