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Una scuola per sognatori

Pubblicato il: 07/05/2013 10:57:57 -


Questo articolo è una sintesi del libro/manifesto di Seth Godin “Stop stealing dreams (what is school for?)”, un testo molto provocatorio sullo stato del sistema educativo attuale e dedicato “ad ogni insegnante che vuole cambiare il sistema, e ad ogni studente così coraggioso da alzarsi e farsi valere”.
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Il mondo è cambiato; e la scuola?

“L’unico modo per uscire da questa crisi è quello di essere guidati da coloro che sono capaci di sognare, insegnare ciò che non si trova, il nuovo”.
La nozione che le materie “essenziali” dell’educazione come lettura, scrittura, aritmetica, ha portato a una costosa educazione di massa.

“Formare il carattere di una persona era importante come la lettura, la scrittura e l’aritmetica. Dando valori come obbedienza e autorità, la partecipazione puntuale e l’organizzazione del tempo secondo una campanella che suona aiutava gli studenti a prepararsi per l’occupazione futura”.

Fondendo l’insegnamento (una cosa buona) con l’obbedienza (una cosa importante per l’era industriale) e il consumo (essenziale per il marketing di massa), ci siamo confusi. Abbiamo costruito una scuola come un modello di una vera e propria Fabbrica. Le scuole sono nate perché c’erano le fabbriche, per cercare di trovare un lavoro a molti studenti.

Purtroppo però siamo in una recessione non economica, ma una recessione dell’industria; i lavori industriali ora non creano più nuovi lavori, lavori industriali.
Le fondamenta dell’industria fordista e taylorista stanno scomparendo per essere rimpiazzate da micro-organizzazioni, con leadership individuali, in mano al lavoro di un piccolo team. Ormai le grandi aziende non creano più tanti posti di lavoro, non sono più il motore per la creazione di nuovi posti di lavoro, possono creare opportunità perché ci si possa inventare un nuovo lavoro.

Un’economia che è bloccata ha bisogno di più inventori, scienziati, esploratori, e artisti. Perché queste sono le persone che aprono le porte agli altri. Ecco allora la nascita dei test a risposta multipla come strumento di valutazione, ormai del passato, che misura/misurava la competenza, invece della creatività, della genialità che non si possono testare/misurare.

Tutto ciò ha portato a una leggenda che dice: “Voti migliori a scuola portano alla felicità e al successo”.

La competenza è nemica del cambiamento, infatti le persone competenti combattono il cambiamento.
Perché? Perché il cambiamento le minaccia, creano il rischio di farle diventare meno competenti. E alle persone competenti piace sentirsi competenti. Non bisogna meravigliarci che non abbiano fretta di cambiare lo stato delle cose.
E l’altra faccia di questa paura e conformità e? che la passione deve essere distrutta. Non c’e? spazio per qualcuno che voglia andare più veloce, o per qualcuno che voglia fare qualcos’altro, o per qualcuno che sia interessato a una particolare cosa. L’unica cosa davvero importante da insegnare è quella che ti consente di ottenere dei punteggi più alti nei test, ricordare e imparare a ripetere a memoria. Le scuole sono concentrate sui bisogni passati.

I sognatori nelle scuole sono pericolosi. I sognatori possono essere impazienti, riluttanti a diventare “tuttologi” e, più di tutto, difficili da collocare nei sistemi esistenti. Ci servono sogni basati non su quello che c’e? già, ma su quello che potrebbe esserci.

Compiti a casa durante il giorno, lezioni di sera, accesso a qualsiasi corso always on e in qualsiasi parte del mondo, insegnamenti precisi e focalizzati invece di insegnamenti generalizzati e per la massa. La fine dei test a risposta multipla. L’esperienza invece di un voto a una verifica/test come misura del raggiungimento di un obiettivo.

Ci sarà una “libreria” (Digital Library) gratuita e universale di corsi online, accessibile a tutti quelli che hanno una connessione internet. Tutte le lezioni, costantemente migliorate, su qualsiasi argomento immaginabile. Questo significa che gli studenti potranno trovare la lezione sul preciso argomento che cercano, e la guarderanno seguendo il loro ritmo. Il sintomo più visibile della morte dell’insegnamento tradizionale sarà il sorgere dei video di lezioni online. Non solo online, ma specifici su ogni tematica.

Si lavorerà più sulla cooperazione che sull’isolamento, individualismo. L’insegnante che lavora sulle emozioni, che sa motivare, ispirare, diventerà un “animatore” didattico. Occorrerà una trasformazione del ruolo dell’insegnante in animatore multi-mediale.

L’ Apprendimento sarà per tutta la vita.

Serve una scuola “fuori dagli schemi” per far crescere quello anche gli studenti più lenti, e non una scuola che si appiana verso il basso. Una scuola che sappia risolvere problemi nuovi che ieri non esistevano, quelli legati alla nuova economia delle connessioni, che sappia inoltre attivare una passione per un apprendimento che dura tutta una vita.

