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Tablet school, i fatti e i “da fare”

Pubblicato il: 22/04/2013 15:23:01 -


Insieme al racconto della giornata del Convegno alcune considerazioni sulle sfide che l’apprendimento digitale apre per studenti, professori e famiglie: criticità, miglioramenti, possibilità per il futuro.
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Venerdì 5 Aprile, presso il Centro Congressi Papa Giovanni XXIII di Bergamo, si è svolto il primo convegno dell’associazione Impara Digitale. Un momento di condivisione di esperienze e opinioni durante il quale è stata data particolare importanza alla voce dei ragazzi che hanno avuto la possibilità di rivolgere domande a alcuni “esperti” di vari settori, pretendendo risposte sul loro futuro scolastico.
In esordio di giornata, alcuni ragazzi, alunni di scuole – paritarie e statali – aderenti al progetto, hanno presentato le loro esperienze, spiegando in che modo utilizzano la tecnologia durante le lezioni e come essa aiuti loro nello studio e nell’apprendimento.

Hanno parlato ragazzi di tutta Italia e hanno evidenziato come, pur in modi differenti, tutti utilizzino strumenti tecnologici innovativi nello svolgimento delle lezioni.
Personalmente, ho avuto la possibilità e la fortuna di poter raccontare la mia “avventura” e, per la prima volta (speriamo di tante), ho provato l’ebbrezza di parlare davanti a una platea; per la prima volta ho sentito che le mie parole erano veramente importanti in un contesto nazionale. Vedere uomini e donne che hanno alle spalle importanti carriere prendere freneticamente appunti mentre io parlavo mi ha molto stupito e divertito.

Dopo di me hanno parlato gli alunni delle altre scuole ed è innanzitutto emerso l’entusiasmo e l’impegno di tutti gli studenti, alunni di scuole anche molto diverse tra loro: paritarie e statali, licei classici e scientifici, sezioni informatiche e delle scienze umane.

Nella seconda parte della mattinata, i ragazzi hanno avuto la possibilità di rivolgere alcune domande agli esperti, creando così un intenso dibattito, durante il quale la fantasia, l’originalità e l’entusiasmo di noi ragazzi ha dato spunto agli interventi degli adulti.

Tra i temi trattati l’utilizzo di Scuolabook: come riconosciuto da tutti, allo stato assolutamente inadatto allo studio digitale, ma che presto – dicono gli editori – sarà migliorato e integrato con contenuti multimediali e soprattutto diventerà interattivo, permettendo il suo più facile utilizzo.

Successivamente, si è trattato anche della convivenza tra il cartaceo e la versione digitale dei testi, e anche se molti di noi pensano che questa convivenza e collaborazione sia impossibile, l’onorevole Berlinguer e altri esperti del settore ci hanno rassicurato che “la morte” del cartaceo è ancora molto lontana e, anche se può sembrare strano, l’acquisto di libri cartacei è molto aumentato negli ultimi anni.

Infine, si è parlato degli aspetti tecnici, in particolare del problema dell’intenso utilizzo del tablet durante gli anni scolastici e, dunque, della sua probabile rapida usura. In risposta a tale quesito, il delegato della Samsung, presente al convegno, pur avendo dato l’impressione di evitare le domande più scomode, ci ha garantito la funzionalità e affidabilità dei nostri strumenti.

Più tardi nel pomeriggio sono state organizzate delle tavole rotonde di discussione tra alcuni dei ragazzi e gli esperti, ma a causa della massiccia presenza degli adulti, le tavole rotonde si sono presto trasformate in discussioni tra ricercatori, editori e altre figure connesse con i temi relativi all’utilizzo degli e-book a scuola e l’editoria digitale, e perciò sono state abbastanza deludenti. Penso che questo incontro sia stato molto utile, sia per noi ragazzi, che abbiamo avuto l’opportunità di chiarirci le idee sul futuro di questo progetto e quindi della nostra esperienza scolastica, sia per gli editori, i responsabili tecnici, gli organizzatori del progetto Impara Digitale e per tutte le altre persone presenti in platea, poiché penso che le nostre considerazioni possano e debbano essere interpretate come sfide da portare a termine per rendere la scuola migliore.

D’altro canto, anche noi studenti dobbiamo impegnarci ancora più a fondo in tutto ciò che facciamo, così da riuscire a sfruttare al massimo le potenzialità di questo nuovo progetto e, come più volte ribadito durante il convegno, continuare a esprimere i nostri giudizi, affinché esso continui a essere migliorato.

È importante, peraltro, che anche i professori si impegnino a superare le loro eventuali “rigidità mentali” in modo da permettere agli studenti di utilizzare il tablet come una volta si utilizzava il cartaceo.
Infatti, ad oggi ancora molti dei professori sembrano preferire il cartaceo perché è da sempre lo strumento di eccellenza per l’apprendimento e perciò spesso temono che le nuove tecnologie non siano in grado di rappresentare una reale alternativa.

Del resto, anche molti degli studenti non sono del tutto a loro agio nell’utilizzo delle risorse digitali e pensano che il lavoro sul web possa rallentare il loro apprendimento.
È certo, ad esempio, che lo studio sul tablet non consente quella visione d’insieme degli argomenti trattati che viceversa è consentita dalla pagina di un libro stampato, cosa che può effettivamente rendere più difficoltoso lo studio, soprattutto in fase di ripasso.

Le possibilità che offre il progetto sono certamente di grande importanza, ma per riuscire a vincere la sfida dell’apprendimento digitale è necessario ancora un cammino che veda un impegno intenso, e soprattutto comune, di tutte le parti coinvolte, studenti, professori e famiglie.

Edoardo Amoroso

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