L’educazione come pratica della libertà, Never Too Late
Il 19 Maggio 2022 si è tenuto a Napoli presso la sede della Dedalus, cooperativa sociale che opera da quarant’anni nel campo della ricerca, della progettazione e della gestione di servizi a valenza sociale per contrastare l’esclusione delle fasce deboli, un momento di riflessione e confronto sulle tematiche affrontate ed emerse nei tre anni del progetto Never Too Late: New Tools for Learning in adult age, un progetto erasmus finanziato dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ e INDIRE Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Innovativa realizzato insieme a altri cinque stati: Austria, Grecia, Germania, Portogallo e Spagna, circa il tema dell’ educazione per giovani ed adulti, tra i 16 ed i 30 anni con scarse competenze di base. Il progetto è nato per incoraggiare giovani con bassi o nulli livelli di scolarizzazione, a sviluppare o migliorare le competenze base per favorire la loro inclusione sociale e lavorativa. I paesi partner del progetto sono tutti accomunati da criticità politiche dovute al mancato sostegno ai processi di integrazione e inclusione di persone in particolari condizioni di disagio, soprattutto con background migratorio e con un alto tasso di disoccupazione.
L’evento conclusivo del progetto ha previsto l’organizzazione di un convegno dal titolo: “L’educazione come pratica della libertà: come incoraggiare giovani ed adulti fuoriusciti dal percorso scolastico a sviluppare, riconoscere e valorizzare le proprie competenze” il cui obiettivo principale è stato quello di animare un dibattito tra esperti del settore educativo sul bisogno emergenziale di inclusione educativa e su che cosa significhi avere scarse competenze di base in una società della conoscenza, come la nostra, e quanto l’assenza delle stesse ponga chiunque in una dimensione subalterna, marginale e discriminatoria, manifestata in forme diverse a seconda dell’età degli apprendenti a rischio dispersione ed esclusione.
La prima parte della giornata è stata dedicata alla presentazione delle tre opere d’ingegno realizzate durante il progetto Never Too Late, ovvero:
una ricerca comparativa sulle statistiche, sui documenti politici e sulle buone pratiche inerenti all’educazione per adulti tra i Paesi europei partner del progetto che ha messo in evidenza che la prima spinta alla formazione di sé è motivata dalla volontà di diventare un cittadino attivo e partecipe alla vita della comunità;
una biblioteca multimediale rivolta ai professionisti (educatori, insegnanti, formatori, mediatori linguistici culturali e altri) impegnati in attività educative con persone scarsamente alfabetizzate;
una Platform begin learning è una piattaforma user-friendly dedicata all’esplorazione di alcune diverse competenze: alfabetiche, matematiche, digitali, cittadinanza, imparare ad imparare.
La seconda parte, dedicata alla riflessione sulle tematiche di progetto, ha visto intervenire in qualità di relatori: Vittoria Gallina, responsabile italiana per le indagini Ocse IALS (International Adult Literacy survey) e ALL (Adult Literacy and Lifeskills) che ha illustrato i risultati dell’indagine Pisa 2018 su studenti e scuola in Italia con un intervento dal titolo “Il sistema educativo/formativo Italiano di fronte all’emergenza rappresentata dai bassi livelli di competenza della popolazione”. La Dott.ssa Gallina ha aperto il dibattito mettendo in evidenza che l’inclusione educativa è in primis una diretta conseguenza di normative istituzionali nel campo dell’istruzione/educazione. Nel 1948 l’art. 34 della costituzione recita La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, solo nel 1962 la legge n 1859 istituisce la scuola media unica – otto anni di scolarità obbligatoria e bisognerà aspettare il 2006 quando la legge n. 296, articolo 1, comma 622: stabilirà che “L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età “- con la stessa legge I CTP vengono trasformati In CPIA (Istruzione Adulti). Le normative vigenti in Italia ci hanno dunque dimostrato come si sia intervenuti “too late” (“troppo tardi”) su alcune riforme scolastiche inerenti obblighi e diritti dei cittadini in materia di istruzione/educazione/formazione. Giovanni