Numero 110

Pubblicato il: 14/02/2024 01:15:47 -


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Indice

Mario Giacomo Dutto, Verso la qualifica unica per i diplomati inglesi

Fiorella Farinelli, Scuola Plurale a Prato

Giorgio Allulli, La riforma che non c’è

Presentazione

Nell’articolo Verso la qualifica unica per i diplomati inglesi (diviso in due parti) Mario Giacomo Dutto ricostruisce il percorso avviato per l’introduzione nel
Regno Unito di un nuovo titolo di studio, conclusivo dei percorsi per studenti 16- 19 anni, l’ Advanced British Standard (ABS).
La prima parte, L’ Advanced British Standard (ABS): verso un nuovo titolo per gli studenti 16-19 anni , illustra come il British Baccalaureate, che unirebbe i livelli A e T e AAQs in una certificazione unica, si  realizzerebbe in circa un decennio e mette in evidenza come in questo modo si sostituirebbe la certificazione attuale, non coerente con la cultura interdisciplinare richiesta dal mondo di oggi e per il futuro, si supererà così il dualismo tra contenuti accademici e tecnici e l’attuale gerarchia tra discipline.
La seconda parte, L’accoglienza del British baccalaureate” tra consensi e critiche registra le reazioni alla proposta della nuova certificazione; giudizi positivi , perplessità e critiche ( p. e.mancanza di docenti ) emergono già nella consultazione e indicano i problemi emergenti a livello politico, ma non solo.

Scuola Plurale a Prato è un interessante resoconto di  Fiorella Farinelli, del terzo incontro nazionale che, a Prato , nei primi giorni di febbraio, ha coinvolto insegnanti, amministratori locali, associazioni ed enti del terzo settore, studiosi ed esponenti del mondo dell’immigrazione ed ha ragionato su esperienze significative di integrazione di studenti con background migratorio. Purtroppo agli Orientamenti interculturali, varati nel 2022 dal MIM, non sono seguite politiche coerenti, fatto non nuovo, ma la novità, purtroppo, dipende da un netto peggioramento del clima
cultural/politico sui problemi dell’immigrazione. E mentre si registrano molte positive esperienze, sorgono domande ed incertezze: interrogativi sul possibile avvento dell’autonomia regionale differenziata ( eventuale passaggio della istruzione alle Regioni, Enti che hanno potestà legislativa) e sugli spazi che saranno preservati all’iniziativa autonoma in campo educativo degli Enti Locali già ridotti dalle politiche di decentramento degli anni Novanta e da riduzione di risorse e di personale ).

L’articolo di Giorgio Allulli, La riforma che non c’è, questo è il titolo che l’autore attribuisce a quanto previsto dall’art. 26 del Decreto-Legge 175/22, che rimanda il provvedimento cui si riferisce all’anno scolastico 2025-26 e chiama “riforma” della filiera tecnico-professionale una sorta di sperimentazione di corsi di durata quadriennale ( contenuti indicati per grandi linee general-generiche), che sicuramente non si possono definire riforme. Le altre innovazioni, introdotte dal disegno di legge, tali non sono, perché i campus sono in realtà i Poli tecnico-professionali già normati dalla precedente legislazione, mentre la realizzazione del modello 4+2 sarà tutta da verificare sulla base della scelte degli studenti e della
disponibilità dell’offerta di Istruzione tecnica superiore, oggi di fatto insufficiente.

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