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Solo belle parole!

Pubblicato il: 01/03/2010 18:30:26 -


Se non ci sono le condizioni adeguate, nella scuola italiana consapevolezza ed espressione culturale, educazione, istruzione, formazione, cittadinanza e costituzione, accoglienza, inclusione e integrazione, didattica laboratoriale, qualità, organizzazione, efficienza, eccellenza... diventano solo belle parole.
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Nessuno ne parla, ma quest’anno scolastico le scuole della Repubblica, nella confusione generale, rivolgono la loro attenzione principale all’aspetto economico-finanziario, essendo molto difficile organizzare le attività educativo-didattiche (progetti, laboratori ecc.) con un fondo d’istituto ridotto ai minimi termini e non adeguatamente finanziato. Persino le attività ordinarie risentono dell’avarizia che il governo centrale manifesta nei confronti della scuola pubblica.

Eppure le scuole vengono continuamente sollecitate a cambiare rotta, ad aggiornare il proprio personale, a promuovere processi di insegnamento-apprendimento innovativi, a introdurre nella didattica le nuove tecnologie (le LIM, i laboratori ecc.), a caratterizzarsi per efficienza e qualità.

I fondi europei (FES e FESR) vengono erogati, ormai, “a pioggia” alle scuole del mezzogiorno, su progetti-azioni che avrebbero lo scopo di colmare le innumerevoli lacune evidenziate dai discenti quindicenni, nelle prove Ocse Pisa, nei diversi ambiti del sapere (Matematica, Scienze, Lingua madre ecc.). Quest’anno scolastico, in molte scuole italiane, sono stati progettati e attuati corsi pomeridiani di recupero, con fondi delle regioni, affidati con “priorità” a docenti precari, per rispondere, giustamente, alle carenze e alle difficoltà che molti alunni manifestano nelle materie di studio curriculari (Matematica e Italiano).

Si ha la sensazione, condivisa da tutto il personale scolastico, che la scuola pubblica si occupi più delle attività pomeridiane che delle attività educativo-didattiche curriculari ordinarie. Forse perchè tutti coloro che sono coinvolti ricevono i compensi adeguati! Mentre al mattino scarseggiano persino i gessetti e i pennarelli per scrivere alla lavagna.

I tempi e gli spazi dedicati alla elaborazione e attuazione del progetto educativo identitario della scuola divengono sempre più inconsistenti e inadeguati. Nel dubbio, tra le indicazioni nazionali Morattiane e quelle del curricolo Fioroniane, si preferisce fare riferimento alle “carte” dell’anno scolastico precedente. Altro che autonomia scolastica!

Le funzioni strumentali, lo staff di presidenza, che dovrebbero rappresentare, organizzare e sostanziare il mandato che il Collegio dei Docenti affida loro, si riducono a essere semplici esecutori delle “direttive” che suggeriscono i dirigenti scolastici.

Le attività curriculari ordinarie sembra che in questo contesto assumano un ruolo secondario, nessuno le valorizza, sono scontate, ormai superate, disarticolate rispetto alle attività pomeridiane. Gli “esperti” arrivano nel pomeriggio e sono impegnati nei PON, altro che gli insegnanti “vigilanti” del mattino!

Gli alunni e le famiglie vengono invitati ad aderire ai progetti pomeridiani in una corsa contro il tempo. I ragazzi, oltre alle attività didattiche mattutine, devono eseguire i compiti nel pomeriggio, partecipare alle azioni dei PON, fare attività sportiva. I risultati che si otterranno, al termine di questo notevole carico di lavoro, non lasciano ben sperare. Solo in pochi si arricchiranno, gli altri, di già, evidenziano stanchezza, noia e disaffezione allo studio!

Il POF si riduce così a un documento teorico, ricco di belle parole: consapevolezza ed espressione culturale, educazione, istruzione, formazione, cittadinanza e costituzione, accoglienza, inclusione e integrazione, didattica laboratoriale, qualità, organizzazione, efficienza, eccellenza… Insomma, solo belle parole.

Saverio Fanigliulo

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