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Twitter per passione

Pubblicato il: 05/06/2012 17:36:58 - e


La lettura, soprattutto a scuola, non è sempre un piacere per gli alunni... ma la tecnologia può venire in soccorso agli insegnanti e ricostruire l’ambiente di apprendimento per un nuovo otium letterario. Una esperienza presentata al 2° convegno di Education 2.0.
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Un documento della commissione europea nel 2010 ha sottolineato l’importanza di un sistema formativo che sviluppi la progettazione di lavori atti a stimolare negli studenti qualità e merito, un modo per tendere, insomma, a una qualità dell’insegnamento, in modo da creare cittadini consapevoli e pronti ad adattarsi ai mutamenti della società. La scuola, secondo il quadro europeo, deve accompagnare gli alunni al raggiungimento delle competenze di base, quali, per esempio: imparare a imparare e tendere allo sviluppo della riflessione critica. L’alunno viene abituato a riflettere criticamente sui propri obiettivi di apprendimento, gestendo in proprio il sapere mediante autodisciplina, lavorando sia autonomamente, che in collaborazione con altri, documentandosi e all’occorrenza cercando aiuto e utilizzando tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Un ambiente d’apprendimento più flessibile, nuovi metodi e approcci interdisciplinari potranno e dovranno essere affiancati all’insegnamento monotematico e tradizionale, così da suscitare un maggior coinvolgimento degli studenti nella progettazione del proprio apprendimento. In una classe di quinta ginnasio si è voluto, a tal fine, sperimentare la lettura di romanzi utilizzando i social network, quali strumenti di innovazione didattica per creare motivazione e permettere una peer education, il confronto tra pari. All’inizio dell’anno scolastico la classe VB è stata trasformata in un “circolo letterario” secondo lo schema del Decameron di Boccaccio, creando un clima di curiosità e di gara tra gli studenti nel leggere alcuni libri. La lettura dei romanzi è avvenuta attraverso tematiche guida e con la possibilità di documentarsi su temi di attualità, che da tali letture scaturivano. Sono stati letti molti romanzi, come quelli di Italo Calvino (“Il Barone rampante”, “Il Visconte dimezzato”) o di altri autori, quali La “Lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne, fino ad arrivare al romanzo storico di Alessandro Manzoni “I Promessi sposi”, romanzo che a buon diritto può essere definito il più amato dagli italiani, anzi, dagli studenti italiani!

La lettura, soprattutto a scuola, non è sempre un piacere per gli alunni, come dimostrano i recenti sondaggi sulle capacità degli studenti italiani nell’ambito della literacy e della produzione di testi scritti e, purtroppo, come dimostrano anche gli esiti non sempre brillanti degli studenti italiani alle prove delle indagini internazionali, vedi i dati dell’OCSE-PISA in questi anni. Il desiderio di far appassionare i ragazzi alla lettura, rendendoli protagonisti e non semplici lettori passivi ha fatto sì che fosse progettata un’attività scolastica che coniugasse tradizione e innovazione, in cui la tradizione è la lettura di un romanzo del romanticismo italiano, “I Promessi sposi”, mentre l’innovazione è stata affidata all’uso dei social network, mediante un piano integrato con tre modalità di strumenti, l’ascolto degli mp3 di Luigi Gaudio, un e-book, fornito agli alunni in una piattaforma moodle, che ospita la classe interessata e, quindi, la realizzazione di “elaborati” un po’ particolari, individuali in alcuni casi o di gruppo in altri, che dopo essere stati presentati alla classe, sono stati pubblicati su Twitter e su Facebook, il tutto comprensivo di riassunti registrati dal vivo, nel rispetto della chiarezza espositiva, dei tempi indicati, della originalità nella scelta di immagini, della ricerca, della pertinenza lessicale e argomentativa, per la differenziazione degli stili comunicativi. Le metodologie sono state determinanti per l’innovazione didattica, che non ha variato il contenuto ma il modo in cui il contenuto arriva all’alunno, permettendo una rielaborazione personale critica, che lo ha reso modello metodologico. L’uso che il ragazzo normalmente fa dei social network interessa prevalentemente la sua sfera ludica e gli interessi personali, vedi ad esempio Facebook, che viene normalmente adoperato dai giovani per socializzare con gli altri, per intrecciare relazioni amichevoli e un po’ per “oziare e distrarsi dagli impegni scolastici o familiari”. Fare di Facebook uno strumento per la didattica vuol dire permettere agli studenti di verificare alcune competenze naturali, che loro acquisiscono spontaneamente e poterle poi spendere, anche, per un uso didattico contenutistico, in questo modo il sapere viene veicolato dallo strumento, che l’alunno ritiene di padroneggiare e, quindi, funge da stimolo per lo studente, ne suscita motivazione personale, facendogli sperimentare un uso “alternativo”.

La motivazione è un elemento non secondario nell’apprendimento, anche se a prima vista usare Facebook o Twitter può sembrare ad alcuni insegnanti un metodo riduttivo per il sapere, perché equivale a far studiare gli alunni con sistemi che nell’immaginario collettivo vengono associati al divertimento e all’ozio personale. Forse però questo è un modo moderno di riappropriarsi di un concetto antico nella sua accezione più pura, l’otium letterario.

Sebastiana Fisicaro e Claudia De Petro

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