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La scuola? Un nodo in parallelo

Pubblicato il: 07/04/2010 17:56:04 -


La collocazione in parallelo della scuola significa la collocazione in parallelo anche dell’insegnante. Il suo compito primario potrebbe diventare quello di far emergere e porre al centro della scuola tutti i luoghi di apprendimento, sul territorio e virtuali, in cui i suoi alunni sono presenti e protagonisti.
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Cosa fa sì che la scuola funzioni, attivandosi come relazione insegnamento-apprendimento? In un momento senza dubbio critico della sua storia, per carenza di risorse e di idee, credo sia dalla risposta che viene data a questa domanda che dipende, alla fine, il destino stesso della scuola italiana. Per quanto mi riguarda la risposta è semplice: riscoprire gli studenti come risorsa fondamentale dell’azione educativa. Non “destinatari”, e neppure “utenti” o “clienti”, in una visione più aziendale, ma, ripeto “risorsa fondamentale”.

Fare che gli studenti siano risorsa primaria significa, innanzi tutto, partire, con l’“Epistemologia della Formazione” di Michel Fabre (Bologna 1994, p. 215) dalla loro libertà, dal loro decidersi di volere e di poter imparare. Per questo diventa essenziale la motivazione, il modo con cui la scuola si propone a ragazzi e giovani. Ma anche questo non è difficile. Basta partire dai loro valori, dalle loro conoscenze, dalle loro competenze. E, ancora una volta con l’Epistemologia della formazione di Michel Fabre (p. 127) cambiare forse completamente il modo di intendere la formazione e l’insegnamento: non un costruire dall’esterno, un aggiungere competenze e conoscenze strato su strato, dall’esterno, ma un partire dall’esistente e, dall’interno delle sue reti concettuali e dai suoi processi di costruzione, e farlo evolvere, maturare, insegnargli a riconoscersi, ad auto correggersi a svilupparsi.

La rete e la razionalità multialfabeta

Nel concreto si tratta, ad esempio, di decidere che l’uso avanzato e competente di tutte le funzioni dei più complessi modelli di telefonia mobile e la presenza attiva e diffusa in tutti i social network (Facebook, Netlog…) non è soltanto pratica da sorvegliare, per i pericoli della rete, o da punire , per i possibili abusi, ma è, soprattutto, una vera e propria forma di nuova razionalità, come mostra “Pensare in rete, La formazione del multi alfabeta”, di Umberto Margiotta (Bologna 1997, p. 25 ss.) Si tratta di fare scuola sapendo che è ormai superato, sfondato il “qui e ora” segnato dai muri dell’aula, se è vero che la rete permette un numero praticamente illimitato di “qui” in un “ora” che ha le caratteristiche del trasferimento in tutti i possibili luoghi delle rete in tempo reale. Questo significa che l’aula è solo uno dei nodi che formano la rete educativo/formativa, insieme con portali, siti, blog, social network…

Sul modello delle Reti neurali modulari

Si tratta solo di precisare quale posto il nodo-scuola debba avere rispetto agli altri nodi della rete educativo/formativa. La mia ipotesi è che, sul modello delle reti neurali modulari descritte da Massimo Buscema in “Reti neurali artificiali per l’orientamento professionale” (Milano 2002, p. 159 ss.) il nodo scuola sia posto in parallelo rispetto agli altri nodi e ne indirizzi, monitori le attività e le ricerche. Si assuma, insomma, il compito meta cognitivo di offrire agli alunni processi di costruzione dei sistemi concettuali capaci di governare tutti gli altri processi. La collocazione in parallelo della scuola significa la collocazione in parallelo anche dell’insegnante. Il suo compito primario, da questa nuova posizione, è far emergere e porre al centro della scuola tutti i luoghi di apprendimento, sul territorio e virtuali, in cui i suoi alunni sono presenti e protagonisti. Limitandoci qui, di nuovo, al virtuale, la mia esperienza è che l’apertura di un mio personale blog destinato, appunto, a superare il qui e ora dell’aula nella relazione educativa con i miei alunni, ha finito per portare ad emersione non solo i blog e i social network di cui i miei alunni e le mie alunne di terza media erano semplici frequentatori, ma anche i blog che essi stessi hanno, in gruppo, costituito. Credo valga la pena riportare qui i nomi e le indicazioni di sintesi dei topic di uno di questi blog, per molti aspetti esemplare degli altri:
consigli: suggerimenti sull’uso dei computer;
futuro e filosofia della mente: le attese di vita e le riflessioni sui propri modelli di pensiero;
auto e moto: presentazione critica degli ultimi modelli di auto e moto, quelle belle, con esclusione, quindi, dei prodotti per quattordicenni;
sociale: spazio per le relazioni, le emozioni;
games: presentazione di games per qualsiasi piattaforma;
sport: di qualsiasi tipo.

Mi sembra che, alla fine, questo e gli altri blog altro non siano che il realizzarsi concreto di quella auto caratterizzazione che alcune alunne di questa classe hanno fatto di sé e che, con tutta evidenza, è largamente condivisa:

• riconoscono e affermano la propria maturazione
• tendono al successo
• cercano e realizzano posizioni di leadership
• hanno un progetto di vita

Credo che ogni fare scuola debba partire da qui.

Eugenio Bastianon

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