Lolli, Presidente del Centro di Formazione Professionale Fondazione San Giuseppe, Cfp Cesta di Ferrara, ha raccontato l’esperienza e il modello di intervento della Fondazione per il recupero dei giovani NEET, con un intervento dal titolo ““Giovani NEET: il modello di intervento della Fondazione San Giuseppe C.F.P C.E.S.T.A – Ferrara”. Dalle parole del Dott. Lolli è stato evidente che l’obiettivo generale del virtuoso modello di intervento è quello di inserire la persona a pieno titolo nel tessuto sociale e professionale, attraverso il superamento di varie fasi, tra cui: il superamento dello «status di apatia», premessa all’esclusione sociale e al rischio devianza; la restituzione di un ruolo attivo alle persone considerandole portatrici di valori e protagoniste del loro percorso ed il recupero delle capacità di “lettura” del contesto socio-ambientale. Paolo Mazzoli, già direttore generale INVALSI, sul fenomeno della dispersione scolastica e sull’importanza di prevenire l’abbandono scolastico, imparando a leggere i campanelli d’allarme, con un intervento dal titolo : “Dispersione scolastica implicita. Significato e utilità di un dato recentissimo nel panorama internazionale”. In apertura dell’intervento è stato ricordato come l’espressione “non è mai troppo tardi” rimandi al celebre maestro Alberto Manzi che negli anni ‘60 condusse il corso di istruzione popolare per il recupero degli adulti analfabeti attraverso il canale televisivo, permettendo a quasi un milione e mezzo di persone adulte di conseguire la licenza elementare. Il Dott. Mazzoli ha sottolineato come a distanza di sessantadue anni il fenomeno dell’analfabetismo è ancora purtroppo una piaga dell’Italia dove le competenze linguistiche e matematiche degli adulti italiani sono tra le più basse nei Paesi Ocse (Ocse – Piaac 2013). La situazione si è aggravata a seguito della pandemia, in tutte le regioni in modo eterogeneo ma ancor più in regioni come la Campania e la Puglia, e la dispersione scolastica implicita (ovvero quella condizione per cui gli alunni che conseguono il diploma di scuola superiore, nella pratica, mostrano avere un livello di competenze di base pari agli obiettivi formativi della terza media) dilaga in quanto conseguenza non solo di un danno formativo ma anche motivazionale, dovuto all’assenza di un’offerta culturale diffusa. Annamaria Palmieri, ex assessora all’Istruzione del Comune di Napoli, attualmente DS Istituto professionale di Torino nel quartiere Barriera di Milano, ha concluso l’incontro con un intervento dal titolo “L’orientamento delle giovani generazioni come sfida ai confini …e ai destini”, circa l’importanza dell’orientamento scolastico, strumento chiave per la vera valorizzazione delle intelligenze, ancora poco utilizzato. La Dott. ssa Palmieri ha ricordato come una parte del disagio scolastico per gli alunni dispersi o a rischio dispersione derivi dall’ aver scelto un indirizzo di studio in maniera poco consapevole e poco autonoma. Tra i concetti chiave dell’intervento ha riscosso molta adesione da parte del pubblico presente la proposta di strutturare l’orientamento come una vera propria materia curricolare affinché possa trovare un legittimo riconoscimento sia da parte dei docenti che degli studenti. A moderare il dibattito è stato Gennaro Rovito, DS CPIA Napoli città 1 membro di RIDAP (rete italiana istruzione per adulti).
I partecipanti all’evento hanno accolto con grande interesse gli stimoli dei relatori e durante la discussione finale è riecheggiata tra la platea, con grande veemenza, l’affermazione di Thomas Fritz, ricercatore dell’università VHS di Vienna, partner del progetto che ha rilanciato l’importanza di rivendicare il concetto di educazione come uno dei diritti inalienabili dell’essere umano.
Tutte le suggestioni emerse dal confronto hanno ribadito con grande fervore che incoraggiare giovani ed adulti a perseguire percorsi di educazione/istruzione è una sfida che non può essere demandata solo ai professionisti del settore, educatori e docenti, ma che obbliga tutti: policy-makers, professionisti, genitori e l’intera comunità a lavorare insieme per supportarli nella costruzione del loro futuro.
Ada Boffa Cooperativa sociale Dedalus di Napoli