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Verso la conquista del numero

Pubblicato il: 29/05/2012 17:49:06 -


Lo psicologo svizzero Jean Piaget evidenziò, nella prima parte del secolo scorso, che i bambini acquisiscono questo principio intorno ai 6-6,5 anni. Perciò è chiaro che se non si interviene per tempo, all’inizio della scuola primaria molti bambini potrebbero avere difficoltà in aritmetica.
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Le principali difficoltà che i bambini incontrano nei primi approcci con l’aritmetica sono legate al fatto che quasi sempre essi non hanno chiaro il significato del contare. Anche se all’inizio della scuola dell’obbligo gran parte degli alunni sanno contare, come spesso si dice impropriamente, ciò non assicura che essi siano in grado di padroneggiare lo strumento numerico; così come il possedere una racchetta da tennis di una marca prestigiosa non è garanzia del fatto di essere un bravo tennista.

Ci sono bambini che a sei anni già conoscono i numeri fino a venti e più, che sanno recitare nel giusto ordine e senza salti. Tuttavia non è questo il saper contare, anche se ciò, beninteso, è essenziale. Infatti, tale tipo di conoscenza quasi sempre è simile a quella che i piccoli hanno di cantilene e canzoncine quali “giro giro tondo” o “amba rabà cicì cocò”. Cantilene che, per altro, a volte sono usate come surrogato dei numeri.

Il saper contare è strettamente connesso col “Principio di Conservazione delle Quantità discrete”, nel senso che un raggruppamento di oggetti è caratterizzato da una quantità che non dipende dalla dislocazione spaziale di quelli.

Lo psicologo svizzero Jean Piaget evidenziò, nella prima parte del secolo scorso, che i bambini acquisiscono questo principio intorno ai 6-6,5 anni. Perciò è chiaro che se non si interviene per tempo, all’inizio della scuola primaria molti bambini potrebbero avere difficoltà in aritmetica. Quindi si capisce come sia importante calibrare e diluire nel tempo le difficoltà che uno scolaro può incontrare, adottando metodologie che già nel corso della scuola dell’infanzia gli consentano di acquisire quelle conoscenze che in seguito lo metteranno in condizione di accedere in maniera meno affannosa a un insegnamento di tipo strutturato.

Però il “Principio di Conservazione delle Quantità discrete” ne presuppone uno altrettanto importante e quasi sempre non considerato esplicitamente: il “Principio di Indifferenza”, secondo cui il conteggio di un gruppo di oggetti – di cui si lasci immutata la posizione – porta sempre allo stesso numero finale, a prescindere dall’ordine in cui gli oggetti vengano via via contati.

Questo secondo principio è banale nel caso del conteggio di due oggetti ed è facile da trasportare a tre oggetti; d’altro canto, è talmente insito in noi e connaturato con la pratica del contare – che senza di esso non avrebbe senso – che un adulto può essere indotto a non prendere in considerazione il fatto che un bambino alle prese con le prime nozioni di aritmetica possa non esserne consapevole.

Noi intendiamo proporre alcuni interventi che potrebbero contribuire ad alleviare le prime difficoltà di apprendimento dei nostri piccoli, qualora già a livello di scuola dell’infanzia si curassero alcuni aspetti fondamentali per l’apprendimento delle prime nozioni di aritmetica.

Sottolineiamo il fatto che nei primi approcci numerici è fondamentale l’uso delle dita, che consente di agevolare lo sviluppo delle cognizioni e delle abilità aritmetiche. In fondo, si tratta di una sorta di attività psicomotoria, intesa come un intervento – secondo una delle tante definizioni – che mira a riorganizzare il giusto equilibrio tra le funzioni motorie, neuropsicomotorie, affettive, cognitive e neuropsicologiche, tramite l’utilizzazione privilegiata dell’attività motoria.

PER APPROFONDIRE:
Verso la conquista del numero”, minisaggio in PDF

Domenico Lenzi

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