L’archivio di Mario Alighiero Manacorda a Roma tre
Il 13 marzo scorso è stato presentato presso il Museo della Didattica e della Educazione il fondo archivistico donato dagli eredi di Mario Alighiero Manacorda all’Università di Roma 3
Il 13 marzo scorso è stato presentato presso il Museo della Didattica e della Educazione “Mauro Laeng”, nella sua sede di piazza della Repubblica 10 [1], il fondo archivistico donato dagli eredi di Mario Alighiero Manacorda all’Università di Roma 3, schedato, riordinato e inventariato da Nicoletta Valente per Memoria srl.
Nel corso della sua lunga vita (1914 – 2013), Mario Alighiero Manacorda ha vissuto da protagonista molte delle più importanti vicende politiche e culturali del nostro Paese.
Normalista, germanista (traduttore di Novalis e Hofmannsthal), studioso di Marx e di Gramsci, la sua attività accademica si è svolta in ambito pedagogico, dove si collocano i suoi contributi più noti (Marx e la pedagogia moderna, Roma, 1966; Il principio educativo in Gramsci. Americanismo e conformismo, Roma, 1970; Storia illustrata dell’educazione, Firenze, 1992), come pure attorno a temi che riguardano il pensiero laico (Lettura laica della Bibbia, Roma, 1989) e la storia dello sport (Diana e le Muse. Tremila anni di sport nella letteratura, vol. I, Roma 2016 [2]).
M.A. Manacorda è altresì una figura esemplare di intellettuale novecentesco, impegnato nella ricerca teorica come nell’azione politica diretta. Ha militato attivamente nel P.C.I. ricoprendovi diversi incarichi di rilievo. Fu, tra l’altro, direttore, assieme ad altre importanti personalità, della rivista “Riforma della Scuola” e l’organizzatore e il coordinatore a Roma del Convitto-Scuola della Rinascita di Roma, destinato all’inizio agli ex partigiani, ma poi anche “ai reduci dalla deportazione e dalla prigionia, i figli dei caduti e delle vittime politiche e dei perseguitati politici, indipendentemente da ogni distinzione di razza, di religione e di ideologia politica” [3]. Si trattò di un originalissimo esperimento didattico ispirato ai principi dell’autogoverno, caduto ingiustamente nell’oblio [4].
Assume quindi notevole rilievo il fatto che sia ora a disposizione degli studiosi, sul sito https://romatre_museodidattica.archiui.it, una mole consistente di documenti, sia a stampa che dattiloscritti.
L’intero fondo consiste in 485 unità archivistiche, raccolte in 83 faldoni e catalogato in 5 serie, i cui titoli scandiscono i principali campi di azione di M.A. Manacorda: corrispondenza, sistemi scolastici e pedagogia nei paesi esteri, rapporti con istituzioni e associazioni, altri dossier).
Ripercorrere la documentazione presente nel fondo equivale a ripercorre la storia di tanti uomini di cultura italiani del dopoguerra, impegnati nella ricostruzione morale e civile del nostro Paese, visionari, animati da un entusiasmo oggi non più rintracciabile e capaci di progettare coraggiosamente il futuro.
1 Sul MuSEd in generale, vedi il numero speciale 77/2018 della rivista “Il pepe verde”. 2 L’opera, postuma, prevede quattro volumi ed è in corso di pubblicazione. 3 M.A. MANACORDA, Storia Illustrata dell’Educazione, Firenze, 1992, p. 233. 4 Luciano RAIMONDI, Augusto PANCALDI, Storia delle origini e dell’attività del Convitto Rinascita, "Rinascita", XII/9 (settembre 1955).