L’Università spesso è un’estensione costosa delle scuole superiori con un’inflazione delle rette universitarie; una volta era importante perché si poteva accedere a informazioni “esclusive”, tutto ciò andava bene quando l’accesso alle informazioni era limitato o non disponibile, ora invece con il web c’è un’ampia accessibilità alle fonti.

Non bisogna aver paura del fallimento, anzi a occorre avere il “gusto” del fallimento e del fallimento ancora, fino a trovare l’idea giusta. Il futuro si basa sul dubbio, su logiche confuse, su errori, e sul testare le cose. Serve allenare il cervello a particolari situazioni, magari nuove e inaspettate, e farlo sperimentare, sperimentare sull’arte, sul saper vendere, sul saper presentare idee, creare idee, sull’inventare e sviluppare prodotti, sulla leadership.

Il valore è creato grazie alla connessione tra acquirenti e venditori, produttori e consumatori e al legame profondo tra loro stessi. Le connessioni portano a un aumento incredibile nella produttività, efficienza e impatto. In un mondo connesso, la reputazione vale molto di più di un risultato in un test. L’accesso ai dati significa che la parte importante non sono i dati: la cosa che conta è come vengono processati.

Nel mondo prima delle connessioni, le informazioni erano insufficienti. Nel mondo connesso, tutta quella insufficienza è rimpiazzata dall’abbondanza – un‘abbondanza di informazioni, network e interazioni.

Se molte domande ormai possono avere una risposta attraverso internet, e tutto ciò in breve tempo, l’abilità di memorizzare informazioni, accumulare nozioni, magari fatto per un po’ di ore al fine di superare un test, verifica, interrogazione e poi dimenticarle, non è solo inutile, ma folle. L’abilità di sintetizzare idee complesse e di inventare nuovi concetti è molto più utile. E con i test continuiamo a isolare nella scuola gli studenti invece di connetterli. I progetti di gruppo sono l’eccezione della scuola, ma dovrebbero essere la norma.

La struttura della scuola tradizionale corrisponde esattamente all’organizzazione e alla cultura dell’economia industriale. Il livello più basso della piramide è composto da studenti, con gli insegnanti (manager di medio livello) che seguono gli ordini impartiti dai loro dirigenti. L’economia delle connessioni distrugge l’illusione del controllo totale. Gli studenti hanno la possibilità di scoprire quali scuole siano le migliori, quali corsi non hanno senso, e come le persone nel mondo reale si guadagnino da vivere.

Ora che gli studenti possono seguire interi corsi fuori dalla scuola tradizionale, vedi i corsi online MOOC, la scuola cosa può fare per evitare questo? Noi non chiediamo agli studenti di decidere di partecipare e li bombardiamo di informazioni, con compiti per casa da fare e verifiche. E l’impegno? Hai voglia di imparare questa cosa? Avresti voglia di diventare bravo in questa materia?

La paura viene usata per assicurare che nessuno vada oltre, che qualcuno metta in dubbio lo status quo, o faccia trambusto. La paura è facile da inculcare, facile da mantenere, ma alla fine è tossica. La scuola dei test minimizza il lavoro di gruppo; non fa niente per coordinare l’insegnamento tra le varie materie. E, più di tutto, misura tutto a livello individuale, incessantemente.

Ciò che più serve è la passione, appassionare gli studenti. Il problema è che la passione individuale è difficile da quantificare.

Formare artisti creativi, indipendenti e innovativi è un concetto nuovo per noi.

Ma gli studenti non sono lì per sfidare – sono lì per essere indottrinati, per accettare e obbedire. Nelle scuole tradizionali l’audacia è punita, non premiata. L’educazione diventa un problema nel momento in cui serve da protezione dal mondo e da rifugio dal rischio di fallire. La scuola, ovviamente, si focalizza nel creare lavoratori (modello taylorista), per lavori senza senso a basso costo, ma i “buoni posti” di lavoro sono finiti.

I lavori del futuro possono essere divisi in due categorie: gli assemblatori oppressi di beni di massa a basso costo e i creatori rispettati di qualcosa di inaspettato (“linchpin”). Quello che ci serve veramente è qualcuno che ci convinca che noi vogliamo imparare quelle cose, e qualcuno che ci spinga o ci incoraggi o che crei uno spazio dove vogliamo imparare a farle meglio. L’insegnamento non riguarda più il trasmettere informazioni che non sono disponibili in nessun altro formato. Possiamo dare ai bambini gli strumenti per imparare sempre di più e sempre più veloce, in un modo che non si è mai visto prima.

Reinvertarsi la Scuola, questa è una rivoluzione.

Sintesi di Daniele Pauletto dal Manifesto “Non rubate i sogni | A cosa serve la scuola?” nonrubateisogni, Seth Godin, Creative Commons – BY-NC-ND – 2013. Traduzione italiana a cura di Alessio Madeyski e Giulia Depentor.
Disponibile il testo completo in pdf.

Correlazioni:
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Daniele Pauletto

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