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Quale scuola vogliamo?

Pubblicato il: 17/07/2009 18:24:00 -


Bisogna riscoprire un'autorità autorevole dei docenti per promuovere e sviluppare, ancor più nella scuola, educazione e formazione del cittadino.
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I nostri discenti meritano una scuola realmente più vicina alla loro condizione umana e culturale. L’esperienza in mezzo a loro dovrebbe averci fatto capire, ormai, che qualsiasi azione educativa e formativa intrapresa passa attraverso l’instaurarsi di una speciale relazione simbiontica tra alunno e docente. Più si è vicini affettivamente ed emotivamente ai loro bioritmi, ai loro “problemi”, più è facile insegnare con risultati apprezzabili. Quando l’attenzione per la persona diventa significativa, importante, anche i risultati attesi dai processi educativi e formativi messi in atto diventano importanti, significativi.

Molti insegnanti trascurano questo aspetto, ritenendo impossibile il raggiungimento di un rapporto alunno/docente più “vero” adducendo vari motivi, tra cui l’eccessivo numero di alunni per classe, l’interferenza della famiglia, la situazione di partenza ecc. Pur in presenza di tante difficoltà, si deve sottolineare il fatto che è la qualità del rapporto intersoggettivo che costituisce l’elemento più significativo nel deteminare motivazione, interesse, impegno, produttività, efficacia, successo scolastico. Talvolta mi è capitato di sentire “docenti” parlare dei propri alunni con dispregio (… a questo ragazzo non serve né la promozione né la bocciatura…) perchè appartenenti a famiglie “disagiate” e “ difficili”. Costoro non potranno trasmettere alcunchè ai nostri figli.

I veri “maestri” sono profondamente coinvolti nelle situazioni in cui si trova il soggetto in divenire, rispondono con sentimenti di donazione e partecipazione alla richiesta di vicinanza. Nella pratica educativo-didattica tutti noi sappiamo che un discente non reagisce in maniera ostile o aggressiva a un insegnante che nei suoi confronti si esprime con rispetto, cordialità, benevolenza. Ugualmente, accade che gli insegnanti che manifestano atteggiamenti di rifiuto, di disistima, distacco nei confronti degli alunni provocano reazioni di scontrosità, rigidità, antipatia, finzione, inganno, risentimento.

Coloro che pensano a una scuola che concentra le proprie forze soltanto sulle “eccellenze”, escludendo tutti gli altri, sbaglia, in quanto le eccellenze di cui ha bisogno la nostra società devono possedere quella componente umana che si conquista in contesti compositi di senso e significato (il gruppo classe eterogeneo è, per esempio, un contesto di senso e significato).

Il comportamento indisciplinato di molti alunni può modificarsi in presenza di un comportamento della comunità scolastica e, nello specifico, degli insegnanti teso alla solidarietà, incoraggiamento e sostegno, specie degli alunni più “difficili”.

Un ambiente educativo che mette al centro del progetto educativo la persona umana e, nel fare scolastico, tiene conto delle situazioni di partenza dei discenti, personalizzando gli interventi educativo didattici, favorisce e incoraggia il successo educativo e formativo di ogni persona.

Saverio Fanigliulo

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