La didattica e la distanza, ricordando Alberto Manzi. Introduzione
Nel 2015, durante il ricevimento della Laurea Honoris Causa all’Università di Torino, Umberto Eco dichiarò che «I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora gli stessi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel». La sua provocazione, come era prevedibile, diede il via ad accese polemiche sul valore della comunicazione sui social. In realtà Eco si chiese anche se la difesa istintiva del pubblico potesse avvenire su Internet e la sua risposta fu: «Dipende solo dalla capacità critica di chi ci naviga».
Durante la COVID-19 i social media si sono resi più che mai piazza virtuale d’incontro, rete di espressione critica, discussione di temi di attualità, auto-riflessione e partecipazione intorno a contenuti culturali. Tra questi, la scuola e l’educazione, che per i bambini e le bambine, le famiglie, gli educatori e l’intera società, sono stati al centro dell’esperienza della pandemia in Italia e nel mondo. È così che Facebook per mesi ha amplificato post, articoli, saggi, dichiarazioni di educatori, giornalisti, alunni, genitori, addetti e non addetti ai lavori, dando seguito a un forum di discussioni e commenti densi di contributi critici.
Questo saggio a più voci nasce da uno dei post che abbiamo visto scorrere sulle nostre bacheche nei giorni dell’emergenza della didattica a distanza e della COVID-19. Alessandra Falconi, direttrice del Centro Alberto Manzi, prendendo spunto dall’ispirazione offerta dal maestro, sollevava una serie di questioni attuali e pressanti sulle sfide educative che stiamo affrontando. Il post, che è anche l’incipit del saggio a cui i contributi rispondono, invitava a una riflessione più profonda che Facebook, per sua natura veicolo di comunicazione istantanea, ma anche volatile, non avrebbe potuto offrire.
Il dialogo articolato a più voci che si snoderà in questo e nei prossimi numeri della rivista Education2.0 include competenze ed esperienze varie e diverse, dalla pedagogia alla didattica, alla psicologia evolutiva, al e-learning, alla pratica sul campo di chi nelle aule scolastiche vive, insegna, e anima la scuola. È un invito a considerare lo scenario educativo corrente e le sue sfide alla luce delle lezioni di Alberto Manzi, sperando così di trasformare lo scambio nato nella bacheca di un social network in una discussione più riflessiva e aperta a un pubblico critico e attento.
Una nuova scuola sta nascendo?
Alessandra Falconi Centro Alberto Manzi
Andrea Canevaro Università di Bologna
Didattica, resilienza e ricerca di senso
Luciano Cecconi Università di Modena e Reggio Emilia
L’inclusione tra sfide, trasparenza e creatività
Ivan Sciapeconi ed Eva Pigliapoco Scuola Primaria – Modena
Alberto Manzi. La coerenza e il non dare nulla per scontato
Franco Lorenzoni Già Scuola Primaria – Casa Laboratorio di Cenci, Amelia (TR)
Aspetti psicologici della “reclusione forzata” e della didattica a distanza
Alessandra Farneti Libera Università di Bolzano
Emergenza non solo sanitaria: Tessere legami tra servizi educativi e famiglie
Ilaria Mussini Servizi per l’Infanzia – Comune di Correggio (RE)
Il corpo a corpo della didattica
Roberto Farné Università di Bologna
Due lezioni di Alberto Manzi sulla didattica a distanza
Tania Convertini Dartmouth College
Roberto Farnè Università di Bologna
Raccolta completa in formato pdf
Tania Convertini, Dartmouth College (USA)